per Marlin e Julien, parere

marlin

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Il farro contiene glutine purtroppo, quindi se si fa il discorso delle intolleranze (lattosio, caseina, glutine appunto...) estendendolo anche alla situazione asintomatica, è sconsigliabile, al contrario del riso.

Ciao

MA - r l i n
 

matteo

Utente
6 Maggio 2003
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se devi usare il farro bisogna usare anche quello integrale altrimenti i problemi del farro raffinato sono simili a quelli del grano anche come indice glicemico
 

armandino

Utente
25 Gennaio 2010
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tutti gli alimenti devono essere usati integrali, la raffinazione in ogni prodotto lo smatella dalle proprietà nurtritiva.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Aramdino noto una contraddizione, per il latte vai al di là della sola controindicazione per l'intolleranza al lattosio, mentre per il farro parli di celiachia, eppure sono le due intolleranze più diffuse, tanto, che come ho scritto sopra si suppone che anche chi non ne soffre palesemente (asintomatica) finisca per avere effetti anti-nutrienti col latte così come con i cereali con glutine. Le due cose stanno insieme, non si può fare un'eccezione per il glutine e non per il lattosio e la relativa intolleranza (e non si dovrebbe argomentare all'opposto due questioni analoghe).

Ciao

MA - r l i n
 

armandino

Utente
25 Gennaio 2010
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Marlin confondi i due problemi che hanno radici differenti.

Le aberrazioni enzimatiche, del PH, della flora e della mucosa intestinale giocano un ruolo importante nel mantenimento della buona salute.

Sul latte si sostiene tutto e il contrario di tutto, e cospicue sono le fortune delle multinazionali latto-casearie.
Nel dubbio, sarebbe buon senso moderarne il consumo, se non addirittura evitarlo.

Chi scrive non beve latticini e non consuma nella propria dieta derivati del latte.

Quando, moltissimi anni fa, iniziai a consultare le tabelle nutrizionali, mi scontrai con una domanda di significato, che mi fece riflettere a lungo:perché solo l'uomo, in natura, diversamente dalla fase di svezzamento, continua a cibarsi di latte?

E, ancora:-Se l'utilità primaria di berlo è quella di mettere il Calcio nelle ossa (pietosa insania!), perché le mucche (che producono latte) e tutti gli erbivori (che hanno poderose stazze ossee) mangiano erba?
Per non dire poi di tutto il restante mondo animale, grossi cetacei compresi, il quale non pare affatto essere in carenza di Calcio, pur non bevendo latte.
Furono, di lì a poco, le sentinelle del cervello a postarmi l'informazione dell'atavica, ripetitiva frase di mia madre (ma credo, un po', di tutte le madri):-Bevi il lattuccio, amore di mamma, che ti fa bene! e della conseguente ripercussione (bello scherzetto apologetico, pensai) sulle multinazionali lattiero-casearie, nonché sulle loro inevitabili montagne di dollari di incasso.

Il latte della mamma fa bene al bambino, quello della mucca al vitello!
Il padre della moderna pediatria, Benjiamin Spock, fu definito, in modo irriverente, vecchio arteriosclerotico, solo perché, a ormai 89 anni, ebbe l'onestà intellettuale di riconoscere i propri sbagli e affermare la non idoneità del latte di mucca per gli umani.

In effetti, a ben ragionare: un vitello, alla nascita, pesa dai 50 ai 60 Kg, sta in quadrupedia e si muove da solo; dopo un mesetto, bevendo solo il latte della mamma, pesa già 100-110 Kg; di contro, alla nascita, il neonato pesa mediamente dai 2,7 ai 4 Kg e, dopo un mese, nessuno, neanche un pazzo, si augura che possa pesare 50 Kg!
Voglio dire che il latte della mucca e i suoi derivati non sono adatti all'uomo e, tutto sommato, sono da evitare.
Del resto, innumerevoli ricerche scientifiche (centinaia e centinaia) concludono sulla nocività per l'uomo del latte di mucca.

