Tisch ha scritto:
Janus ha scritto:
Quando non si agisce è per paura del fallimento. Dopo aver sofferto troppo e aver ottenuto troppi fallimenti, la paura ti impedisce di fare parecchie scelte, e ci si ritrova nell'immobilismo per anni. Ed è proprio quello che è successo a me, ma preferisco non fare nulla che riprovare e fallire, almeno per quanto riguarda ragazze e vita sociale.
A proposito di paure....
La menzogna è culturalmente considerata qualcosa di deprecabile. Ai bambini insegniamo che le bugie hanno le gambe corte e che mentire è peccato.
Però allo stesso tempo, siamo abituati a pensare che mentire ogni tanto a qualcuno per evitargli un dolore è giusto: in tal caso non è più dire menzogne, ma è dire una bugia a fin di bene. Quindi, visto che mentire a noi stessi serve a evitarci dolore, allora possiamo farlo, è accettabile. Peccato che in questo caso ci sfugga il fatto che non è per niente a fin di bene!
Infatti, quale bene può farci nascondere la verità a noi stessi? Possiamo davvero ingannarci su qualcosa che sappiamo benissimo?
Certo,possiamo fingere di credere alle nostre balle quanto vogliamo, ma dentro di noi sappiamo comunque come stanno le cose.
Molti di noi sono diventati maestri in questa arte, sviluppando talmente tanti modi e strategie diverse per mentire a sè stessi, da avere l'imbarazzo della scelta! Veri professionisti della balla, non raccontata agli amici al bar per impressionarli, ma a sè stessi con l'obiettivo principale di difendersi, di preservare la propria identità e il proprio valore, di sentirsi OK anche quando non ci sarebbe esattamente da essere fieri dei propri comportamenti, di rendere accettabili standard molto inferiori a quelli che meriterebbero di avere.
Il meccanismo di autogiustificazione si sviluppa fondamentalmente in questi 5 passaggi:
1. Ci troviamo davanti a una situazione che ci crea stress, tensione, disagio. Sappiamo che affrontarla sarebbe la cosa più giusta per noi, ma la paura rende la scelta difficile, creandoci delle resistenze.
2. Quando una persona prova dolore, istintivamente cerca subito di eliminare, o quanto meno ridurre, quella sensazione. Per questo motivo iniziamo a rimandare o a evitare del tutto di mettere in atto quel cambiamento o di assumerci quella responsabilità
3. Poichè dire a sè stessi: Sto rimandando semplicemente perchè ho paura di non farcela (o di non essere all'altezza o delle conseguenze) ci farebbe stare male, creando una pressione esterna insopportabile e un grande senso di inadeguatezza, ecco che scatta la strategia della bugia a sè stessi, ossia razionalizzare e dirsi qualcosa di non vero, ma che giustifichi con una motivazione plausibile il comportamento limitante.
4. Ripetiamo qualche volta a noi stessi quella scusa per convincerci, possibilmente rafforzandola con qualche altra credenza comune che dimostri la validità del nostro ragionamento
5. In poco tempo non ci sentiamo più inadeguati ma, al contrario, possiamo addirittura sentirci saggi, ragionevoli, e in grado di prendere decisioni giuste, poichè abbiamo saputo fare la cosa che era senz'altro la migliore.
Sono infiniti i modi in cui le persone riescono a mentire a sè stesse, ma fondamentalmente le tipologie di menzogne possono essere racchiuse in 3 gruppi principali:
1. Io sono fatto così!
Non sono portato
Non posso farlo, sono abituato a cose diverse
Non mi riesce
Sono una donna e quindi non posso
Tutte giustificazioni legate alle nostre caratteristiche personali: pochè siamo fatti così, non potremo agire diversamente.
Dirsi questo, e di conseguenza crederci, ci giustifica a non agire, ci permette di rinunciare a qualcosa trasformando la rinuncia in una scelta saggia e consapevole, che tiene conto di chi siamo e delle nostre caratteristiche.
