per Marlin e Julien, parere

carrera

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19 Settembre 2006
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Interessantissimi gli studi postati da Julien...
Quello sui raggi solari è fantastico...Se non facessero così male alla pelle mi abbronzerei tutto l'anno per evitare di aver bisogno del surplus sullo scalpo...[:D]
Al di là della battuta forse stare al sole con le giuste accortezze non fa poi così male... Negli ultimi anni si è un pò esagerato con il terrorismo contro il sole, magari per colpa di quei fanatici della tintarella che ne hanno abusato...
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Bel lavoro Julien, anche per le parole in grassetto.

Qui l'alternativa pare essere cancro o capelli cosa che avevamo sospettato qui su ieson già molto tempo fa. Proprio ieri leggevo su Magazine del Corriere la questione riguardante il gene Met:

http://www.torinoscienza.it/dossier/apri?obj_id=10582

In pratica pare che il cancro avvenga a causa delle staminali che subiscono una serie di mutazioni e quindi vagano per il corpo in cerca di un nido (nesting). Solo le staminali infatti, per questi ricercatori di Torino, sono capaci di riprodursi infinitamente, mentre le altre cellule al massimo lo fanno per 50 volte. Interessante anche il fatto che queste staminali impazzite producano fattori di crescita che portano alla creazione e all'ampliamento dei vasi sanguinei circostanti per il loro nutrimento (e qui non mi potevano non venire in mente tutte le questioni riguardanti la circolazione locale, dai rubefacenti, ai vasodilatatori, alla ginnastica facciale, pensando che per il mantenimento di queste staminali del follicolo non sono inutili tutte queste tecniche).

Da qui si capisce anche la cautela che si deve mettere nel tentare di riavere i capelli riattivando le staminali.

Si capisce anche un po' meglio quello studio di cui sopra che fa un parallelo tra il cancro alla prostata e l'aga e che vede la seconda come una forma di difesa dal primo. Magari non sarà la luce a fare la differenza, ma l'aga può essere protettiva se l'invecchiamento mette una toppa alla proliferazione delle metastasi.

Infine, mettendo a parte la modestia[:)], anche la mia teoria evolutiva della calvizie, per cui questa mimerebbe qualcosa che avviene normalmente più in là con gli anni, ne esce un po' rafforzata da questi studi.

Ciao

MA - r l i n
 

carrera

Utente
19 Settembre 2006
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Marlin io tempo fà mi sono imbattutto in uno studio che documentava come i calvi abbiano probabilità maggiori di ammalarsi di cancro alla prostata... Ma le percentuali erano davvero impressionanti!
Sembra quasi che la calvizie sia una spia della debolezza prostatica ma non un rimedio ad essa... Forse è un tentativo che il corpo comunque compie ma non sempre gli esiti sono buoni...Cmq è anche vero che, ringraziando il cielo, NON TUTTI I CALVI si ammalano di cancro alla prostata (anche se un calvo con la prostata a posto è veramente raro...).
Mio padre ha capelli soffici e in abbondanza a 62 anni e il PSA perfetto... Mai avuto nemmeno una prostatite in vita sua...
 

tiks

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24 Novembre 2006
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Poi ovviamente ci stanno le eccezzioni alle regole,il mitico frank Zappa è morto di un cancro alla prostata a 53 anni, e avevo piu capelli di quanti ne avessi io a 15 anni....
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Guarda, Carrera, lo studio su aga e cancro alla prostata di cui sopra è un po' una curiosità e come tale va presa, ma un conto è ammalarsi di cancro alla prostata un conto è morirne. Quindi può essere anche che il calvo si ammali, ma riesca a impedire la metastasi, mentre il non calvo si ammali meno frequentemente, ma più gravemente quando gli dovesse capitare.

