La moneta nel lungo periodo dovrebbe essere neutrale sull'economia reale, la crescita reale è sempre al netto dell'inflazione, con una moneta debole si crea anche un'illusione monetaria, ossia una crescita che è in parte fittizia e che è destinata ad esaurirsi a breve, come succede nelle economie meno sviluppate, quelle che non si sviluppano mai.
Comunque è tutta l'economia che sarebbe da riformare, si pensa alla crescita come la soluzione di tutti i mali, ma è una visione parziale e monocromatica. Trovo un'assurdità la decrescita felice sino a quando il sistema è impostato su questi criteri, ma sono per un'economia al servizio dell'uomo e non per l'uomo al servizio dell'economia (ossia che deve sempre incrementare il prodotto altrimenti muore). Al momento però non c'è alternativa, solo con la crescita reale e non drogata dall'inflazione si può stare collettivamente meglio anche se le disuguaglianze non è detto che decrescano.
Tieni anche conto che le economie sviluppate hanno un prodotto già maturo che è impensabile che possa crescere alle percentuali dei paesi che devono svilupparsi. Pochi punti di crescita su un grande prodotto acquisito nel tempo sono sempre un buon conseguimento, chi è molto più in basso può e, in un certo senso, deve, crescere a ritmi più elevati, ma questo proprio perché parte da una base più bassa, quindi anche le percentuali del PIL sono fonte di una certa illusione statistica, nel senso che i paesi sviluppati, anche per motivi strutturali, difficilmente possono crescere oltre i tre punti percentuali, certo dopo una catastrofe e col cambio di moneta magari iniziano a recuperare anche con 4 o 5 punti, ma non è una crescita auspicabile perché è un tentativo di riportarsi sui valori pre-disastro, tentativo che spesso è pure illusorio.
Ciao
MA - r l i n