per Marlin e Julien, parere

dinello73

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7 Dicembre 2006
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Per Marlin o altri:
ho una curiosita',nel 1996 presi un farmaco chiamato Roaccutan per l'acne,avendo sempre avuto i capelli grassi,e dovendoli lavare spesso,mi ricordo che in quel periodo potevo stare piu' di una settimana senza lavarli che erano perfetti,piu' morbidi di gente con capelli senza problemi.Ricordo che ne perdevo pochissimi.Le mie domande sono:
1)esiste gente che diventa calva senza avere i capelli grassi?
2)C'e' qualche rimedio naturale per avere gli stessi effetti di quel farmaco?
Grazie a tutti.
Saluti
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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Citazione:
1)esiste gente che diventa calva senza avere i capelli grassi?
2)C'e' qualche rimedio naturale per avere gli stessi effetti di quel farmaco?


1) la dermatite seborroica non è necessariamente associata allo sviluppo di calvizie (anche se frequente è la concomitanza delle due affezioni).
2) direi l'ortica (o nipononivea) e te verde.

Marlin, non ha battuto ciglio in merito all'effetto dei carotenoidi del pomodoro nei ratti...
 

marlin

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Sai, Julien, che qui in Italia si fa un largo uso del pomodoro da secoli e qualcosa mi dice che non può essere la soluzione per i nostri problemi, che, al momento, non sono proprio quelli della prostata[:)].

Comunque mi riprometto in questi giorni di fare un commento qui alla ricerca che mi hai mandato sugli enzimi che in effetti era piena di informazioni utili per chiarire molti più o meno oscuri.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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Citazione:Messaggio inserito da Marlin
Sai, Julien, che qui in Italia si fa un largo uso del pomodoro da secoli e qualcosa mi dice che non può essere la soluzione per i nostri problemi, che, al momento, non sono proprio quelli della prostata[:)].


Vero, ma trovo interessante che nei ratti aumenti considerevolmente l'attività della 17-beta-HDS IV (magari anche nei follicoli, dato che i caroteni si depositano soprattutto nella pelle?), uno di quegli isoenzimi che, come ho appreso dall'articolo che ti ho linkato, depotenzia gli androgeni. Pare che i triterpeni della liquirizia avessero un effetto simile. I carotenoidi però non hanno l'effetto secondario di alzare la pressione e interagire con il metabolismo dell'aldosterone.


Citazione:Comunque mi riprometto in questi giorni di fare un commento qui alla ricerca che mi hai mandato sugli enzimi che in effetti era piena di informazioni utili per chiarire molti più o meno oscuri.


bene, io adesso non ne avrei il tempo. in questi giorni fra l'altro mi sono riletto per bene tutto il saggio compilativo sulla hair biology. anche li ci sarebbero notizie da comunicare, suggerimenti da approfondire...
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Temo però che la 17-beta HSS di tipo 4 non sia quella più importante per la pelle (credo sia invece la tipo 2).

Avrei parlato anche della liquirizia e ne parlerò, perchè è stata spesso sottovalutata in funzione antiandrogena, invece gli studi ci sono.

Sull' hair biology avevo fatto un riassuntino veloce, di certo non esaustivo, quindi se hai notato qualcosa di particolare che è passato inosservato, segnalalo, perchè 4 occhi vedono meglio di 2[:)]

Ciao

MA - r l i n
 

marlin

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Ecco il riassuntino del documento sugli enzimi coinvolti nel metabolsismo cutaneo degli androgeni:

Nel documento si parla degli enzimi che compiono le trasformazioni degli ormoni steroidei sessuali a livello di cute e di annessi cutanei (ghianole sebacee, follicoli, ghiandole sudoripare).. La produzione locale di questi ormoni ha fatto coniare il termine di intracrinologia.E' importante sapere che qesti ormoni si distinguono per il numero di carboni: C19 sono gli androgeni, C18 gli estrogeni e C21 progestenoidi. A livello di questi organi periferici pare che il testosterone derivi principalmente dal DHEA-S con la trasformazione data prima dalla solfatasi steroidale e quindi dagli enzimi 3beta-delta5-HSD e il 17beta-HSD (da qui in poi 3BHSD e 17BHSD). Da qui in poi il testosterone può essere trasformato nell'androgeno più attivante che è il DHT a opera dei due coenzimi della 5AR. Sono le ghiandole sebacee e sudorifere a compiere le maggiori trasformazioni di androgeni a livello periferico, tanto che nelle donne anziane questa trasformazione rappresenta il 100% della produzione di androgeni, mentre negli uomini adulti sarebbe il 50%, quindi niente affatto trascurabile.