Può anche darsi che la calvizie leggera sia invece protettiva, analogamente a quanto accade nella talassemia, che ha la sua ragione evolutiva nella protezione dalla malaria, ma questa protezione funziona bene solo per gli ibridi che possiedono entrambi i geni (quello normale e quello talassemico), mentre diventa malattia se si ha il genotipo con entrambi i geni talassemici.

Quindi il calvo puro potrebbe ammalarsi per eccesso di DHT o di sensibilità ad esso, mentre lo spelacchiato potrebbe avere più chances di sopravvivere essendo meno sensibile al DHT e nello stesso tempo essere maggiormente in grado del capellone di reagire se dovesse sviluppare questo tumore.

Comunque una cosa che non mi convice di questa teoria evolutiva che lega aga e cancro alla prostata è che questa malattia si verifica di solito dopo che la stragrande maggioranza dei nostro progenitori aveva procreato, ossia in età avanzata e la teoria dell'evoluzione, purtroppo, non prevede meccanismi intesi a salvaguardare gli organismi che hanno compiuto il proprio ciclo riproduttivo. E' vero che i maschi possono procreare sino in tarda età, ma si tratta di una produzione marginale o comunque parziale di prole, inoltre pochi individui arrivavano all'età in cui di solito si sviluppa questo cancro, quindi i conti non tornano.
Tuttavia la peculiarità dell'uomo sta anche nel fatto che con la cultura (ossia tutto quello che non è ambiente, natura) può avere i meccanismi evolutivi che valgono per le altre specie (altrimenti un, chessò, Maurizio Costanzo non avrebbe mai avuto tante compagne[:)]) e quindi non è impensabile che possano essere stati favoriti i patriarchi (ossia i geni che favoriscono in qualche modo la longevità) per il numero di figli messi al mondo e per la lunga trasmissione di cultura e di protezioni fornite alla propria prole.


Ciao

MA - r l i n



 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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Io vorrei solo sapere se c'é un feedback fra attivazione di geni antiproliferativi come il P16, cioé meccanismi endogeni anticancerogeni, e l'interazoine com nutraceutici anticancerogeni esogeni, come i flavonoidi, il té verde ecc...
Cmq lo studio evidenzia il collegamento tra alopecia androgenetica e i processi più olistici e profondi dell'invecchiamento, non ultimo i marker dello stress ossidativo (anche ambientale)cui pare che le cellule dei follicoli siano più esposte.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Julien se ho capito bene vorresti sapere se prendere gli antiossidanti bloccherebbe l'azione distruttiva del P16 che altrimenti fa da sè creando disastri.

A me piacerebbe sapere invece come avere ricescita, se in fondo a questo tunnel insomma, c'è la luce che tutti attendono, anche quelli che devono soprattutto salvaguardare ciò che hanno e benchè si parli di staminali e di rigenerazione cellulare non mi pare di averla scorta.

Inizio a pensare che la soluzione più brillante e adeguata sarà proprio la clonazione dei bulbi seguita da trapianto, e che agendo (bio)chimicamente si possa ottenere ben poca cosa, essendo l'intera faccenda maledettamente complessa e multifattoriale.


Ciao

MA - r l i n
 

titty

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23 Aprile 2005
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si veramente carino lo studio sull'estratto di eucalipto sopratutto perchè fatto in vivo e su persone.. non l'ho trovato su pubmed però..

Qui si utilizza l'estratto e non l'olio essenziale, l'estratto si trova cn più difficoltà.. se lo trovo lo provo.
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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pe me la cosa più interessante è la scoperta dell'attivazione del TGF Beta1 da parte dei radicali liberi.


