E se fosse tutta una questione di stress?

thecrow

Utente
18 Febbraio 2015
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a volte la vita che facciamo non ci permette di evadere dallo stress (per esempio x alcuni non hanno tempo per dormire di piu',fare sport,cambiare ragazza ogni notte ecc) ma di affrontarlo e subirlo ogni giorno,la cosa importante e'non accumularlo facendosi rovinare la mente e il fisico da questo,ne la vita sociale.
buttarsi sul cibo peggiora le cose,il fumo e l'alcool peggio ancora...
a me aiuta molto lavorarmi il giardino quando e come posso,passeggiare col cane quando posso,e se posso dormire un pochino di piu' ma x mancanza di tempo non mi e'possibile,bisogna sempre lavorare di piu'per sopravvivere,e piu'lavori e piu'soldi vanno via...
 

de rossi

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9 Agosto 2007
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artiglio5825 ha scritto:
tu per me non sei un troll perché comunque ti esprimi con rispetto e non per sfottere.


Grazie, mi sono iscritto solo per interesse ai temi della calvizie, la nutrizione ecc. e lo faccio sempre ne rispetto massimo degli utenti, magari una battuta si la faccio volentieri quando capita.
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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Hitch ha scritto:
Tornando al discorso stress, voi per combatterlo cosa fate (sport, musica ecc.)?


Posso dire di avere una buona esperienza di stress. Prima lavoravo coi titoli azionari e non so se potete capirmi cosa significa. C'è anche adrenalina pura ma anche tanto stress e finisci per vivere col Nasdaq in testa 24 ore al giorno, pure quando sei con una bella ragazza pensi a cosa stia facendo la borsa e se hai un titolo in portafogli o peggio dei derivati e l'indice va a picco vai in ansia anche se poi impari a sfruttare i rimbalzi. E' stata la mia vita per anni e non c'è sport o relax che tenga.

Lo stress mi ha abbandonato cambiando vita ma resto convinto che lo stress sia parte del ns carattere (se sei portato ad agitarti e a ingrandire le cose). E' li che si deve fare un buon lavoro. Purtroppo è anche la vita ad essere frenetica coi suoi ritmi, i rumori, tutto di fretta più lo stress della gente che pretende troppo.

Le mie cure:
1. psicoterapia dove serve
2. dormire almeno 8 ore al giorno
3. spegnere il cellulare e il pc
4. mangiare bene e con calma
5. circondarsi di compagnie vere
6. ritagliarsi un proprio spazio per riflettere ogni giorno
7. vivere le vacanze/ferie come relax e non come eccesso
8. non fare tardi tutte le sere
9. se possibile fare un lavoro che piace (è difficile)
10. non fissatevi troppo sui capelli
11. quando possibile fate un viaggio per staccare la spina
12. non fate diete eccessive
13. non esagerate con fumo e alcool
14. non accollatevi i problemi degli altri
15. se siete credenti pregate, se non lo siete fate meditazione
16. non siate troppo competitivi

Buona vita e andate in pace!


 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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>> l'idea che la caduta dei capelli possa essere attribuita totalmente a cause di natura psicologica,

in breve:
- lo stress può accelerare la caduta ma non causare un alopecia androgenetica
- lo stress può porre le basi per l'innesco, in soggetti suscettibili di caduta per cause autoimmuni (alopecia areata, alopecia areata incognito).
- lo stress accelera l'invecchiamento di tutti i tessuti, cute e annessi inclusi.
 

tisch

Utente
1 Aprile 2007
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A proposito di stress, paure, desideri, frustrazione....

L'uomo moderno ha enormi difficoltà a vivere nel presente senza farsi mentalmente attrarre da ciò che è successo o da ciò che potrebbe succedere. Non è un caso che negli ultimi anni in tutto l'Occidente si sia registrata una vera e propria esplosione di discipline orientali come yoga, meditazione, tai-chi, che insegnano proprio a calmare la mente e a portarla nell'attimo presente.
Di solito quando facciamo qualcosa la nostra mente raramente è concentrata nel qui e ora, ma vaga sulla nostra linea del tempo: siamo così tanto proiettati sul passato, su ciò che è accaduto, o sul futuro, cioè su quello che potrebbe accadere, che perdiamo la capacità di vivere e goderci il presente. E il risultato delle continue proiezioni dei nostri pensieri è quello molto spesso di rovinare questo benedetto presente, infatti stimoliamo una marea di emozioni inutili e improduttive: rimorso, tristezza e sensi di colpa, se ci proiettiamo nel passato, ansia, inquietudine e preoccupazione, se ci proiettiamo nel futuro. E tutti questi stati d'animo ci fanno bruciare un sacco di energie in cambio di niente.