La 3BHSD è presente nella papilla dermica dei follicoli e contribuirebbe con la produzione di T dall'androstenadiolo all'aga. Gli inibitori steroidei sono il ciproterone acetato, il norgestrel, il trilostano e il noretindrone, quelli non steroidei gli isoflavoni (genisteina) e il cianochetone.

La 17BHSD ha ben 7 isoenzimi, quelli dispari rafforzano gli androgeni, mentre quelli pari li depotenziano (con una riduzione li potenziano e con l'operzione inversa detta ossidazione li riducono in forme meno attive).
Non tutti questi isoenzsimi si trovano in tutti gli organi. Pare che a livello di follicolo se la giochino la 1 e la 2 con questa più abbondante in anagen nella guaina della radice (interna ed esterna). L'inibizione del tipo 1 avverrebbe a opera di alcuni composti particolari dell'estradiolo e da flavonoidi, isoflavoni e lignani, questi, purtroppo, inibirebbero anche la tipo 2 che è invece utile contro l'aga. Anche la glicirrizina e l'acido glicirretinco inibirebbero la 17HSD quella delle ovaie che è prevalentemente di tipo1. Può essere interessante sapere che in cheratinociti coltivati si è potuta aumentare l'espressione della tipo 2 con 1,25 diidrossivtamina D3.

Le 5AR sono qui già abbastanza conosciute, comunque può essere interessante sapere che l'esatta distribuzione dei due enzimi nel follicolo è ancora incerta e che la tipo 1 è quella di cui andrebbe stabilita l'esistenza in questi organi in vivo, mentre è certa la sua predominanza nella ghiandola sebacea. La tipo 2 è invece, come è noto, la più attiva nei follicoli dello scalpo e ancor più della barba. Gli inibtori sono più o meno tuttio conosciuti, per la tipo 1 si conferma l'EGCG del the verde, lo zinco, l'acido azelaico (otre a alcuni azasteroidi e altri composti), mentre la tipo 2 oltre alla solita fina, annovera come inibitore il 17alfa estradiolo e un composto dell'acido butirrico. Inibitori di entrambe le forme sono, oltre a duta e altri azasteroidi e dei composti del progesterone, sernoa, artocarpo, alizarina, curcumina, isoflavoni e lignani, acido grasso mirsitoleico e gamma linolenico, il benzochinolinone, un altro composto dell'acido butirrico e i derivati della fenazina come la riboflavina.

Vi è poi l'aromatasi, che trasforma gli androgeni in estrogeni e che si pensa sia utile contro l'aga. La cAMP indurrebbe la produzione di questo enzima così come quegli agenti che la utilizzano come secondo messaggero. Ma anche gli stessi androgeni e i corticosteroidi (come l'idrocortisone) ne stimolerebbero l'espressione.Servirebbero però degli studi su pazienti privi di questo enzima o che lo hanno in modo eccessivo per capire quanto contribuisca a certe patologie tra cui l'aga.

Infine c'è la 3alfaHSD che è quell'enzima che trasforma il DHT in 3a-Adiol rendendolo meno potente. Anche questa ha 3 tipi di forme e la tipo 3 sarebbe quella presente nei cheratinociti, tuttavia si sa ancora poco di questo enzima e quindi non sono indicare sostanza per attivarlo o inibirlo.

Va messo in evidenza che tutte le trasformazioni di questo tipo avvengono grazie all'iniziale trasformazione della DHEA-S in DHEA e quindi con l'enzima solfatasi che è presente i varie cellule dei follicoli e che viene inibito con l'estrone solfamato (solfato?) e con alcune composti ticiclici e sulfamati delle cumarine. Non è però certo che l'alopecia sia prodotta da un eccesso a monte di DHEA. Può essere invece interessante sapere che è questo enzima e quindi la DHEA a essere ritenuto quello maggiormente coinvolto nel acne e che pare che gli antiaromatasi la incrementino nei soggetti adulti.


Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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Citazione:Va messo in evidenza che tutte le trasformazioni di questo tipo avvengono grazie all'iniziale trasformazione della DHEA-S in DHEA e quindi con l'enzima solfatasi che è presente i varie cellule dei follicoli e che viene inibito con l'estrone solfamato (solfato?) e con alcune composti ticiclici e sulfamati delle cumarine. Non è però certo che l'alopecia sia prodotta da un eccesso a monte di DHEA. Può essere invece interessante sapere che è questo enzima e quindi la DHEA a essere ritenuto quello maggiormente coinvolto nel acne e che pare che gli antiaromatasi la incrementino nei soggetti adulti.

ottimo Marlin, in realtà sui lignani c'è solo quello studio di Evans, che paraltro non è nemmeno disponibile (l'avevo anche chiesto a Gal, ma non erano riusciti a scaricarlo), e mi pare poco per avere un quadro oggettivo. L'estrone solfamato deriva dall'acido solfamicohttp://en.wikipedia.org/wiki/Sulfamic_acid, non dall'acido solforicohttp://en.wikipedia.org/wiki/Sulfuric_acid, da cui appunto derivano i solfati. Sapevo che Marliani utilizzava l'estrone solfato, che però è introvabile e quindi col tempo è stato sostituito con il più comune estrone base.(forse l'estrone solfamato agirebbe sia sulla solfatasi, inibendola, sia promuovendo l'anagen attravero i recettori ERalpha e Beta? I dati mostrano che alla concentrazione di 1nM è già molto attivo nella inibizione dell STS)
Fai bene a sottolineare l'importanza della solfatasi (STS), ma dagli studi sui soggetti deficitari di questo enzima (che presentano dei problemi di keratinizzazione alle unghie) la correlazione con la calvizie appare controversa.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...=Retrieve&dopt=abstractplus&list_uids=2080119
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...Retrieve&dopt=abstractplus&list_uids=10393443
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...Retrieve&dopt=abstractplus&list_uids=14571075

questo studio può rendere ragione di risultati contrastanti.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...=Retrieve&dopt=abstractplus&list_uids=8588575

c'é anche questo studio di Hoffman, dell'università di Maburgo (una delle avanguardie tricologiche d'Europa) sulla solfatasi nei follicoli:
http://www.nature.com/jid/journal/v117/n6/pdf/5601298a.pdf
l'articolo si chiude in modo perentorio auspicando come alcuni nuovi possibili interventi farmacologici siano indirizzati alla inibizione della STS. Come è anche scritto è rimarchevole che la STS si trovi maggiornmente espressa nella zona anatomica della PSU (pilosebaceous unit) laddove è maggiore la 5AR, ossia la DPC (Dermal papilla cell), e laddove è anche particolarmente attiva la 3-beta HDS, che converte l'androstenediolo in Testosterone (dipsonibile per essere convertito in DHT). Androstenesione e androstenediolo (convertibili in Testosterone) derivano dal DHEA, che deriva a sua volta dal DHEAShttp://www.benbest.com/nutrceut/DHEA_S.jpg, prima che la STS de-sofatizzi lo steroide. Quindi si vede la centralità di questo enzima. Hoffman e collaboratori hanno comunque dimostrato in vitro che i capelli umani a partire dal DHEAS metabolizzano come prodotto finale il Dhydrotestosterone.
(naturalmente il testo giunge ai follicoli anche col torrente sanguigno, essendo prodotto constantemente dai testicoli, però mi sa che la sua influenza endocrina non è più alta di quello derivato perifericamente a partire dal DHEAS, che è comunque lo steroide plasmatico più abbondante.)