Lo stesso neonato, madre permettendo, dovrebbe succhiare latte al seno (anche per via degli anticorpi) esclusivamente nella fase di svezzamento (e non solo per una necessità biologica, ma anche per quella prima, fra le quattro forme di amore, le altre sono la fillia, l'eros e l'agapè, che i Greci chiamano storghè), passare, quindi, ad altri alimenti per Lui ben più connaturali.

Lo sapete, per es., che 9 vitelli su 10, divezzati col latte pastorizzato, muoiono prima di diventare adulti?
Per mettere il Calcio nelle ossa, occorrono la luce del sole, la Vitamina D e soprattutto il Magnesio, il sale più importante del nostro organismo, che ci permette di assorbire il giusto quantitativo di Calcio, portandolo via dai punti indebiti e fissandolo dove serve, oltre che nutrirsi di vegetali (alghe, verdure a foglia verde, rape, broccoli, radicchio, legumi, mandorle, ...).

Il latte vaccino possiede un contenuto proteico (con le ovvie conclusioni che vi lascio) quasi quadruplo rispetto al latte umano, pertanto, idoneo a divezzare un vitello; inoltre, il rapporto Calcio/Fosforo è nel latte di mucca di 1,03 a 1, mentre, in quello umano di 2,35 a 1, e sappiamo che la bio-disponibilità del Calcio è in collegamento col Fosforo, per cui il giusto rapporto tra il metallo e il non metallo dovrebbe essere congruente, o superiore, a 2, dato che nel tubo digerente il Fosforo, associandosi al Calcio, nel pari rapporto ne annulla l'assorbimento.
Ciò, per dire che quando assumiamo nutrienti dobbiamo ben valutare non il loro valore assoluto ma in che rapporto essi stiano.

Su Nature, del 06/07/1974, si dimostrò che una proteina del latte di mucca causa il mal di testa (a proposito, chissà se tutte le persone che ne soffrono abbiano mai pensato di eliminare i latticini dalla loro dieta, per verificare se ...).
Su Vitalità, libro di un noto medico olandese, si elencano 21 bevande, dalla più sana alla più tossica per l'uomo: il latte vaccino figura all'ultima posizione dopo caffè, birra, coca-cola, rum, whisky, grappa.
Il British Journal of cancer del 1986 afferma che il consumo frequente di latte e derivati sia un fattore di rischio per il tumore alla prostata.
H. e M. Harvey, nel testo Fit for Life II, scrivono tra le altre:-Il latte di mucca e i prodotti caseari sono produttori di malattie. Sono pericolosi. Sono la cosa perfetta di cui nutrirsi se si vuole essere deboli e avere un corpo ammalato ... Il latte e i prodotti caseari sono la maggior causa di osteoporosi!.
Nel testo, si spiega anche la correlazione tra consumo di latte, di formaggi e la stitichezza, le ragadi anali, le emorroidi.

Nella Bibbia dell'allattamento, Nursin your baby, di Karen Pryor, si scrive:-Nel neonato, tutte le proteine del latte del seno materno diventano parte del suo corpo, poche vengono eliminate. Il bambino nutrito con latte di mucca (che ha oltre il quadruplo delle proteine, rispetto al latte materno) deve, invece, scartarne gran parte; il sovraccarico proteico del latte vaccino, se non viene almeno diluito, può essere nocivo, anche perché ha molta caseina; il latte di mucca, quando si mescola con i succhi gastrici del neonato, coagula, formando un grumo grosso e compatto nello stomaco (latte cagliato). Questo è il motivo del perché i piccoli si sentono sazi per circa quattro ore, dopo una poppata di biberon. Il latte umano cagliato, al contrario, è soffice e leggero. Lo stomaco del bambino allattato al seno si svuota rapidamente e facilmente, per cui desidera mangiare più spesso, il che, a sua volta, stimola la produzione di altro latte da parte della madre.

Una precisazione: il nostro corpo può eliminare Calcio, per annullare l'effetto acidificante del latte vaccino, prelevandolo dalla massa ossea (osteoporosi).
Potrei continuare a lungo, mi fermo, evidenziando l'affermazione di significato:

NESSUN ANIMALE, DIVERSAMENTE DALLA FASE DI SVEZZAMENTO, BEVE LATTE PER METTERE IL CALCIO NELLE OSSA O IN FUNZIONE DI UN SANO ACCRESCIMENTO CORPOREO, SOLO L'UOMO.