Raramente le persone si soffermano a pensare a tutte le belle esperienze che hanno vissuto in passato, ai momenti di gioia, di condivisione, di successo, di entusiasmo. E se lo fanno è solo per pochi istanti, quel tanto che basta per riportarle alla memoria e poi lasciarle andare. Ma al contrario sono capaci di indugiare giorni interi (a volte anche una vita intera!!) su episodi del passato che li hanno fatti soffrire o non sono andati come avrebbero voluto.
E poichè ciò su cui focalizziamo l'attenzione contribuisce a creare i nostri stati d'animo, ritornare troppo spesso con la mente su errori commessi, situazioni che ci hanno fatto soffrire, momenti di dolore, decisioni rivelatesi sbagliate, tradimenti subiti, delusioni o esperienze che avrebbero potuto essere diverse, non farà altro che crearci stati d'animo assolutamente deprimenti e frustranti.

Uno dei più gettonati è indubbiamente il senso di colpa. Wayne Dyer nel suo splendido saggio Le vostre zone erronee, dice

Di tutti gli sprechi di energia emozionale, il senso di colpa è di gran lunga il maggiore perchè, per definizione, ti senti paralizzato nel presente per una cosa che hai già avuto luogo: ciò che è stato, è stato, è nessun senso di colpa può mutarlo.

L'aspetto più negativo del senso di colpa non è soltanto quello di tormentarsi per qualcosa che abbiamo o non abbiamo fatto nel passato, ma è soprattutto esserne influenzati negativamente nel presente, sentirsi depressi, arrabbiati, delusi e spendere un sacco di energie negative oggi per qualcosa che è già succeso e che non possiamo in alcun modo modificare.
Per non aprire poi la parentesi su quanto la società intera, e soprattutto l'educazione religiosa, usino il senso di colpa come principale mezzo di indottrinamento.
Ricevuto un tale condizionamento, diventa difficile uscire dal gioco, ma è assolutamente necessario se vogliamo vivere sereni. Imparare dagli errori è fondamentale per crescere ed evolversi come essere umani, ma dobbiamo fare tesoro della lezione e, una volta acquisita maggiore consapevolezza, lasciare andare il passato perdonandoci e accettando il fatto che le cose sono andate così e non si può tornare indietro.
Non è possibile volare in alto portando con sè una inutile zavorra.


Lo stesso meccanismo di proiezione che si attua portando la mente nel passato, avviene ovviamente anche spostandola nel futuro.
E' talmente normale per noi esseri umani preoccuparci, che a furia di usare questo verbo non ci rendiamo più conto che è un nonsenso linguistico! Non è possibile pre-occuparsi: o ci si occupa di qualcosa oppure no! Se io ti dicessi di pre-chiudere il libro che stai leggendo o di pre-alzarti da dove sei seduto, mi prenderesti per pazzo, giusto? Non vuol dire niente pre-chiudere o pre-alzarsi: o chiudi il libro o non lo chiudi, o ti alzi o non ti alzi! Non si può pre-fare qualcosa: o lo si fa o non lo si fa!
Eppure noi ci preoccupiamo, ma in questo caso non ci prendiamo per pazzi quando lo facciamo! Anzi, è un pazzo chi non lo fa!
Ma che cos'è la preoccupazione? Nient'altro che la proiezione della nostra mente su ciò che forse, eventualmente, ipoteticamente potrebbe accadere in futuro, ma che non è ancora successo (e spesso non ci si è nemmeno minimamente vicini!). Così facendo anticipiamo nella nostra mente l'evento (che molto probabilmente non accadrà mai), iniziando a renderlo reale e a viverlo insieme alle sensazioni che vivremmo nel caso accadesse:

Il solo pensiero mi fa sentire male
Non posso nemmeno pensarci, perchè solo all'idea mi sento morire

Ed ecco che immediatamente ci troviamo addosso ansia, paura, inquietudine, tensione e stress. Come nel caso dei sensi di colpa, possiamo preoccuparci con grande intensità e molto a lungo, ma tutta la preoccupazione di questo mondo non potrà farci cambiare minimamente le cose. Solo occupandocene possiamo eventualmente cambiarle!

