Citazione:Messaggio inserito da Paolina
forse capisco un po' cosa intende dire lucagee, in effetti C. Eastwood nei suoi film tende a porsi sempre come osservatore della vicenda, senza nessuna presa di posizione...semplice narrazione...
il fatto è che il cinema americano ci ha abituato all'esasperazione delle emozioni, forse partendo proprio dal presupposto di voler arrivare al pieno coinvolgimento dello spettatore che non vivendo in prima persona le vicende ha bisogno di fruirne in modo massiccio ed estremamente chiaro ed evidente x arrivare ad interiorizzarle un po'.
Tutta quest'ansia di partecipazione è evoluta in occhioni lucidi, tremori, situazioni che, se ci penso bene, nella vita non capitano o capitano molto raramente.
direi un pò diversamente che il cinema americano ha abituato non all'esasperazione delle emozioni ma della loro standardizzazione e codificazione in tipi, prestabiliti, alla fine precotti e sempre uguali a sè stessi.Il cinema, che mediamente è nulla più che un abbrutimento letterario, nella declinazione americana è da sempre addirittura avvilente, nella presentazione indefessa e reiterata di stereotipi psicologici e sociali.
il cinema USA è soltanto un eccellente documento, MA INDIRETTO e INVOLONTARIO, della cultura demenziale e SQUALLIDA del paese che lo produce.L'interesse è quindi nelle cose che non immagina nemmeno di dire.
forse capisco un po' cosa intende dire lucagee, in effetti C. Eastwood nei suoi film tende a porsi sempre come osservatore della vicenda, senza nessuna presa di posizione...semplice narrazione...
il fatto è che il cinema americano ci ha abituato all'esasperazione delle emozioni, forse partendo proprio dal presupposto di voler arrivare al pieno coinvolgimento dello spettatore che non vivendo in prima persona le vicende ha bisogno di fruirne in modo massiccio ed estremamente chiaro ed evidente x arrivare ad interiorizzarle un po'.
Tutta quest'ansia di partecipazione è evoluta in occhioni lucidi, tremori, situazioni che, se ci penso bene, nella vita non capitano o capitano molto raramente.
direi un pò diversamente che il cinema americano ha abituato non all'esasperazione delle emozioni ma della loro standardizzazione e codificazione in tipi, prestabiliti, alla fine precotti e sempre uguali a sè stessi.Il cinema, che mediamente è nulla più che un abbrutimento letterario, nella declinazione americana è da sempre addirittura avvilente, nella presentazione indefessa e reiterata di stereotipi psicologici e sociali.
il cinema USA è soltanto un eccellente documento, MA INDIRETTO e INVOLONTARIO, della cultura demenziale e SQUALLIDA del paese che lo produce.L'interesse è quindi nelle cose che non immagina nemmeno di dire.