2. Non è colpa mia!
Tanto con lui/lei è impossibile
Qui purtroppo funziona così
Vorrei, ma non ho tempo
Posso ripeterlo all'infinito, ma tanto non mi ascoltano
Tutte queste affermazioni hanno in comune lo scaricare la responsabilità all'esterno. Se non è colpa nostra, che cosa possiamo fare? Non dipende da noi, ma dall'ambiente, dal passato, dalla moglie o dal marito, dalla gente, dalla società di oggi, dal maltempo o dal governo ladro!
Inoltre, più lo ripetiamo, più ci possiamo lamentare diventando la vittima, il povero innocente oppresso dalle circostanze avverse, o meglio ancora l'accusatore che si erge puntano il dito contro tutti coloro che lo avversano ingiustamente.
Con queste giustificazioni riusciamo addirittura a trasformare le nostre fughe in atti eroici, traendone anche la sensazione di essere noi i veri vincitori morali.
3. La volpe e l'uva
Dopo tutto, a me non importa
Alla fine, ho già quel che mi serve
Ma che mi frega?
Preferisco restare così come sono
In fondo cosa cambia?
E' il tipico comportamento della volpe che non potendo avere l'uva dice che è acerba.
In questo caso, il senso del nostro valore viene salvato togliendo importanza a quello che era, fino a poco tempo prima, il nostro oggetto del desiderio. Se non vale più tanto, non vale neanche più la pena impegnarsi per ottenerlo! Non è che stiamo rinunciando o che siamo in difficoltà....è l'uva che non è buona!
Anche in questo caso possiamo sentirci particolarmente saggi ed equilibrati, perchè abbiamo scelto di non disperdere energie per qualcosa di poco valore. E perchè no, potremo anche sentire un piacevole senso di superiorità rispetto a tutti quei poverini che non si rendono conto di quanto poco valore abbia quell'uva.
Mentire a sè stessi è una delle strategie più diffuse per allontanare paure, responsabilità, momenti di confronto con noi stessi e con tutte quelle situazioni che ci potrebbero creare disagio.
Ma la domanda da farsi è: funziona?
La risposta è netta e indiscutibile : no!
Le persone mentono a loro stesse perchè non possono fare a meno di soddisfare i propri bisogni (quello della sicurezza è uno dei bisogni fondamentali). Qualsiasi cosa permetta di alleviare il disagio e ci dia l'impressione di poter riprendere velocemente il controllo della situazione è quindi ben accetta e si ha la sensazione che funzioni. Ma non è così. E' solo un'illusione.
Ciò che ci toglie dal dolore nell'immediato, spesso ci può creare una quantità di dolore infinitamente più grande in tempi più lunghi, perchè prima o poi dovremo affrontare la realtà.
Anche nel caso in cui riuscissimo a rimandare il momento della verità all'infinito (alcuni sono così abili da riuscirci!), la pena da scontare sarà la più grande e dolorosa di tutte: rimanere bloccati allo stesso livello di crescita, non evolversi come individui.
Infatti nel momento in cui mentiamo a noi stessi, ci impediamo di vedere le cose come stanno, e di metterci in gioco per affrontarle.
Per crescere dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort, affrontare ciò che ci crea disagio ed essere in grado di convivere con l'insicurezza che naturalmente proviamo quando affrontiamo una situazione nuova o difficile.
Dobbiamo imparare a convivere con l'insicurezza, e a trattarla come la nostra migliore amica invece che fuggirla. Quando riusciamo a sentirci sicuri nell'insicurezza non abbiamo più bisogno di evitarla, ma, al contrario, possiamo iniziare a capirla veramente, facendo nostro il messaggio che ci sta portando e usandola a nostro vantaggio.
Non fare questo significa garantirsi un'esistenza misera e limitata, dove l'obiettivo principale non è più vivere, ma sopravvivere. Ed è veramente questo ciò che vogliamo?
Naturalmente, nessuno vorrebbe una vita del genere, eppure per la maggior parte delle persone questa è la triste realtà. E indovina come fanno a rendersi accettabile tutto questo? Mentono a sè stessi evitando di guardare le cose come stanno.
riflettendoci un attimo noti che la società è congegnata al contrario di quello che dice questo libro.
essendo in una condizione poco piu elevata di quella di uno schiavo di 200 anni fa per il 99% della popolazione italiana (non parliamo di paesi ancora piu sxxxxti) la vita è pura sopravvivenza condita da pu***nate per cercare di non pensarci.