Anche in questo caso il problema non sta nella semplice proiezione mentale del futuro, che è anzi indispensabile per creare progetti, definire obiettivi, prendere decisioni. Usare positivamente la capacità di anticipare gli eventi è una delle chiavi principali di accesso alla realizzazione dei nostri desideri. Ma la creazione di stati d'animo negativi e improduttivi, che ci portano a stare o male o a immobilizzarci nel presente per ciò che potrà succedere nel futuro, è assolutamente inutile e distruttivo.
Tendiamo in generale a preoccuparci di tutto ciò che sfugge al nostro controllo: le condizioni di salute nostre o dei nostri cari, le scelte delle persone che amiamo, gli eventi che capiteranno. E proprio perchè su alcune cose abbiamo scarsissime possibilità di controllo, possiamo solo occuparci di ciò che ci compete e lasciare andare tutto il resto, tutte le inutile preoccupazioni. Curare la nostra alimentazione o fare sport, ad esempio, sono azioni concrete che possiamo fare per migliorare il nostro stato di salute, mentre è assolutamente inutile comportarsi da ipocondriaci cronici.

Non c'è niente di più sbagliato e di limitante che etichettare noi stessi con espressioni tipo: Ho dei problemi, perchè quando lo facciamo, il vero messaggio che riceve la nostra mente è: Sono fottuto!! C'è questa cosa enorme che incombe su di me e sarà difficilissimo uscirne.
Quindi può accadere di vivere emozioni di paura, ansia, preoccupazione e altre ancora, ma come abbiamo visto, se lasciamo troppo spazio a questo tipo di sensazioni, esse diventano la norma e le accettiamo come un'abitudine. Iniziamo così a pensare che sia giusto così, che la vita sia così, e perdiamo la consapevolezza che quegli stati d'animo sono invece il risultato di qualcosa di errato che facciamo e di cui possiamo riprendere il controllo
 

m4x

Utente
14 Novembre 2014
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Bravo Tisch, ottimo intervento.

In effetti quando faccio qualcosa tendo sempre ad essere proiettato verso il futuro, pensando magari a cosa potrebbe andare storto, oppure penso al passato, sopratutto agli errori commessi.

Tutto questo nonostante io sia una persona molto positiva è ottimista, quindi neanche immagino cosa passi per la mente di persone negative e pessimiste.
La verità è che è difficile pensare al qui e ora.
 

thecrow

Utente
18 Febbraio 2015
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e di questo che ne pensate?

psicologia.doctissimo.it/depressione/sintomi-depressione/caduta-dei-capelli-attenti-al-morale.html
 

tisch

Utente
1 Aprile 2007
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M4X ha scritto:
Bravo Tisch, ottimo intervento.

In effetti quando faccio qualcosa tendo sempre ad essere proiettato verso il futuro, pensando magari a cosa potrebbe andare storto, oppure penso al passato, sopratutto agli errori commessi.

Tutto questo nonostante io sia una persona molto positiva è ottimista, quindi neanche immagino cosa passi per la mente di persone negative e pessimiste.
La verità è che è difficile pensare al qui e ora.


Il punto più saliente di quel passaggio è che preoccuparsi non serve a nulla. Se il timore per gli eventi futuri non si traduce in una azione concreta che possa migliorare questo benedetto futuro, la preoccupazione diventa solo un fardello che grava sulla nostra testa e ci blocca generando, alla lunga, tutti quei sentimenti negativi: frustrazione, stress, ansia, depressione....
Preoccuparsi senza agire, è un non-sense....è come vedere che ti sta arrivando addosso un enorme macigno e restare lì, fermo, immobile, in attesa che ti prenda in pieno e ti schiacci sotto il suo enorme peso.
 

obrero79

Utente
17 Aprile 2014
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e allora di che stiamo parlando? bisognerebbe mettersi da parte e basta! si, insomma, lasciarsi estinguere secondo le leggi della selezione naturale darwiniana! questo tipo di atteggiamento non serve agli uomini, non serve alla natura, non serve all'universo! persino un microorganismo è in continua evoluzione! questo dovrebbe fare riflettere (gli esseri minimamente intelligenti, ovviamente)!
 

obrero79

Utente
17 Aprile 2014
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artiglio5825 ha scritto:
se qualche agato in piu si fosse lasciato estinguere ne avremmo solo tratto beneficio.

eh già! invece continua a vivere con la presunzione di trascinare altre persone nel proprio baratro autoprodotto! [:D]
 

laurenzio

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30 Agosto 2014
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thecrow ha scritto:
cercando su internet stress e capelli,son spuntato su sto sito,che inietta un qualcosa e promette ricrescite,secondo voi si tratta della solita bufala o ce'qualcosa di concreto?
www.matteocagnoni.it/dermatologia_chirurgica.php?mod=xdyna_dettaglio&ID=59&__un_nuovo_modo_per_combattere_la_caduta_dei_capelli