perdonami se metto molta carne al fuoco, ma è assolutamente da leggere la letteratura sui composti naturali in grado di inibire la steroid sulfatase (STS), fra cui spiccano alcuni flavonoidi e isoflavonoidi:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...uids=15465105&query_hl=31&itool=pubmed_docsum
http://jcem.endojournals.org/cgi/reprint/89/4/1779.pdf

come sai i flavonoidi hanno una struttura che ricalca determinate posizioni della struttura degli steroidi e pertanto finiscono per interagire con il substrato degli enzimi responsabili delle metabolizzazioni degli steroidi. (di qui l'effetto estrogenico/antiestrogenico di molti composti di origine vegetale, per somiglianza all'estradiolo)
dato però che molti di questi composti vengono solfatati, finiscono anche per interagire (sia pur in modo blando) con gli enzimi della solfatasi...
 

juliensorel

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Marlin, dato che nei nostri messaggi privati il discorso è andato a parare sul metabolismo del testosterone cutaneo ti volevo segnalare questo pdf con uno schemino molto completo e ben fatto (Fig. 1 pag 3) http://www.prostate-cancer.org/resource/pdf/Is2-3.pdf
come vedi a partire da un metabolita dell'androstenedione, il 5alpha-androstane-3, 17 dione http://www.brenda.uni-koeln.de/Mol/Mol.image.php4?ID=5487&size=small la 17-beta-HDS ricava DHT. Lo sapevi? sarebbe una via per ricavare DHT senza passare dal testosteorne.
Comunque un decremento di DHEA nei follicoli significherebbe prima di tutto meno testosterone, androstenedione DHT e credo che in fin dei conti ci sia da guadagnarci... comunque ragioniamoci su...
 

marlin

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Sempre molto interessante quel notiziario sulle ricerche per il cancro alla prostata, Julien; questo percorso alternativo alla produzione di DHT credo sia trascurabile per i follicoli e per questo sia stato sinora trascurato[:)].

Per quanto riguarda il blocco della solfatasi, come ti ho anticipato in privato, a mio giudizio potrebbe bloccare anche gli estrogeni e quindi la loro possibile attività anti-aga. A me piacerebbe sperimentare una serie di barriere per i vari livelli di trasformazione. Io credo che la decursina che io sto ancora usando (come Angelica coreana estratto della radice) sia stata citata come potente antiandrogeno proprio per questa azione sulla solfatasi, infatti tra le sostanze citate nello studio sugli enzimi ci sono vari derivati cumarinici.

Credo però che l'inibizione da parte di certe sostanze naturali non sia affatto completa e per questo potrebbe servire intervenire a più livelli e non solo sul primo (solfatasi).

Per la solfatasi quindi proporrei Angelica coreana (o 8-mop), per la 3beta-HSD forse si può puntare sugli isoflavoni della soia (ma come vedi, è attivo pure il ciproterone acetato), mentre per la 17beta-HSD di tipo 1 provereri gli estratti di liquirizia (e la vitamina D3 per incrementare quella di tipo 2), infine per la 5AR non ci sarebbe che l'imbarazzo della scelta, ma io punterei, ora come ora, sugli acidi grassi appositi.

Questo per restare sul naturale e sul disponibile.

Resto del parere che il meglio per noi sono gli inbitori specifici della 5AR di tipo 2, perchè portano a casa i maggiori risultati con il minimo sforzo.

A questo propostito devo dire che se avessi letto prima che zinco e acido azelaico inibiscono solo la 5AR di tipo uno, non avrei continuato ad applicarli per tutti questi anni.[:)]
Comunque, almeno adesso mi spiego perchè non siano eccezionali in ricrescita.

Le sostanze generaliste come gli isoflavoni, i lignani, etc. possono dare un colpo al cerchio e uno alla botte e non spostare di molto la situazione come nel caso dell'inibizione della 17beta-HSD sia di tipo 1 che 2. Certo forse recuperano in utilità inibendo, sempre genericamente, le due 5AR, ma penso che non siano sufficienti a ribaltare sensibilmente la situazione.

Forse, queste sostanze naturali, usate tutte assieme in dosi adeguate potrebbero infine sortire effetti positivi; il mix andrebbe provato.