Questo penso del latte, non ho un pensiero riduttivo alla sola intolleranza del lattosio.

Il glutine non ha i problemi sopra elencati, se non si è intolleranti o se non si soffre di celiachia i problemi finiscono li.

Non mi preoccupano nemmeno le ceneri acidi per i motivi già spiegati.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Grazie per il riepilogo della teoria (ideologia ? anti-latticini), ma sappi che ne parliamo da anni...[:)]

Se sinora ti è sfuggito l'abbinamento latte-cereali come antinutrienti allora leggi qui (per farti un'opinione, ne abbiamo parlato a lungo di queste intolleranze, questi sono tra gli articoli più divulgativi e semplici...):

http://www.pelotti.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=5&Itemid=26

http://pelotti.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=63:caduta-di-capelli-calvizie-alopecia&catid=3:archivio&Itemid=30

Io seguendo in parte queste indicazioni mi sono trovato molto bene....

Ciao

MA - r l i n
 

kaspar hauser

Utente
18 Novembre 2009
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Armandino, con tutte queste Spigolature, Forse non tutti sanno che ..., Strano ma vero, Leggendo quà e là, mi pari la Settimana Enigmistica! Peccato che di scientifico non ci sia nulla.

Esempi:

> e cospicue sono le fortune delle multinazionali latto-casearie.

cospirazionismo.

> Quando, moltissimi anni fa, iniziai a consultare le tabelle nutrizionali, mi scontrai con una domanda di significato,

prima della Rivelazione!

> E, ancora:-Se l'utilità primaria di berlo è quella di mettere il Calcio nelle ossa (pietosa insania!), perché le mucche > (che producono latte) e tutti gli erbivori (che hanno poderose stazze ossee) mangiano erba?

banalità

> Per non dire poi di tutto il restante mondo animale, grossi cetacei compresi, il quale non pare affatto essere in
> carenza di Calcio, pur non bevendo latte.

Forse non tutti sanno che ...

> Furono, di lì a poco, le sentinelle del cervello a postarmi l'informazione dell'atavica, ripetitiva frase di mia madre
> (ma credo, un po', di tutte le madri):-Bevi il lattuccio, amore di mamma, che ti fa bene! e della conseguente
> ripercussione (bello scherzetto apologetico, pensai) sulle multinazionali lattiero-casearie, nonché sulle loro
> inevitabili montagne di dollari di incasso.

Rivelazione + Cospirazione.

> Il latte della mamma fa bene al bambino, quello della mucca al vitello!

Meglio una moglie giovane, bella e ricca, che una vecchia, brutta e povera. (Massimo Catalano, Quelli della notte)

> Il padre della moderna pediatria, Benjiamin Spock, fu definito, in modo irriverente, vecchio arteriosclerotico, solo -> perché, a ormai 89 anni, ebbe l'onestà intellettuale di riconoscere i propri sbagli e affermare la non idoneità del
> latte di mucca per gli umani.

A 89 anni subentra la demenza senile.

> Del resto, innumerevoli ricerche scientifiche (centinaia e centinaia) concludono sulla nocività per l'uomo del latte di > mucca.

Citare riferimenti su pubmed

> Lo sapete, per es., che 9 vitelli su 10, divezzati col latte pastorizzato, muoiono prima di diventare adulti?

Citare fonte.

> Su Nature, del 06/07/1974, si dimostrò che una proteina del latte di mucca causa il mal di testa (a proposito, chissà > se tutte le persone che ne soffrono abbiano mai pensato di eliminare i latticini dalla loro dieta, per verificare se
> ...).

Articolo completo, please.

> Su Vitalità, libro di un noto medico olandese, si elencano 21 bevande, dalla più sana alla più tossica per l'uomo: il > latte vaccino figura all'ultima posizione dopo caffè, birra, coca-cola, rum, whisky, grappa.

Questo si chiama fare scienza!

