Antica cura sarda.

benefabio

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18 Dicembre 2006
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della famiglia delle liliaceae ce ne sono molte specie tra cui l'asfodelo (asphodelus), bisognerebbe restringere la ricerca a quelle presenti in sardegna.


http://it.wikipedia.org/wiki/Liliaceae
 

willi

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23 Marzo 2005
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benefabio.. guarda che avevo già postato la scannerizzazione del bugiardino del kedos e anche la scatola..
 

marlin

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9 Maggio 2004
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E' molto probabilmente l'asfodelo, perchè come postato altrove, ha una tradizione locale antiustioni, perchè cresce abbondante in Sardegna essendo anche la pianta che per prima rispunta dopo gli incendi (frequenti sull'isola che è piuttosto ventilata), perchè citato, non credo casualmente, nell'articolo che annunciava lo stesso kedos sull'Unione Sarda, infine anche perchè è una pianta che va raccolta in un determinato periodo dell'anno per avere il massimo del principio attivo (come diceva lo stesso articolo e le varie voci sullla cura sarda).

Dell'asfodelo si usano i tubercoli che sono ricchi di antrachinoni, in particolare di aloe-emodina e crisofanolo. Tradizionalmente nelle zone della Sardegna in cui lo si usa per scopi perlopiù deramtologici viene raccolto come erba di San Giovanni ossia al solstizio di estate (grazie willi per le info in proposito[:D]), analogamente all'iperico altra pianta che agisce con un atrachinone simile, ossia l'ipericina, che è anch'esso molto utile per bruciature, ferite e altri problemi dermatologici.

Ciao

MA -r l i n




Fra la piazza e il fiume, di qua e di là, vi sono alberi di vita, che portano frutto dodici volte, una ogni mese, con foglie che hanno virtù medicinale per la guarigione delle genti. (Ap 22,2)
 

benefabio

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18 Dicembre 2006
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Scusa willi ma la scannarizzazione del bugiardino del kedos me la sono proprio persa mi sarei evitato il lavoro di trascrizione ma dove l'hai postata?

x marlin non mi ricordo dove (ma cercherò di ritrovarlo) ma cercando notizie sull'uso dell'asfodelo avevo anche letto che venivano usati anche i fusti secchi grattati da cui veniva usata tipo una polvere.
 

willi

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23 Marzo 2005
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eheh.. marlin, a breve nuove info.. ;)

benefabio, controlla il topic sulle wnt. l'ho postato lì perchè mi era stato chiesto lì.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Ok willi, speriamo vadano a rafforzare quelle che già abbiamo accumulato e non a scardinarle...[:)]

Lialiacee è un termine quasi omnicomprensivo, che racchiude diverse piante tra cui anche l'asfodelo; di recente si è pensato di suddividerle in altre famiglie e l'asfodelo è finito appunto nelle asfodelacee, tra queste c'è anche l'aloe e questo spiega il rinnovato interesse per questa pianta:

http://it.wikipedia.org/wiki/Asphodelaceae

Comunque va da sè che per chi produce il kedos il termine liliacee andava più che bene per nascondere la pianta da cui viene estratto il principio attivo, ottemperando però alla legge. Mettere asfodelacee sarebbe stato poco saggio, comunqe ci ha pensato il giornalista a dare questo indizio più preciso.

Sempre grazie a Willi che si muove sul posto e nella letteratura scientifica (botanica-fitoterapia) specifica locale, è risultato abbastanza chiaro che in quelle zone viene utilizzato l'asphodelus microcarpus, che è appunto il più diffuso.

Ritengo però che il vero segreto della cura sarda possa risiedere nelle altre piante che accompagnano l'asfodelo, questo ripara i danni alla pelle, ma c'è qualcosa che dovrebbe fare tabula rasa dei vecchi tessuti. Non so se potrebbe bastare l'asfodelo, anche se in questo senso si muove la testimonianza dello stesso Willi nell'uso del kedos con la desquamazione che ha avuto e il fatto che la medesima letteretura cui si accenna sopra parla di un certo leggero bruciore nell'applicazione dei preparati a base di asfodelo.

Ciao

MA - r l i n

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willi

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23 Marzo 2005
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Marlin mi è doveroso far presente che probabilmente, secondo me, quella desquamazione che ho avuto era da imputarsi all'aloe e non al kedos.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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In attesa delle info di Willi e per iniziare bene il 2009 posto qui qualcosa di interessante.

Cercavo il brevetto del kedos, che probabilmente non c'è (è il sistema migliore per non divulgare il segreto[:)]) o è ben occultato e sono capitato su un brevetto tedesco (scaduto perchè non sono stati pagati più gli oneri) ma di chiara origine sarda, ossia di una certa Maria Bucciu.

