ad3 ha scritto:
HeynZ ha scritto:
Fagiolo92 ha scritto:
Tranquilli non è successo nulla. La società aveva proposto istanza di estensione in Bosnia ed Erzegovina, Marocco e Montenegro, del brevetto comunitario e successivamente l'ha ritirata rinunciando (almeno per ora) a conseguire la tutela brevettuale in questi paesi. Per il resto tutto come prima.
P.s.) Se ho capito bene questo ht è un forum pressoché omologo. Se sono americani non dategli troppo retta su queste cose.
Saluti.
Grazie del chiarimento Fagiolo, si vede che è il tuo lavoro [
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Io me ne intendo meno di te, però mi pare d'aver capito che la normativa sulla tutela dei brevetti a livello internazionale non sia completamente omogenea, dunque è normale tutelarsi in diversi passaggi, p.es. quando si parla di paesi extra-UE, oppure del mercato asiatico o USA, ecc.
In questo caso mi sembra probabile che la società voglia prima provare a mettere qualcosa in commercio, vedere la risposta del mercato, ed eventualmente estendere la validità del brevetto prima di commercializzare il prodotto altrove.
Al massimo gli utenti che abitano nella ex-jugoslavia dovranno aspettare un po' di più o (se ne vale la pena) rifornirsi in Italia [
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commento molto interessante. Fagiolo tu cosa dici?
Il ritiro dell'istanza, è una cosa di pochissimo conto, un'inezia che quasi certamente non rinviene la propria cagione in scelte di tipo strategico, ma credo che scaturisca da fatti di natura meramente procedimentale. Considerate che questo, è una sorta di sub-procedimento che si svolge nell'ambito di un procedimento internazionale disciplinato da normative talmente vaste che io ho paura anche solo di consultare. Se ne consideriamo la complessità, va da sé che alla base della mancata estensione del brevetto a quei paesi, potrebbe esserci qualsiasi motivo. A dire il vero, penso che non sia stata neppure una scelta della società, ma dello studio legale mandatario. E ciò, peraltro, non significa necessariamente che la società rinuncerà a qualsiasi tutela in quei paesi, ma semplicemente che non si avvarrà della procedura centralizzata (in estensione), potendo comunque richiedere separatamente i brevetti nazionali dei rispettivi paesi. Quasi inutile dire che Fidia è libera di vendere anche in paesi presso cui non ha conseguito alcun tipo di tutela sull'invenzione (ivi compresa quella brevettuale), la qual cosa però non le consentirebbe di esperire i rimedi a difesa della privativa industriale (e.c. azione di contraffazione, sequestro, distruzione, ecc.) nei confronti di chi sfruttasse economicamente l'invenzione non brevettata (fermo restando che in diversi ordinamenti - incluso il nostro - anche l'invenzione non brevettata riceve una seppur limitata tutela).
In definitiva, escluderei che sia l'indice rivelatore di una strategia commerciale, ma concediamoci il beneficio del dubbio...
Per rispondere all'utente Heynz: siamo assolutamente lontani da un diritto commerciale europeo uniforme, vieppiù da un diritto internazionale. Per quanto pertiene al brevetto, qualche passo in avanti è stato fatto, ma limitatamente alle procedure. Si prevedono procedure centralizzate (domanda unica, deposito unico, controllo unico, ecc.) al termine dei quali vengono rilasciati tanti brevetti quanti sono i paesi aderenti alla convenzione istitutiva dell'EPorg, ed ogni brevetto soggiace alla - diversa - legislazione nazionale. Parliamo di circa 150 paesi diversi, con altrettante legislazioni. Un primo importante traguardo sarà raggiunto quando entrerà in vigore il brevetto comunitario contemplato dalla Convenzione del Lussemburgo (unica la procedura, unica la disciplina legislativa in tutti gli stati) ma perché ciò sia possibile bisognerà attendere la ratifica di tutti gli stati membri dell'UE. Può sembrare poco, ma giuridicamente segnerebbe una svolta importantissima.
Insomma attualmente un brevetto internazionale non esiste e forse non esisterà per almeno cinquant'anni.
Detto questo, io alcune scelte della società continuo a non spiegarmele e conseguentemente a non condividerle.
Saluti.