> Il British Journal of cancer del 1986 afferma che il consumo frequente di latte e derivati sia un fattore di rischio
> per il tumore alla prostata.

articolo completo please.

> H. e M. Harvey, nel testo Fit for Life II, scrivono tra le altre:-Il latte di mucca e i prodotti caseari sono
> produttori di malattie. Sono pericolosi. Sono la cosa perfetta di cui nutrirsi se si vuole essere deboli e avere un
> corpo ammalato ... Il latte e i prodotti caseari sono la maggior causa di osteoporosi!.

Va bene se cito un testo delle sorelle Carlucci?

Ok, mi fermo.


Intanto leggiti questo:

Scand J Gastroenterol. 2008;43(2):174-7.
Regression of lactose malabsorption in coeliac patients after receiving a gluten-free diet.
Ojetti V, Gabrielli M, Migneco A, Lauritano C, Zocco MA, Scarpellini E, Nista EC, Gasbarrini G, Gasbarrini A.

Internal Medicine Catholic University, Rome, Italy. veronica.ojetti@tin.it
Abstract
OBJECTIVE: In a recent study by our group, it was shown that a large proportion of patients with lactose malabsorption and with no bacterial overgrowth are affected by silent coeliac disease (CD). Our aim was to evaluate the effect of a gluten-free diet on lactose malabsorption assessed using the hydrogen lactose breath test (LBT) and also the relationship with normalization of duodenal biopsies in coeliac patients.

MATERIAL AND METHODS: Fifteen patients (11 F, 4 M; mean age 35.8+/-6) affected by CD with a positive LBT and negative glucose breath test were enrolled. All were started on a gluten-free diet and were re-evaluated after 6 months by LBT and after 12 months by both LBT and upper gastrointestinal endoscopy with biopsies.

RESULTS: LBT normalization was observed in 1 out of 15 patients (6.7%) after 6 months and in 9 of the remaining 14 (64.2%) after 12 months. Duodenal biopsies showed normal villi in 8 patients, partial villous atrophy in 5 and total atrophy in 2.

CONCLUSIONS: The present study shows that a large proportion of CD patients experience a regression of lactose malabsorption after receiving a gluten-free diet. This may be related to normalization of the brush border with an improvement of lactase enzyme activity. LBT should be performed after 12 months in CD patients on a gluten-free diet in order to assess the persistence/disappearance of lactose malabsorption, thus avoiding an unnecessary lactose-free diet.

PMID: 17917999 [PubMed - indexed for MEDLINE]


Quindi sono i cereali che distruggono le pareti dell'intestino e ci portano all'intolleranza al lattosio, non viceversa.
Quando non digerisci latte e cereali, il cattivo non è il primo, ma i secondi.
 

kaspar hauser

Utente
18 Novembre 2009
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Latte bovino e cancro. Semplice ricerca sulle pubblicazioni degli ultimi due-tre mesi. Immaginate se posto le ricerche più significative degli ultimi dieci anni.


Cancer Causes Control. 2010 Jul 25. [Epub ahead of print]
Dairy consumption and calcium intake and risk of breast cancer in a prospective cohort: The Norwegian Women and Cancer study.
Hjartåker A, Thoresen M, Engeset D, Lund E.
Department of Etiological Research, Cancer Registry of Norway, Post box 5313, Majorstua, N-0304, Oslo, Norway, anette.hjartaker@kreftregisteret.no.
Abstract
OBJECTIVE: To study the association between consumption of dairy products and calcium intake and risk of breast cancer risk according to menopausal status.
METHODS: In a population-based prospective cohort study of 64,904 Norwegian women followed from 1996/1999 through 2006, we examined total dairy consumption and consumption of various dairy products in relation to pre- and postmenopausal breast cancer risk. We also examined breast cancer in relation to calcium intake and to milk consumption during childhood and performed additional analyses corrected for measurement errors in the dietary data. In total, 218 premenopausal and 1,189 postmenopausal incident breast cancer cases were diagnosed during follow-up.
RESULTS: Total dairy, adult, and childhood milk consumption was not associated with either pre- or postmenopausal breast cancer risk. Premenopausal women with the highest consumption of white cheese had half the risk of breast cancer compared to those with the lowest consumption (hazard rate ratio in the 4th quartile vs. the 1st quartile 0.50, 95% confidence interval 0.29-0.87). Total calcium intake tended to be inversely related to premenopausal (hazard rate ratio in the 4th quartile vs. the 1st quartile 0.65, 95% confidence interval 0.39-1.08) and postmenopausal breast cancer (hazard rate ratio in the 4th quartile vs. the 1st quartile 0.85, 95% confidence interval 0.70-1.04). Correcting for measurement errors did not alter the results substantially, nor did exclusion of early cancer cases.