Role of Reactive Oxygen Species (ROS) on Androgen-Inducible TGF-Beta1 Regulation
of Dermal Papilla Cells
H.G. Yoo, Y.J. Kang, S.R. Lee, H.K. Pyo, O.S. Kwon,
K.H. Kim, H.C. Eun, K.H. Cho
Department of Dermatology, Seoul National University,
College of Medicine, Laboratory of Cutaneous Aging and Hair Research, Clinical Research Institute, Seoul National University Hospital and Institute of Dermatological Science, Seoul National University, Seoul, Korea Little is known about the roles of androgen on the regulation of redox states in dermal papilla cells, a cellular process known to profoundly increase with aging. The androgen receptor (AR) has been reported to modulate TGF-Beta1/Smad signaling and to be overexpressed in androgen-dependent scalp areas of patients with androgenetic alopecia. The rat vibrissae dermal papilla cell line (DP-6) over-expressed with AR was investigated to evaluate the role of ROS on androgen-induced increase of TGF-Beta1 secretion. AR stablytransfected DP-6 cells were incubated with R1881 or dihydrotestosterone (DHT). Flow cytometry and laser scanning confocal microscopy were undertaken to measure ROS production and an ELISA assay to evaluate TGF-Beta1 secretion after androgen treatment. A TGF-Beta1 promoter activity assay was also performed whether to be influenced by pretreatment of ROS scavengers. Androgen markedly increased ROS generation and the androgen-inducible ROS augmented TGF-Beta1 secretion from dermal papilla cells. Treatment with ROS scavenger or several species of inhibitors decreased ROS production and TGF-Beta1 expression. Luciferase reporter assays showed suppression of TGF-Beta1 promoter signaling by ROS scavengers. In conclusion, our study shows for the first time that androgen-induced TGF-Beta1 accumulation in dermal papilla cells would be mediated by ROS production and prevented by antioxidants or ROS inhibitors.


Study of Cell Senescence in Cultured Primary Balding and Non-Balding
Dermal Papilla Cells
A.W. Bahta
Dermatology (QMUL), London, UK
The dermal papilla (DP) expresses androgen receptors and is known to control normal hair growth. The paradox of androgen action in human hair growth is well established but the molecular mechanisms are poorly understood. DP cells derived from frontal (balding) human scalp hair follicles (BDPC) are used to study androgenetic alopecia. Cultured BDPC are known to have a much slower rate of growth in vitro than DP from non-balding sites (NBDPC), however, the cause of this has not been reported. In this study we have investigated the growth of human BDPC and NBDPC in vitro. We observed that BDPC have a limited life span of 2–6 passages. We observed that from passage 2 onwards BDPC but not NBDPC showed a large flattened morphology characteristic of senescent fibroblasts and that once they had assumed this morphology they could no longer be passaged. We showed that these BDPC but not NBDPC of the same passage expressed senescence-associated beta-galactosidase activity at pH-6. Moreover, stress-induced premature senescence was induced with more prominent characteristic behaviour in BDPC than NBDPC after exposure to sub-cytotoxic levels of H2O2 a known inducer of oxidative stress. Finally BDPC also expressed a wide range of [b oxidative stress markers including HSP27, Super Oxide Dismutase and Catalase. These data suggest that the well documented, slower in vitro proliferative rate of BDPC is due in part to [b premature senescence. Moreover, our observation that cultured BDPC express markers of oxidative stress and their response to H2O2 suggest that oxidative stress may play a major role in male pattern hair loss. Others and we have observed that DHT is able to induce TGF-Beta1 in BDPC. TGF-Beta1 is known to induce oxidative stress[/b] and this may therefore, link androgens with oxidative stress[/b] and help explain the paradox of androgen action on hair growth.

quanto all'eucalipto ho trovato questo:
http://www.scisoc.or.th/stt/31/sec_b/paper/stt31_B0010.pdf

chi ha voglia di spulciare i riferimenti bibliografici di questo pdf?
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Appeno ho tempo do una guardata al tutto (che ho salvato).

Però non capisco questa cosa del paradosso degli androgeni, io sapevo che questo si riferisce al fatto che gli androgeni fanno crescere e prosperare tutti i peli, ma fanno miniaturizzare i capelli (se uno è sensibile).
Ora qui si legano gli androgeni al TGF-beta1 (cosa nota, peraltro forse proprio da questo studio), ma questo dovrebbe avvenire in ogni pelo e non solo nei capelli, quindi il succitato paradosso non si spiega.

