Se vince Marine Le Pen torniamo alla Lira?

marlin

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Purtroppo usano il buon senso a difesa degli interessi veri o presunti dei loro elettori, a ben pensarci è un po' il difetto di tutte le democrazie, ma le dittature sono di gran lunga peggio.

Ciao

MA - r l i n
 

ilkraken

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19 Settembre 2010
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Riprendo la discussione per segnalare che ieri c'è stato il primo di una serie di dibattiti tra gli sfidanti per le presidenziali francesi. Le Pen, Macron, Fillon e i 2 candidati minori che nn ricordo il nome.
Quando si è parlato di euro la le Pen ha tirato fuori questo grafico, che io avevo già mostrato in questo thread, ma nella versione con il solo confronto tra italia e Germania.

https://www.google.it/search?q=la+chute+de+la+production+industrielle+euro&prmd=nvi&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwji8-aHp-jSAhVIEiwKHe7mCQ4Q_AUICSgD&biw=360&bih=564#imgrc=eb3nIThNcLPXYM:

Alla mia tesi che l'euro aveva offerto un vantaggio competitivo al paese più forte mi era stato risposto qualcosa come perché la germania ha saputo fare le riforme e modernizzarsi invece noi italiani siamo rimasti indietro.
Bene mi preme farvi riflettere che questa vostra tesi degli italiani fannulloni e corrotti dovrebbe estendersi a tutta l'Europa del sud, e quindi francia spagna portogallo grecia e anche tutti gli altri stati in difficoltà tra cui ad esempio anche la virtuosa finlandia.
Quindi nel vostro mondo c'è un paese, la germania, fatto di gente e di politici rispettabili e capaci, mentre tutti gli altri sono fannulloni non all'altezza.
Secondo me invece (e ripeto secondo la stragrande maggioranza della scienza economica)siamo in un meccanismo che altera palesemente e nettamente il mercato. Rimanerci non è conveniente. Uscire costa, ma meno che rimanere. Finirà quando questa diventerà l'idea dominante (e progressivamente lo sta diventando).
E aggiungo che anche agli UsA questa cosa è da un po che sta dando fastidio, sia all'amministrazione Obama, che alla nuova di Trump. Particolare non di poco conto.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Nessuno ha parlato di fannulloni, non inventarti le cose, certamente siamo poco organizzati e questo, se vogliamo costa anche più fatica, ma noi pensiamo di essere molto furbi e indipendenti.

A me pare che invece questa cosa dell'uscita dall'euro stia perdendo seguito, oggi ho seguito analogo dibattito su Radio Uno e anche i 5 Stelle si limitano a chiedere che si decida con un referendum ben sapendo che la maggioranza degli italiani non è d'accordo con l'uscita dall'euro (Tsipras docet...).

La Le Pen, vale come Bossi di cui sopra...[:)]

Ciao

MA - r l i n

 

ilkraken

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19 Settembre 2010
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Lasciando stare le simpatie politiche e guardiamo il grafico che parla di produzione industriale. Non se lo è inventato la LePen è presente su tanti siti e giornali di economia, ma vale ancora il pregiudizio lo ha tirato fuori la le Pen quindi è inattendibile.
Faccio notare che la produzione industriale significa fabbriche che se stanno aperte o meno determinano buona parte dei livelli di occupazione/disoccupazione, ovvero IL PROBLEMA più grande da risolvere.
È giusto per capire come ragionate.
Secondo voi dopo l'Euro un paese è diventato improvvisamente più competitivo e bravo degli altri, e contemporaneamente tutti gli altri sono diventati incapaci?
Anche i cugini francesi spagnoli ecc hanno perso il treno delle riforme casualmente subito dopo il 99?

P.S : questa me la segno

Marlin ha scritto:

A me pare che invece questa cosa dell'uscita dall'euro stia perdendo seguito
 

marlin

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Dovresti sapere che il problema che ci portiamo dietro è la produttività bloccata, allora guardati questo grafico (e lascia stare il titolo, che riporta a quel fannulloni che è del tutto sbagliato):

http://www.corriere.it/economia/leconomia/17_marzo_20/siamo-diventati-pigri-crollo-produttivita-italia-de-bortoli-l-economia-53d3df04-0d36-11e7-a60b-8fc97ae3c91d.shtml

In Italia chi lavora si fa il mazzo anche per chi vive di rendita, questo era il punto delle riforme, l'uscita dall'euro è il modo per non fare le riforme che gli altri hanno fatto e per continuare a vessare chi si fa il mazzo e mantenere i privilegi degli altri, la via sudamericana cui ho accennato prima.