Int J Cancer. 2010 Apr 14. [Epub ahead of print]
Consumption of meat and dairy and lymphoma risk in the european prospective investigation into cancer and nutrition.
Rohrmann S, Linseisen J, Jakobsen MU, Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Tjonneland A, Boutron-Ruault MC, Kaaks R, Becker N, Bergmann M, Boeing H, Khaw KT, Wareham NJ, Key TJ, Travis R, Benetou V, Naska A, Trichopoulou A, Pala V, Tumino R, Masala G, Mattiello A, Brustad M, Lund E, Skeie G, Bueno-de-Mesquita HB, Peeters PH, Vermeulen RC, Jakszyn P, Dorronsoro M, Barricarte A, Tormo MJ, Molina E, Argüelles M, Melin B, Ericson U, Manjer J, Rinaldi S, Slimani N, Boffetta P, Vergnaud AC, Khan A, Norat T, Vineis P.
Div. Cancer Epidemiology, German Cancer Research Center, Heidelberg, Germany.
Abstract
The consumption of meat and other foods of animal origin is a risk factor for several types of cancer, but the results for lymphomas are inconclusive. Therefore, we examined these associations among 411,097 participants of the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC). During a median follow-up of 8.5 years, 1334 lymphomas (1,267 non-Hodgkin lymphoma, 67 Hodgkin lyphomas) were identified. Consumption of red and processed meat, poultry, milk, and dairy products was assessed by dietary questionnaires. Cox proportional hazard regression was used to evaluate the association of the consumption of these food groups with lymphoma risk. Overall, consumption of foods of animal origin were not associated with an increased risk of NHL or HL, but associations with specific subgroups of NHL entities were noted. A high intake of processed meat was associated with an increased risk of B-cell chronic lymphocytic leukaemia (BCLL) (relative risk (RR) per 50 g intake = 1.31, 95% confidence interval (CI) 1.06-1.63), but a decreased risk of follicular lymphomas (FL) (RR=0.58; 0.38-0.89). A high intake of poultry was related to an increased risk of B-cell lymphomas (RR=1.22, 1.05-1.42 per 10 g intake), FL (RR=1.65; 1.18-2.32), and BCLL (RR=1.54; 1.18-2.01) in the continuous models. In conclusion, no consistent associations between red and processed meat consumption and lymphoma risk were observed, but we found that the consumption of poultry was related to an increased risk of B-cell lymphomas. Chance is a plausible explanation of the observed associations, which need to be confirmed in further studies.
PMID: 20473877 [PubMed - as supplied by publisher]


Eur J Clin Nutr. 2010 Jun;64(6):569-77. Epub 2010 Apr 7.
Dairy consumption and patterns of mortality of Australian adults.
Bonthuis M, Hughes MC, Ibiebele TI, Green AC, van der Pols JC.
Queensland Institute of Medical Research, Brisbane, Queensland, Australia.
Abstract
BACKGROUND/OBJECTIVES: Dairy foods contain various nutrients that may affect health. We investigated whether intake of dairy products or related nutrients is associated with mortality due to cardiovascular disease (CVD), cancer and all causes.
SUBJECTS/METHODS: We carried out a 16-year prospective study among a community-based sample of 1529 adult Australians aged 25-78 years at baseline. Habitual intakes of dairy products (total, high/low-fat dairy, milk, yoghurt and full-fat cheese), calcium and vitamin D were estimated as mean reported intake using validated food frequency questionnaires (FFQs) self-administered in 1992, 1994 and 1996. National Death Index data were used to ascertain mortality and cause of death between 1992 and 2007. Hazard ratios (HRs) were calculated using Cox regression analysis.
RESULTS: During an average follow-up time of 14.4 years, 177 participants died, including 61 deaths due to CVD and 58 deaths due to cancer. There was no consistent and significant association between total dairy intake and total or cause-specific mortality. However, compared with those with the lowest intake of full-fat dairy, [/b]participants with the highest intake (median intake 339 g/day) had reduced death due to CVD (HR: 0.31; 95% confidence interval (CI): 0.12-0.79; P for trend=0.04) after adjustment for calcium intake and other confounders[/b]. Intakes of low-fat dairy, specific dairy foods, calcium and vitamin D showed no consistent associations.
CONCLUSIONS: Overall intake of dairy products was not associated with mortality. A possible beneficial association between intake of full-fat dairy and cardiovascular mortality needs further assessment and confirmation.
PMID: 20372173 [PubMed - in process]