Vedo infine con piacere che il 17alfa estradiolo sarebbe un inibitore specifico della 5AR di tipo 2, benchè si dica non sia molto forte, potrebbe recuperare in potenza proprio per questa sua specificità.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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http://www.nature.com/jid/journal/v120/n6/pdf/5603399a.pdf
Marlin, per completare il quadro ti segnalo anche un articolo molto importante del 2003 che mi era passato inosservato in un primo momento: dimostra come la pelle sia una sede di produzione di steroidi (dall'acetato al colesterolo, dal colesterolo al pregnenolone e quindi ad altri steroidi...) (e non solo una sede della loro intercoversione). La cosa credo abbia una certa rilevanza e pare che in questa steroidogenesi siano coinvolti gli enzimi del citocromo p450: non è quello che va ad inibire il nizoral?
 

marlin

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Casca a proposito questo articolo, Julien, perchè infatti dopo tutte queste letture mi si ripresentava il dilemma degli antiaromatasi; vale a dire come mai questi agenti, secondo alcuni, possono contribuire a combattere l'aga, quando in teoria dovrebbe essere il contrario.

Io ho sempre ipotizzato che questo tipo di inibizione finisse per bloccare tutta una serie di enzimi e che nella somma di tutto il risultato fosse favorevole alla crescita, anche se l'aromatasi avrebbe potuto essere ugualmente utile.

Gli antiaromatasi sono infatti stati inizialmente provati da chi aveva problemi di formazione di eccessiva massa grassa e di ritenzione idrica dovuta alla trasformazione degli androgeni in estrogeni, quindi i tessuti coinvolti non erano esattamente quelli attinenti con la pelle, ma muscoli e sottocutaneo che probabilmente non hanno i molti enzimi e recettori che ha invece la cute con i suoi annessi. Bloccando l'aromatasi si hanno quindi solo riscontri diretti legati a questo tipo di inibizione, mentre con la cute si bloccherebbero tutta la famiglia di enzimi compresi questi due (P450scc e P450c17) che ostacolerebbero l'intera produzione di steroidi da parte delle pelle, a cominciare addirittura dall'acetato e non dal colesterolo o dal DHEA-S. Insomma un'inibizione all'ingrosso che finirebbe per essere positiva, sempre all'ingrosso.

Questo studio mi riporta alla mente le famose 40 pag. in cui nel paralare degli oromoni si diceva chiaramente che anche senza di loro, che pur li regolano, i peli e i capelli avrebbero una vita propria, forse anche più lunga e intensa. In effetti uno dei problemi evolutivi è stato quello di trovare dei meccanismi che regolassero i peli destinati altrimenti a crescere indefinitamente creando problemi pesanti ai loro portatori, quindi senza che si prevedesse l'utilizzo delle forbici[:)]

Quindi privando i follicoli di ormoni si dovrebbero ottenere dei buoni risultati di crescita (un po' come pare accada con la denervazione), anche se resta da capire cosa invece possa essere utile per la ricrescita di tutto il follicolo.

Venendo al lato pratico, dovremmo indagare meglio su cosa possa produrre questo DAX che inibirebbe un po' tutti questi enzimi, vedi ad es:

http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=13904673


Ciao

MA - r l i n
 

marlin

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E' di sette anni fa; non che le cose vecchie non possano essere utili, vedi l'ortica e il luppolo[8D], però penso che adesso ne sappiamo un po' di più e soprattutto sappiamo che quel che va bene per la prostata può non andar bene per i follicoli.

Sto quasi finendo la documentazione sugli estrogeni, mentre ho letto attentamente quella sugli flavonoidi e isoflavoni e anche quanto hai linkato oggi sugli studi di genetica.

Pare che la pura e semplice inibizione dell'aromatasi sia alopecizzante, si rafforza quindi la mia convinzione che gli antiaromatasi generici siano i migliori per noi perchè agiscono su una serie di enzimi, mentre quelli specifici vanno bene solo per curare i tumori. Ci pensi chi vuole risolvere i sides di fina con farmaci troppo specifici.

Alla fine forse un qualcosa come il keto è quello che stiamo cercando per inibire più enzimi possibili ai più alti livelli di trasformazione degli ormoni steroidei.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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Citazione:Messaggio inserito da Marlin
E' di sette anni fa; non che le cose vecchie non possano essere utili, vedi l'ortica e il luppolo[8D], però penso che adesso ne sappiamo un po' di più e soprattutto sappiamo che quel che va bene per la prostata può non andar bene per i follicoli.