Forse occorre leggere il tutto.

Ciao

MA - r l i n
 

titty

Utente
23 Aprile 2005
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dunque ho letto l'ultimo pdf sull'eucalipto.. in sostanza si dice ke l'estratto di eucalipto 3% migliora le caratteristiche del fusto del capello in seguito alla sperimentazione, miglioramento dovuto ad una morfogenesi diversa del capello e non x l'azione dell'estratto sul fusto. Non c'è ingrossamento del diametro. Questo è lo studio antecedente a quello in cui si valutava la stimolazione della vegf.. (sempre dallo stesso laboratorio di ricerca) e quest'utimo (presente qui ultime pag http://content.karger.com/ProdukteDB/produkte.asp?Aktion=ShowPDF&ProduktNr=224164&ArtikelNr=92842&fi)
è stato fatto proprio per capire i meccanismi del miglioramento estetico del capello ke compariva nel primo studio.

Sembra molto interessante, lo stesso minox è uno stimolatore della vegf, attraverso l'adenosina sembra.

Alcune domande: Perchè questi studi non si trovano su pubmed? e perchè non c'è stato ingrossamento del fusto nonostante la stimolazione della vegf, cosa ke fanno sia minox ke adenosina 0,7%?
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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non tutti gli aritocli di medicina sono registrati su Medline.
Questi fanno parte della fondazione hair research fiundation society: molti articoli di questa fondazione appaioni ache su pubmed. L'ultimo articolo apparso sulla calvizie, che la associa alla precoce senescena e all'attivaione del gene p16, si rifà in qualche modo agli studi che ho linkato sopra e che non sono presenti su Medline.
Riguardo all'ingrossamento del fusto non saprei. Cmq anche prolungare la fase anagen non sarebbe male perché porterebbe a una minore quantità di capelli in fase exogen conferendo una desità maggiore. (exogen= quando il capello si stacca e il follicolo non presenta a prima vista un nuovo capello in crescita cioé è vuoto)
 

marlin

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Riprendiamo un po di attività di ricerca[:)]:


http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?Db=pubmed&Cmd=ShowDetailView&TermToSearch=17986282&ordinalpos=2&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum

Capito ? Adesso c'è anche la 5 AR TIPO III (3, tre[:)]).

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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oh my god... cmq dice indicated no or little expression in normal adult organs.
vedremo quali saranno le nuove acquisizioni e se avranno una certa rilevanza per l'ambito che qui specificamente ci interessa di più-
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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http://www.ehrs.org/conferenceabstracts/2005zurich/researchabstracts/P1-birch.htm

Sarò vero? il mio indice misura esattamente la stessa lunghezza dell'anulare.
In Inghilterra il test delle dita è utilizzato per valutare la predisposizione alle materie scientifiche/umanistico-artistiche. (maggior lunghezza dell'indice, quindi amggior esposizione al testosterone intrauterino predisporrebbe per le matematiche e il pensiero logico, viceversa maggior tasso di estrogeni si evidenzierebbe in una maggiore lunghezzza dell'anulare e predisporrebbe all'arte e alle capacità linguistiche).
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Non ho capito lo studio, alla fine si dice che solo gli over 50 che non soffrono di calvizie hanno un rapporto indice/anulare superiore in modo significativo a coloro che pure non soffrono di calvizie (l'intero gruppo ne deduco).
Come può c'entrare il testosterone intrauterino se c'è questa differenza mostrata con l'età ?

Comunque questi studi sono stati abbastanza criticati, anche perchè non sempre le cose quadrano.

Ciao

MA - r l i n
 

lupin78

Utente
27 Luglio 2006
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ho visto che si parlava anche di adenosina.. insomma questo elemento secondo voi ha una certa efficacia nel combattere le calvizie??