J Dairy Sci. 2010 Apr;93(4):1393-400.
Effects of highly ripened cheeses on HL-60 human leukemia cells: antiproliferative activity and induction of apoptotic DNA damage.
Yasuda S, Ohkura N, Suzuki K, Yamasaki M, Nishiyama K, Kobayashi H, Hoshi Y, Kadooka Y, Igoshi K.
Department of Bioscience, School of Agriculture, Tokai University, Kawayo, Minamiaso, Aso, Kumamoto 869-1404, Japan.
Abstract
To establish cheese as a dairy product with health benefits, we examined the multifunctional role of cheeses. In this report, we clarify whether different types of commercial cheeses may possess antiproliferative activity using HL-60 human promyelocytic leukemia cell lines as a cancer model. Among 12 cheese extracts tested, 6 (Montagnard, Pont-l'Eveque, Brie, Camembert, Danablue, and Blue) revealed strong growth inhibition activity and induction of DNA fragmentation in HL-60 cells. Based on the quantification of nitrogen contents in different cheese samples, a positive correlation between the ripeness of various cheeses and their antiproliferative activity tested in HL-60 cells was displayed. Four varieties of Blue cheese ripened for 0, 1, 2, or 3 mo demonstrated that the Blue cheese ripened for a long term was capable of causing the strong suppression of the cell growth and the induction of apoptotic DNA damage as well as nucleic morphological change in HL-60 cells. Collectiv
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Il vero paleodietista aborre un prodotto del neolitico come il latte (gli animali non si mungono, si cacciano)[:D]

Ciao

MA - r l i n
 

armandino

Utente
25 Gennaio 2010
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1 studio : Ottimo non fa venire il cancro alla mammela, peccato che rovina completamente il rapporto acido-basico e ti assicuro che il cancro alla mammela è il minimo.

2 studio : Dalla tua stessa ricerca : Il consumo di carne e altri alimenti di origine animale è un fattore di rischio per diversi tipi di cancro, ma i risultati per i linfomi non sono conclusivi. Nemmeno ci spreco tempo.

3 studio : Questo è eccezionale hanno fatto uno studio prospettico (Consiste nel seguire nel tempo due gruppi di individui, uno esposto, l’altro non esposto ad una presunta causa di malattia e di confrontare i loro rischi) peccato che tutti assumevano latte.

nemmeno continuo troppo easy, stai attento alle ricerche che posti, non è carino farsi prendere in giro dalla settimana enigmistica non ne esci proprio indenne. (un pò come la figuraccia la stagionalità questa sconosciuta !) e sono due !

Fai una cosa, leggi bene prima un pochino qui :

Come spiega la dr. Luciana Baroni in questo articolo:Lo zucchero contenuto nel latte, il lattosio, viene scisso nell'organismo ottenendo un altro zucchero, il galattosio. A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi (...) quando il consumo di latticini eccede quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può
triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.
Non solo il tumore all'ovaio, ma anche quello alla mammella e alla prostata potrebbero avere tra le loro concause l'uso regolare di latte e latticini.
Sempre Luciana Baroni spiega che la correlazione è presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I):
Questo fattore, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino. Uno Studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i livelli di questo fattore siano bassi.
Certo non si tratta di un'equazione matematica latte=cancro, ma i rischi ci sono e andrebbero minimo presi in considerazione.
Ma che c'importa ? Intanto la fanfara della grande campagna mediatica si è messa in marcia e strombazza: Bevete latte, il latte fa bene !
Tratto da: http://protonutrizione.blogosfere.it