Riguarda proprio le ustioni, abrasioni, ma anche l'herpes e dettaglia bene come preparare l'asfodelo che in questo caso è l'albus (dovrebbe essere l'a. macrocarpus, che non so se è diffuso in Sardegna):


http://v3.espacenet.com/publicationDetails/description?CC=EP&NR=0995443A1&KC=A1&FT=D&date=20000426&DB=EPODOC&locale=en_EP

Ho linkato questo perchè c'è in alto e in evidenza la possibilità di traduzione in inglese per chi, come me, non sa il tedesco (la traduzione è orrenda, ma coprensibile). Leggetelo ci sono molti paralleli con la cura di cui parliamo...

Quindi, sempre su questo filone, ho trovato qualcosa di ancora migliore e in italiano, pur essendo un brevetto svizzero:

http://v3.espacenet.com/publicationDetails/originalDocument?CC=CH&NR=671336A5&KC=A5&FT=D&date=19890831&DB=EPODOC&locale=en_EP

Qui l'inventore ha voluto restare nascosto (cosa intrigante e in linea con la cura di cui stiamo parlando[:)]), ma è interessante vedere che oltre all'asfodelo di cui sopra si danno le percentuali esatte di altre piante che entrano nel preparato, alcune delle quali erano date per papabili dalle voci che ha raccolto in loco l'ottimo Willi su questa cura.

Intendo soprattutto il rosmarino, ma anche la celidonia, che secondo queste voci raccolte potrebbe essere quella specie di ortica di cui si parla e che servirebbe al ruolo distruttivo dei tessuti che rende migliore la rigenerazione.

Infatti la celidonia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Chelidonium

Ha un latte caustico che utilizzano le rondini per aprire gli occhi ai loro piccoli.

Tornando al brevetto in itialiano è interessante vedere come parli delle applicazioni a strati (con asciugatura come è capitato a Xdavid) e della specie crosta che si forma prima della guarigione per poi cadere. Infine entrambi i bevetti parlano di guarigione senza lasciare cicatrici.

Parliamone....

Ciao

MA - r l i n



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willi

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23 Marzo 2005
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magnifico Marlin, complimenti per questo ritrovamento!

a chi sa tradurre il tedesco chiediamo per favore se gli è possibile tradurci qui sul forum cosa c'è scritto nel primo link.

qui in Sardegna è pieno di quei fiori gialli, li ho anche nel giardino della casa al mare. ora però devo verificare che si tratti proprio Celidonia! (e pensare che mi dava fastidio quando crescevano in mezzo al prato inglese....)

interessantissima sta cosa..
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Non avete usato il traduttore ? E' il pulsante evidenziato in arancione che si trova in alto sulla destra del testo in tedesco, come detto, è ne esce un inglese germanizzato, ma abbastanza comprensibile anche per noi.

Almeno per sgrezzare l'argomento basta il traduttore, poi se si vuole entrare nei dettagli serve il tedesco, ma credo che non ce ne sia bisogno.

Ciao

MA -r l i n

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claudia

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5 Maggio 2003
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Ecco qui....

[0001] L’invenzione si riferisce ad un preparato per il trattamento di ustioni o di abrasioni, o di ferite della pelle, causate da infiammazioni in particolare da virus dell’Herpes.

[0002] L’inventrice ha riconosciuto che le ferite della pelle provocate da ustioni e abrasioni guariscono velocemente e soprattutto senza lasciare cicatrici quando vengono trattate con questo preparato, a base di succo tratto dalla radice della pianta Aphodelus albus.

[0003] L’asphodelus albus, - in tedesco Affodil (Asfodelo in italiano)– è una pianta che cresce nell’Europa del Sud, in particolare in Spagna, Sardegna, Sicilia e Albania, appartenente alla famiglia delle Liliacee, con spighe dallo stelo lungo e infiorescenze a pannocchia bianche o gialle. E’ noto che le radici di questa pianta contengono inulina, una sostanza che viene impiegata per i disturbi mestruali e come diuretico.

[0004] Per la preparazione del prodotto, secondo l’invenzione, la pianta di asfodelo viene estratta dal terreno circostante a una profondità di circa 30 cm. La parte superiore della pianta viene tagliata ed eliminata. Infine, la radice fusiforme, che in prossimità della superficie può raggiungere un diametro fino a 4 cm, viene pulita con acqua fino a che non vengono eliminati tutti i residui di terra. In seguito viene asportato il sottile strato esterno e quindi viene rilavata la radice in acqua. La radice sbucciata viene quindi tagliata in pezzi piccoli e inserita in una macchina speciale per ricavarne una purea. La massa ottenuta viene quindi adagiata su un telo, cioè un telo di cotone pulito, e viene pressata. Il liquido trasparente così ottenuto, che mostra un colore giallognolo, viene raccolto in un contenitore precedentemente sterilizzato (per esempio un contenitore di vetro colorato). Il contenitore non viene chiuso, e riposto in un locale con bassa umidità e a temperatura ambiente in modo da poter iniziare un processo di fermentazione aerobica. Dopo circa 6-7 giorni sulla superficie del liquido si sarà formato il fermento (fungo di fermentazione). Quindi il preparato potrà essere impiegato per il trattamento di ferite e similari.