Ecco allora qualcosa di più recente e specifico. Però a me già quella inibizione in vitro del 98% mi sembrava qualcosa da non sottovalutare.
In questo modello animale (non è un modello dell'aga, ma anche la nipo è stata testata così) è dimostrato un effetto tricogeno da parte di questo carotenoide, che pare sia il composto a orac più elevato fra i nutraceutici. (credo peraltro che se andava a potenziare gli effetti del palmetto, possa fare altrettanto con la nipo, senza contare che l'alga haematococcus pluvialis contiene una diversificata quantità di acidi grassi.. se prestiamo fede agli studi su nipo e ganoderma lucidum... peccato che ne abbia inserita solo 0,5 mg/die nell'integratore che attualmente uso, la Solgar propone un dosaggio di 4mg, mentre altri integratori a base di haematococcus pluvialis ne contengono 2mg).

http://www.freepatentsonline.com/20060269497.html

articolo compilativo sull'astaxanthina
http://www.cyanotech.com/pdfs/bioastin/batl09.pdf

 

marlin

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Dopo essermi trebbiato varie ricerche, l'unica cosa che mi piacerebbe sentire è che qualche principio attivo disponibile, anche l'astaxantina, inibisca alla grande la 5 AR di tipo 2. Solo allora potremmo contare su questo principio con la concreta speranza che inverta il processo di miniaturizzazione.

Non capisco però cosa c'entri il ganoderma che è un fungo che contiene degli ecdysteroidi è vero che i crostacei sono ricchi di entrambi (astaxantina e ecdysteroidi), ma credo che agiscano in due modi diversi.

Ciao

MA - r l i n



 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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Citazione:Non capisco però cosa c'entri il ganoderma che è un fungo che contiene degli ecdysteroidi è vero che i crostacei sono ricchi di entrambi (astaxantina e ecdysteroidi), ma credo che agiscano in due modi diversi.


Scusa, andando di fretta ho fatto confusione con il Lygodium Japonicum o Ligodi Spora, anche lì era invocato il potere antiandrogeno di vari acidi grassi. Comunque a fronte di una inibizione in vitro del 98% puoi stare sicuro che a essere inibito è anche l'isoenzima II, anche tenuto conto del fatto che nella prostata è espresso e che i tests con l'estratto di Serenoa arricchito con Haematococcus pluvialis sono stati eseguiti con membrane microsomiali delle cellule della prostata.
 

marlin

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Il problema Julien, potrebbe essere proprio quell' in vitro, mi pare che proprio nel lungo documento sugli estrogeni si affronti questa questione di come siano diversi i risultati in vitro da quelli in vivo, nonchè la differenza in certi casi, tra i test sugli animali e sugli uomini (in certi casi, cerchiamo di non generalizzare).

La nipo era in vitro che inibiva il 70% della 5 AR (quale ?), altre piante superavano l'80%. Io credo che sinchè non si parla di un inibitore specifico queste percentuali non significhino molto. Parlando di 98%, come si fa a sapere quanta 5 AR tipo 2 era presente nel campione ? Forse non era affatto presente, infatti i due isoenzimi sono distribuiti in maniera differente nei vari tessuti. Ricordo che dati simili valevano anche per azelaico e vit. b6, solo che adesso si è saputo (ho letto nel documento sugli enzimi) che sono inibitori solo della 5AR di tipo 1.

Gli inibitori specifici della tipo 2 hanno caratteristiche di struttura particolari, mentre esistono molti inibitori generici che hanno caratteristiche ibride, e quindi non sufficiente affinità per entrambi gli isoenzimi, ma in particolare per la tipo 2 che è quella meno diffusa e meno studiata, ma è la più influente nell'aga.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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Citazione:Messaggio inserito da Marlin
Parlando di 98%, come si fa a sapere quanta 5 AR tipo 2 era presente nel campione ? Forse non era affatto presente, infatti i due isoenzimi sono distribuiti in maniera differente nei vari tessuti.

Ti facevo infatti notare che i tests di inibizione erano stati fatti utilizzando l'enizma proveniente dai tessuti prostatici (l'accoppiata Palmetto-astaxanthina è stata pensata per i disturbi alla prostata), che, come sai, esprimono l'isoenzima tipo II e I.