BIBLIOGRAFIA:
- Cramer DW, Harlow BL, Willett WC, Welch WR, Bell DA, Scully RE, Ng WG, Knapp RC Galactose consumption and metabolism in relation to the risk of ovarian cancer, Lancet 1989 Jul 8;2(8654):66-71.
- Outwater JL, Nicholson A, Barnard N Dairy products and breast cancer: the IGF-I, estrogen, and bGH hypothesis, Med Hypotheses 1997 Jun;48(6):453-61.
- Chan JM, Stampfer MJ, Giovannucci E, Gann PH, Ma J, Wilkinson P, Hennekens CH, Pollak M Plasma insulin-like growth factor-I and prostate cancer risk: a prospective study, Science 1998 Jan 23;279(5350):563-6.
e-mail: jmlchan@hsph.harvard.edu.
- World Cancer Research Fund Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective, American Institute of Cancer Research 1997;Washington DC


Un pò di letture da fare :

References:
Feskanich D, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GA Milk, dietary calcium, and bone fractures in women: a 12-year prospective study, Am J Public Health 1997 Jun;87(6):992-7.
Cumming RG, Klineberg RJ Case-control study of risk factors for hip fractures in the elderly, Am J Epidemiol 1994 Mar;139(5):493-503.

Huang Z, Himes JH, McGovern PG Nutrition and subsequent hip fracture risk among a national cohort of white women, Am J Epidemiol 1996 Jul 15;144(2):124-34.

Cummings SR, Nevitt MC, Browner WS, Stone K, Fox KM, Ensrud KE, Cauley J, Black D, Vogt TM Risk factors for hip fracture in white women. Study of Osteoporotic Fractures Research Group, N Engl J Med 1995 Mar 23;332(12):767-73.

Finn SC The skeleton crew: is calcium enough?, J Womens Health 1998 Feb;7(1):31-6.

Nordin CBE Calcium and Osteoporosis, Nutrition 1997;3(7/8):664-86.

Reid DM, New SA Nutritional influences on bone mass, Proc Nutr Soc 1997 Nov;56(3):977-87.

Tucker KL, Hannan MT, Chen H, Cupples LA, Wilson PW, Kiel DP Potassium, magnesium, and fruit and vegetable intakes are associated with greater bone mineral density in elderly men and women, Am J Clin Nutr 1999 Apr;69(4):727-36. e-mail: tucker@hnrc.tufts.edu

Prince R, Devine A, Dick I, Criddle A, Kerr D, Kent N, Price R, Randell A The effects of calcium supplementation (milk powder or tablets) and exercise on bone density in postmenopausal women, J Bone Miner Res 1995 Jul;10(7):1068-75.

Pennington JAT Bowes and Churches Food Values of Portions Commonly Used, Lippincott 1998;17th ed, New York.

Ornish D, Brown SE, Scherwitz LW, Billings JH, Armstrong WT, Ports TA, McLanahan SM, Kirkeeide RL, Brand RJ, Gould KL Can lifestyle changes reverse coronary heart disease? The Lifestyle Heart Trial, Lancet 1990 Jul;336(8708):129-33.

Cramer DW, Harlow BL, Willett WC, Welch WR, Bell DA, Scully RE, Ng WG, Knapp RC Galactose consumption and metabolism in relation to the risk of ovarian cancer, Lancet 1989 Jul 8;2(8654):66-71.

Outwater JL, Nicholson A, Barnard N Dairy products and breast cancer: the IGF-I, estrogen, and bGH hypothesis, Med Hypotheses 1997 Jun;48(6):453-61.