Prova a vedere anche se c'è qualcosa che non ti quadri in questo articolo di oggi:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-spendere-tanto-spendere-male-la-piaga-dei-governi-19314.htm

Mi pare ineccepibile. Le manovre che si potevano mettere in atto per far ripartire il Paese non erano e non sono così traumatiche, solo che cozzano contro la volontà dei soliti privilegiati, quindi la strada disastrosa dell'uscita dall'euro per certe categorie che vivono di rendita è preferibile che la rinuncia ai propri privilegi.

L'Italia entrando nell'euro aveva scommesso su questo tipo di crescita economica virtuosa, con la rinuncia all'euro sceglierebbe la strada del sottosviluppo e della difesa delle disuguaglianze e dei privilegi. La cosa è pertanto molto semplice.


Ciao

MA - r l i n
 

ilkraken

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Va bene Marlin ma se è così devi ammettere che lo stesso deve valere per anche per tutto il resto d'Europa visto che i problemi sono gli stessi. Quindi la Germania ha fatto le cose per bene e tutti gli altri hanno sbagliato. Una sorta di teoria della razza superiore. Dov'è che l'ho già sentita...
 

comeon

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3 Agosto 2008
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Marlin ha centrato il punto. Al riguardo mi permetto di suggerire

http://www.lavoce.info/archives/18793/ritorno-alla-lira-svalutazione-crescita/

La bibliografia in calce è molto eloquente.
 

ilkraken

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19 Settembre 2010
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Comeon ha scritto:
Marlin ha centrato il punto. Al riguardo mi permetto di suggerire

http://www.lavoce.info/archives/18793/ritorno-alla-lira-svalutazione-crescita/

La bibliografia in calce è molto eloquente.


È l'articolo migliore che mi avete postato. Finalmente.
Anche se a parer mio trascura le conseguenze politiche dell adozione dell'euro, che ritengo essere fondamentali.
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Non è che la Germania sia sola, c'è notoriamente una divisione Nord-Sud, parliamo di razze superiori ? No, di maggiore serietà ed organizzazione, ma noi che avevamo fatto passi avanti dal dopoguerra in questa direzione ci siamo bloccati, quando il passo per stare bene nell'euro non era così proibitivo, solo toccava interessi consolidati che non vogliono cedere nulla per migliorare il Paese, una triste e pericolosa conservazione perinde ac cadaver, sino a rischiare la propria rovina.

Comunque la mia premessa è sempre stata, stando così le cose, che era davvero meglio non entrare nell'euro, perché uscirne è un disastro. Tuttavia anche il disastro può essere più o meno clamoroso: se escono tutti assieme è meno disastroso, se esce prima la Francia c'è una reazione a catena e il disastro è solo meno forte di un'uscita della sola Italia e per prima, infine se, come molti indicano, dovesse invece uscire la Germania, ci sarebbero delle conseguenze, ma molto più attenuate.

Ciao

MA - r l i n
 

ilkraken

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Marlin ha scritto:

Comunque la mia premessa è sempre stata, stando così le cose, che era davvero meglio non entrare nell'euro, perché uscirne è un disastro. Tuttavia anche il disastro può essere più o meno clamoroso: se escono tutti assieme è meno disastroso, se esce prima la Francia c'è una reazione a catena e il disastro è solo meno forte di un'uscita della sola Italia e per prima, infine se, come molti indicano, dovesse invece uscire la Germania, ci sarebbero delle conseguenze, ma molto più attenuate.


Alla fine non siamo neanche tanto in disaccordo.
Concordo su tutto a parte il fatto che uscire sarà un disastro.
Rimanere a queste condizioni invece come lo giudichi?
Perché quello che ho cercato di sottolineare è che manca la volontà politica di cambiare queste condizioni.
 

marlin

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Infatti non sono posizioni lontane le nostre, non è che io pensi che l'euro sia stato fatto per bene e con le corrette condizioni al contorno, dico solo che uscirne è peggio che entrarne, sopratutto uscirne da soli o per primi.