Molti esperimenti sono condotti in vitro perché ciò permette un controllo sulle variabili altrimenti non ottenibile in vivo.
Questo però (a volte, non sempre) può portare a risultati inaspettati: ad esempio mi è capitato questo articolo sull'effetto del minoxidil sui capelli coltivati (in vitro). Beh, sembra inefficace, e per di più in assenza di insulina il Minox inibirebbe addirittura la crescita... Fra le firme, anche quella del noto Farjo.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/...uids=15447724&query_hl=18&itool=pubmed_docsum

 

marlin

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I tessuti prostatici contengono entrambi gli isoenzimi, però c'è tessuto e tessuto, almeno così è per il follicolo, io penso che nella prostata sia sempre prevalente l'isoenzima I e può essere che nel tessuto utilizzato sia il solo o abbia una larghissima prevalenza. Bisognerebbe verificare.

Sul teorico effetto negativo del minox avevo letto i quelle famose 40 pag. che ripercorrevano le tappe più recenti della tricologia. La cosa lasciva perplessi gli estensori del documento.
Interessante comunque questo documento, perchè ricorda che solo un terzo di chi usa minoxidil dopo un anno riesce ad vedere qualche ricrescita (se si fosse trattato di un cosmetico e non di un farmaco si sarebbe detto che non è soddisfacente[:D]), io ero rimasto su livelli più alti, se non ricordo male oltre sul 60%.

La mancanza d'insulina che non farebbe funzionare il minox riapre invece la questione della restistenza alla stessa, che mi pare diventi così importante come cofattore per il successo della terapia con minoxidil e magari altre sostanze analoghe.

Quanto all'astaxantina, volente o nolente[:D] l'assumerò tra un mesetto perchè ho appena comprato il superantiox di Galenico che comincerò appena avrò terminato il, diciamo, simil-capsures (in pratica il mio vecchi resveratrolo con aggiunta di curcuma e bioperina). Ne contiene appunto 0,5 mg e una analoga quantità di zeaxantina, più tutto il resto.
Queste due insieme alla luteina sono anche le sostanze contenute in integratori per il mantenimento della vista dai danni alla macula (le sta prendendo mia madre che ha questo problema serio), si suppone quindi che siano potenti, dal momento che sono prescritte per queste malattie che possono portare alla disabilità.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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Grazie all'interessamento di Gal che mi ha spedito l'articolo di Sinclair ho approfondito la questione del resveratrolo e i geni SIRT.

Sembra che una dose apparentemente elevata come 50mg/die sia sommamente piccola se la confronti con i dosaggi che hanno somministrato ai ratti. GLi effetti del resveratrolo sono dose-dipendenti e sono stati testati a due dosaggi. Una low dose di 5.1 +/- 0.1 mg/Kg al dì e un'altra high dose di 22.4 +/- 0.4 mg/kg al dì. La seconda dose, che è quella che ha dato i risultati più importanti ed equivale, rapportata alla somministrazione in un soggetto dal peso medio di 75 Kg, ad oltre 1,6 grammi di resveratrolo! Ora mi spiego perché Sinclair ha pubblicato anche un articolo che si occupa della sintesi di derivati stilbenici più potenti a dosi inferiori.
Gli effetti del resveratrolo si esplicano in differenti modi: mappando fra 41,534 geni l'espressione di 782 sarebbe modificata significativamente. Ciò che tornerebbe maggiormente utile nella terapia tricologica è inanzitutto il fatto che il resv. incrementa la sensibilità all'insulina, (come sai l'insulino resistenza è spesso associata alla calvizie, e un maggior tasso sierico di IGF-1 è connsso a calvizie nel vertice). In secondo luogo fra i geni la cui espressione è maggiormente incrementata dal resveratrolo vi sono sorprendentemente quelli legati agli enzimi della hydroxysteroid dehydrogenase che degradano il testosterone in androgeni meno potenti (e ciò potrebbe tornare davvero utile!)
Quelli la cui espressione è maggiormente inibita sono alcuni geni legati al citocromo p450, soprattutto quelli che convertono certe sostanze in pro-oncogeni.

probabilmente la ragione dell'efficacia del resveratrolo solo a dosaggi così elevati è anche in relazione al fatto che esso è solo scarsamente biodisponibile.