Chan JM, Stampfer MJ, Giovannucci E, Gann PH, Ma J, Wilkinson P, Hennekens CH, Pollak M Plasma insulin-like growth factor-I and prostate cancer risk: a prospective study, Science 1998 Jan 23;279(5350):563-6.
e-mail: jmlchan@hsph.harvard.edu

World Cancer Research Fund Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective, American Institute of Cancer Research 1997;Washington DC.

Cadogan J, Eastell R, Jones N, Barker ME Milk intake and bone mineral acquisition in adolescent girls: randomised, controlled intervention trial, BMJ 1997 Nov 15;315(7118):1255-60.

Scott FW Cow milk and insulin-dependent diabetes mellitus: is there a relationship?, Am J Clin Nutr 1990 Mar; Vol 51(3):489-491.

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Ti linko anche un video, cosi tra un libro ed un altro ti rilassi :

http://www.youtube.com/watch?v=cTzfZOwJAUY&feature=related

Prof. Franco Berrino.
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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>>> A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi (...) quando il consumo di latticini eccede quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.

Non sono nemmeno io un fan del latte, ma sono decisamente un sostenitore dei prodotti caseari fermentati e/o stagionati. I formaggi stagionati non contengono né lattosio né galattosio poiché gli zuccheri vengono metabolizzati dai batteri gram positivi del caglio. Lo yogurt e altri latticini fermentati, contrariamente al loro contenuto di galattosio, sono correlati da diversi studi e saggi di autori (il capostipite fu il nobel Meknikov) allo statuto di alimenti con proprietà anticancerogene (fatti qualche ricerca su milk kefir e longevity). Addirittura, controintuitivamente, lo yogurt e il kefir, che contengono più galattosio del latte dato che il lattosio è scisso in glucosio (successicamente ossidato per fermentazione in acido lattico) e galattosio semplici dai batteri acidofili, sono protettivi sull'opacizzazione del cristallino contro gli AGE. La cosa controintuitiva è che proprio il galattosio è molto più reattivo (glicotossico) del glucosio nel produrre AGE. Si veda a tal proposito Disturbed Galactose Metabolism in Elderly and Diabetic Humans Is Associated with Cataract Formation - Analytical Chemistry Laboratory, Institut National Agronomique, 75231 Paris Cedex 05. Yogurt is considered as an autodigestive source of lactose (Dewit et al. 1988) and contains free galactose (5 g/100 g). Yogurt consumption should therefore be associated with a higher risk of cataract formation than milk, regardless of the lactase activity of the population. We have confirmed here the protective effect of yogurt on cataract formation already observed for a smaller population (Birlouez-Aragon and Stevenin 1990).We furthermore demonstrated a dose-related action on cataract in all subjects with or without lactase activity, diabetic or not and regardless of age. Two hypotheses may be put forward: the presence of free galactose in yogurt could have an activating action on intestinal galactokinase activity (Bas et al. 1991), and the possible activation of insulin secretion after yogurt ingestion compared with milk ingestion could increase the rate of galactose and glucose utilization (Dewit et al. 1988).

I formaggi stagionati contengono altre preziose sostanze (Calcio, tirosina, CLA, ecc..) difficilmente sostituibili. Non da mangiare ogni santo giorno ma nemmeno da demonizzare acriticamente.


Segue articolo interessante sull'aspetto fra vecchiaia e crescita indefinita del corpo.
http://io9.com/5618046/the-mystery-of-why-turtles-never-grow-old-+-and-how-we-can-learn-from-it

 

armandino

Utente
25 Gennaio 2010
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Ciao Julien, io sono fermamente convito nell'evitare i formaggi stagionati per il loro alto potere acidificante. Se proprio si vogliono mangiare si devono ridurre alla dose di assaggio. Il calcio assorbito dai formaggi viene usato per contrastare l'acidosi, se si vuole assumere del sano calcio meglio il latte di riso con l'aggiunta delle alghe Lithotamnium calcareum.

Saluti
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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All'ossessione acido-base ricordo sommessamente che il sangue e i fluidi corporei sono , come dicono i chimici, soluzioni tamponate - http://it.wikipedia.org/wiki/Potere_tamponante - e comunque l'organismo possiede svariati meccanismi a feedback che consentono di mantenere il ph del plasma entro il range di riferimento. http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_acido-base