[0005] Come durante la fermentazione, i recipienti devono essere conservati anche successivamente in locali a temperatura ambiente e bassa umidità. Inoltre, il preparato non deve essere esposto ai raggi solari.

[0006] Il fermento che si è depositato sulla superficie del liquido può restare nel contenitore fino al primo utilizzo, oppure venire rimosso dopo il processo di fermentazione del periodo di 6-7 giorni. I contenitori in vetro verranno richiusi per la conservazione da un tappo di sughero naturale. Prima però verrà praticata un’incisione nel tappo di sughero, in modo che all’interno dei contenitori non si formi una pressione eccessiva.

[0007] La validità del preparato, a cui non verranno aggiunti conservanti, è di circa 3-4 mesi. Quando il preparato assume un odore acido, non dovrà essere più impiegato.

[0008] Quanto prima viene iniziato il trattamento, tanto maggiori sono le prospettive di successo per una buona, cioè completa guarigione senza cicatrici. Il momento migliore è quello immediatamente successivo alla lesione, sia dovuta a ustione o a caduta. Lo stesso vale per la formazione di herpes, il cui riconoscimento precoce e il trattamento immediato promettono un migliore risultato. Ciononostante anche nel caso di un inizio tardivo del trattamento come ad esempio di un herpes in uno stadio avanzato o di un’ustione o di abrasioni di qualche ora o di qualche giorno dopo l’avvenuto danno epiteliale, ci si possono attendere buoni successi curativi.

[0009] In caso di ustioni o abrasioni la ferita deve essere pulita accuratamente e – per quanto possibile – devono venire eliminati i resti di ustione e di pelle bruciata. La pulizia avviene con un disinfettante, che deve essere applicato delicatamente e attentamente sulla ferita.

[0010] A seconda dello stato della ferita e del progresso del processo di cicatrizzazione, sono necessarie ulteriori disinfezioni nel corso della terapia. Prima di ogni applicazione dell’unguento si deciderà se sarà necessario disinfettare nuovamente la cute.

[0011] Successivamente alla disinfezione, la ferita deve venire brevemente asciugata. Per accelerare questo processo, può essere utilizzato un ventilatore.

[0012] Prima dell’applicazione del preparato, bisogna fare attenzione che la ferita sia per quanto possibile in posizione orizzontale. Il preparato verrà poi applicato con l’aiuto di una pipetta direttamente sulla ferita e distribuito con una piuma. In questo modo la ferita verrà cosparsa con il preparato in modo il più possibilmente uniforme. Dopo il trattamento, la ferita deve brevemente asciugare. Successivamente, il preparato può essere applicato ancora da una a tre volte.

[0013] Successivamente alla somministrazione del preparato la ferita non deve venire coperta.

[0014] A seconda del grado di ustione o di abrasione oppure a seconda dello stadio dell’herpes e a seconda del processo di cicatrizzazione il preparato può essere applicato 1-2 volte al giorno. In questo caso possono venire applicati da uno a 4 strati del preparato. A seconda della gravità della lesione, la cura può durare 10-20 giorni.

[0015] Dato che la ferita durante tutta la durata del trattamento è senza protezione, è necessario assicurarsi che la ferita (per quanto le condizioni lo permettano), non venga toccata. E’ necessario limitare il contatto con l’acqua, e la ferita deve essere protetta dalla luce solare.


Ricordatevi di consultare la homepage www.calvizie.net
 

ronald

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6 Maggio 2003
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grazie della traduzione.

questa sembrerebbe proprio la cura sarda anche da come viene descritta l'applicazione con la piuma. a occhio la si potrebbe preparare anche in casa, non sembra così complicato ma attendo pareri dai più esperti.






Si dovrebbe piangere ai battesimi, non ai funerali.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Sapevo di poter contare su Claudia, ma il 2 gennaio...non osavo chiedere. Quindi molte grazie Claudia.

Sull'edera Xdavid, non saprei non è l'unica cosa che fa scurire i capelli, se pensi che agisce così il polygonum multiflorum che è abbiamo visto essere ricco degli stessi antrachinoni dell'asfodelo (e dell'aloe, ma immagino che tu in Sicilia cercherai anche l'asfodelo[:)]).

Sull'asfodelo devo dire che la scelta dell' a.albus nei brevetti mi lascia perplesso, qui da noi in alcune regioni è una specie protetta (ma in altre no), in Sardegna non dovrebbe essere molto diffuso se non in altitudine (ma non ho riscontri precisi). Può anche essere che essendo questa specie l'asfodelo montano sia l'unica specie a cui si può attingere in Svizzera e Germania e per questo sia stato messo nei brevetti, visto che il microcarpus è tipicamente mediterraneo.

Ciao

MA - r l i n

Fra la piazza e il fiume, di qua e di là, vi sono alberi di vita, che portano frutto dodici volte, una ogni mese, con foglie che hanno virtù medicinale per la guarigione delle genti. (Ap 22,2)