Ah dimenticavo, a quanto appena esposto aggiungo un dettaglio non da poco ( per me ovviamente, visto che da coloro per i quali i miei pensieri sono irrilevanti può essere assolutamente indifferente):
considero questa come un semplice test, poichè per quanto concerne la valenza del progetto concordo in quanto fin qui esposto da Marlin.
Quando si valuta l'efficacia di un prodotto con un approccio di trial clinico bisogna porre assoluta attenzione ai criteri di inclusione in riferimento alla patologia trattata ed al fatto che i risultati siano statisticamente significativi.
Il fatto che si faccia un'amalgama fra aga, aa, te etc. non aiuta.
Se almeno come premessa vi fosse stato uno studio che recultava per quanto riguarda l'alopecia androgenetica almeno una 30 ina di pazienti ( ma anche 20) di cui la maggior parte apparteneva al gruppo Norwood 3 vertex, indicativo per la diagnosi e la conseguente valutazione dell'outcome terapeutico sull'alopecia androgenetica, allora sarei più fiducioso.
Idem per l'areata. L'areata è una patologia così imprevedibile e cronica, anch'essa con componente genetica, che risulta più aggressiva tanto più l'insorgenza è precoce.
Quindi la valutazione del paziente andrebbe fatta a lungo nel tempo, possibilmente in uno studio che preveda un doppio cieco, ranodmizzato controllato e multicentrico ( ma chiediamo troppo in termini di investimento per un prodotto che non sarà farmaco), dato che ricordo che la regressione spontanea ( intesa come richiusura delle chiazze alopeciche) avviene spesso anche senza alcun trattamento.
In sintesi più complesso dimostrare un risultato inequivocabile su di un'androgenetica che su di un'areata.
considero questa come un semplice test, poichè per quanto concerne la valenza del progetto concordo in quanto fin qui esposto da Marlin.
Quando si valuta l'efficacia di un prodotto con un approccio di trial clinico bisogna porre assoluta attenzione ai criteri di inclusione in riferimento alla patologia trattata ed al fatto che i risultati siano statisticamente significativi.
Il fatto che si faccia un'amalgama fra aga, aa, te etc. non aiuta.
Se almeno come premessa vi fosse stato uno studio che recultava per quanto riguarda l'alopecia androgenetica almeno una 30 ina di pazienti ( ma anche 20) di cui la maggior parte apparteneva al gruppo Norwood 3 vertex, indicativo per la diagnosi e la conseguente valutazione dell'outcome terapeutico sull'alopecia androgenetica, allora sarei più fiducioso.
Idem per l'areata. L'areata è una patologia così imprevedibile e cronica, anch'essa con componente genetica, che risulta più aggressiva tanto più l'insorgenza è precoce.
Quindi la valutazione del paziente andrebbe fatta a lungo nel tempo, possibilmente in uno studio che preveda un doppio cieco, ranodmizzato controllato e multicentrico ( ma chiediamo troppo in termini di investimento per un prodotto che non sarà farmaco), dato che ricordo che la regressione spontanea ( intesa come richiusura delle chiazze alopeciche) avviene spesso anche senza alcun trattamento.
In sintesi più complesso dimostrare un risultato inequivocabile su di un'androgenetica che su di un'areata.