Ma corvo, tra l'altro quest'uomo ora è il protagonista di un fatto di cronaca di cui parlano tutti i notiziari. Ma neanche a farlo apposta
 

tisch

Utente
1 Aprile 2007
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Janus ha scritto:

Quando non si agisce è per paura del fallimento. Dopo aver sofferto troppo e aver ottenuto troppi fallimenti, la paura ti impedisce di fare parecchie scelte, e ci si ritrova nell'immobilismo per anni. Ed è proprio quello che è successo a me, ma preferisco non fare nulla che riprovare e fallire, almeno per quanto riguarda ragazze e vita sociale.


A proposito di paure....

La menzogna è culturalmente considerata qualcosa di deprecabile. Ai bambini insegniamo che le bugie hanno le gambe corte e che mentire è peccato.
Però allo stesso tempo, siamo abituati a pensare che mentire ogni tanto a qualcuno per evitargli un dolore è giusto: in tal caso non è più dire menzogne, ma è dire una bugia a fin di bene. Quindi, visto che mentire a noi stessi serve a evitarci dolore, allora possiamo farlo, è accettabile. Peccato che in questo caso ci sfugga il fatto che non è per niente a fin di bene!
Infatti, quale bene può farci nascondere la verità a noi stessi? Possiamo davvero ingannarci su qualcosa che sappiamo benissimo?
Certo,possiamo fingere di credere alle nostre balle quanto vogliamo, ma dentro di noi sappiamo comunque come stanno le cose.
Molti di noi sono diventati maestri in questa arte, sviluppando talmente tanti modi e strategie diverse per mentire a sè stessi, da avere l'imbarazzo della scelta! Veri professionisti della balla, non raccontata agli amici al bar per impressionarli, ma a sè stessi con l'obiettivo principale di difendersi, di preservare la propria identità e il proprio valore, di sentirsi OK anche quando non ci sarebbe esattamente da essere fieri dei propri comportamenti, di rendere accettabili standard molto inferiori a quelli che meriterebbero di avere.

Il meccanismo di autogiustificazione si sviluppa fondamentalmente in questi 5 passaggi:

1. Ci troviamo davanti a una situazione che ci crea stress, tensione, disagio. Sappiamo che affrontarla sarebbe la cosa più giusta per noi, ma la paura rende la scelta difficile, creandoci delle resistenze.

2. Quando una persona prova dolore, istintivamente cerca subito di eliminare, o quanto meno ridurre, quella sensazione. Per questo motivo iniziamo a rimandare o a evitare del tutto di mettere in atto quel cambiamento o di assumerci quella responsabilità

3. Poichè dire a sè stessi: Sto rimandando semplicemente perchè ho paura di non farcela (o di non essere all'altezza o delle conseguenze) ci farebbe stare male, creando una pressione esterna insopportabile e un grande senso di inadeguatezza, ecco che scatta la strategia della bugia a sè stessi, ossia razionalizzare e dirsi qualcosa di non vero, ma che giustifichi con una motivazione plausibile il comportamento limitante.

4. Ripetiamo qualche volta a noi stessi quella scusa per convincerci, possibilmente rafforzandola con qualche altra credenza comune che dimostri la validità del nostro ragionamento

5. In poco tempo non ci sentiamo più inadeguati ma, al contrario, possiamo addirittura sentirci saggi, ragionevoli, e in grado di prendere decisioni giuste, poichè abbiamo saputo fare la cosa che era senz'altro la migliore.

Sono infiniti i modi in cui le persone riescono a mentire a sè stesse, ma fondamentalmente le tipologie di menzogne possono essere racchiuse in 3 gruppi principali:

1. Io sono fatto così!

Non sono portato
Non posso farlo, sono abituato a cose diverse
Non mi riesce
Sono una donna e quindi non posso

Tutte giustificazioni legate alle nostre caratteristiche personali: pochè siamo fatti così, non potremo agire diversamente.
Dirsi questo, e di conseguenza crederci, ci giustifica a non agire, ci permette di rinunciare a qualcosa trasformando la rinuncia in una scelta saggia e consapevole, che tiene conto di chi siamo e delle nostre caratteristiche.

2. Non è colpa mia!

Tanto con lui/lei è impossibile
Qui purtroppo funziona così
Vorrei, ma non ho tempo
Posso ripeterlo all'infinito, ma tanto non mi ascoltano

Tutte queste affermazioni hanno in comune lo scaricare la responsabilità all'esterno. Se non è colpa nostra, che cosa possiamo fare? Non dipende da noi, ma dall'ambiente, dal passato, dalla moglie o dal marito, dalla gente, dalla società di oggi, dal maltempo o dal governo ladro!
Inoltre, più lo ripetiamo, più ci possiamo lamentare diventando la vittima, il povero innocente oppresso dalle circostanze avverse, o meglio ancora l'accusatore che si erge puntano il dito contro tutti coloro che lo avversano ingiustamente.
Con queste giustificazioni riusciamo addirittura a trasformare le nostre fughe in atti eroici, traendone anche la sensazione di essere noi i veri vincitori morali.

3. La volpe e l'uva

Dopo tutto, a me non importa
Alla fine, ho già quel che mi serve
Ma che mi frega?
Preferisco restare così come sono
In fondo cosa cambia?

E' il tipico comportamento della volpe che non potendo avere l'uva dice che è acerba.
In questo caso, il senso del nostro valore viene salvato togliendo importanza a quello che era, fino a poco tempo prima, il nostro oggetto del desiderio. Se non vale più tanto, non vale neanche più la pena impegnarsi per ottenerlo! Non è che stiamo rinunciando o che siamo in difficoltà....è l'uva che non è buona!
Anche in questo caso possiamo sentirci particolarmente saggi ed equilibrati, perchè abbiamo scelto di non disperdere energie per qualcosa di poco valore. E perchè no, potremo anche sentire un piacevole senso di superiorità rispetto a tutti quei poverini che non si rendono conto di quanto poco valore abbia quell'uva.


Mentire a sè stessi è una delle strategie più diffuse per allontanare paure, responsabilità, momenti di confronto con noi stessi e con tutte quelle situazioni che ci potrebbero creare disagio.
Ma la domanda da farsi è: funziona?
La risposta è netta e indiscutibile : no!

Le persone mentono a loro stesse perchè non possono fare a meno di soddisfare i propri bisogni (quello della sicurezza è uno dei bisogni fondamentali). Qualsiasi cosa permetta di alleviare il disagio e ci dia l'impressione di poter riprendere velocemente il controllo della situazione è quindi ben accetta e si ha la sensazione che funzioni. Ma non è così. E' solo un'illusione.

Ciò che ci toglie dal dolore nell'immediato, spesso ci può creare una quantità di dolore infinitamente più grande in tempi più lunghi, perchè prima o poi dovremo affrontare la realtà.
Anche nel caso in cui riuscissimo a rimandare il momento della verità all'infinito (alcuni sono così abili da riuscirci!), la pena da scontare sarà la più grande e dolorosa di tutte: rimanere bloccati allo stesso livello di crescita, non evolversi come individui.
Infatti nel momento in cui mentiamo a noi stessi, ci impediamo di vedere le cose come stanno, e di metterci in gioco per affrontarle.
Per crescere dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort, affrontare ciò che ci crea disagio ed essere in grado di convivere con l'insicurezza che naturalmente proviamo quando affrontiamo una situazione nuova o difficile.
Dobbiamo imparare a convivere con l'insicurezza, e a trattarla come la nostra migliore amica invece che fuggirla. Quando riusciamo a sentirci sicuri nell'insicurezza non abbiamo più bisogno di evitarla, ma, al contrario, possiamo iniziare a capirla veramente, facendo nostro il messaggio che ci sta portando e usandola a nostro vantaggio.
Non fare questo significa garantirsi un'esistenza misera e limitata, dove l'obiettivo principale non è più vivere, ma sopravvivere. Ed è veramente questo ciò che vogliamo?
Naturalmente, nessuno vorrebbe una vita del genere, eppure per la maggior parte delle persone questa è la triste realtà. E indovina come fanno a rendersi accettabile tutto questo? Mentono a sè stessi evitando di guardare le cose come stanno.
 

m4x

Utente
14 Novembre 2014
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Vabe sarete anche calvi, ma avrete qualche aspetto positivo no? Oltre l'ottimismo intendo :D

Nel mondo la maggior parte degli uomini sono pelati come voi, ormai è un tratto dominante.

Mi spiace Janus che ti sia arreso e comprendo bene che molte delusioni sommate possano mettere un uomo al tappeto.
Prova ad utilizzare le mie strategie, dopo magari per ringraziare potresti inviarmi una cassa di minoxidill per le tue varie ed eventuali donne, che con i miei consigli diventeranno sicuramente tantissime.