Per me se l'Italia avesse fatto le dovute riforme ora sarebbe a posto e in crescita come gli altri paesi dell'unione, non erano cose così difficili da fare, ma si vede che per noi sono troppo, chiaro che se si va nella direzione opposta a queste riforme,come tante cose fanno pensare, si va solo a rendere peggiore la situazione.

Però ricordiamoci che l'economia, anche la nostra, è in ripresa, troppo lenta, certo, ma si sta muovendo, starebbe a noi non affossare questa ripresa e utilizzarla per metterci a posto, invece sembra che facciamo come i cugini greci che quando si stavano lentamente riprendendo con Samaras hanno bloccato tutto puntando su Tsipras che però non ha risolto nulla, tranne che restare nell'euro.

Ciao

MA - r l i n
 

ilkraken

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Il fatto è che è più di mezza Europa che non cresce (crescere nemmeno dell'1% annuo dopo anni di recessione non è crescita) e soprattutto è la disoccupazione che nn migliora.
Ok che l'italia poteva modernizzarsi, sono d'accordo, ma questo a mio parere non è stato ciò che ha pesato maggiormente.
Nemmeno la Francia ha fatto le riforme? Nemmeno la Finlandia?
Il fatto a mio parere è che si è immersi in un meccanismo che ci rende deboli rispetto ai più forti.
Sul fatto che in Italia ci siano molte cose da riformare sono d'accordo cmq.
 

marlin

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La moneta nel lungo periodo dovrebbe essere neutrale sull'economia reale, la crescita reale è sempre al netto dell'inflazione, con una moneta debole si crea anche un'illusione monetaria, ossia una crescita che è in parte fittizia e che è destinata ad esaurirsi a breve, come succede nelle economie meno sviluppate, quelle che non si sviluppano mai.

Comunque è tutta l'economia che sarebbe da riformare, si pensa alla crescita come la soluzione di tutti i mali, ma è una visione parziale e monocromatica. Trovo un'assurdità la decrescita felice sino a quando il sistema è impostato su questi criteri, ma sono per un'economia al servizio dell'uomo e non per l'uomo al servizio dell'economia (ossia che deve sempre incrementare il prodotto altrimenti muore). Al momento però non c'è alternativa, solo con la crescita reale e non drogata dall'inflazione si può stare collettivamente meglio anche se le disuguaglianze non è detto che decrescano.

Tieni anche conto che le economie sviluppate hanno un prodotto già maturo che è impensabile che possa crescere alle percentuali dei paesi che devono svilupparsi. Pochi punti di crescita su un grande prodotto acquisito nel tempo sono sempre un buon conseguimento, chi è molto più in basso può e, in un certo senso, deve, crescere a ritmi più elevati, ma questo proprio perché parte da una base più bassa, quindi anche le percentuali del PIL sono fonte di una certa illusione statistica, nel senso che i paesi sviluppati, anche per motivi strutturali, difficilmente possono crescere oltre i tre punti percentuali, certo dopo una catastrofe e col cambio di moneta magari iniziano a recuperare anche con 4 o 5 punti, ma non è una crescita auspicabile perché è un tentativo di riportarsi sui valori pre-disastro, tentativo che spesso è pure illusorio.

Ciao

MA - r l i n
 

zev

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Entrambi avete buone argomentazioni...Sono sempre dell'idea che una svalutazione porterebbe almeno nel primo periodo problemi ai ceti meno abbienti povertà come storicamente provato.

Di sicuro l'Italia non cresce non per le riforme mancanti, ma per un sistema burocratico al limite della pazzia e una tassazione insensata.

Per la Le Pen, prima vediamo se vince..
 

joe2

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21 Luglio 2009
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zev ha scritto:
Di sicuro l'Italia non cresce non per le riforme mancanti, ma per un sistema burocratico al limite della pazzia e una tassazione insensata.

Per la Le Pen, prima vediamo se vince..

Al contrario. La mancata semplificazione burocratica e' appunto la prima Riforma di cui avremmo bisogno, nonche' la prima come numero di promesse fatte e poi disattese dalla politica (tutta).
E la seconda e' diretta, naturale e legalmente riconosciuta figlia di quello stesso modo di pensare che, invece di affrontare i problemi e risolverli, attinge a piene mani dalla spesa pubblica per non cambiare nulla e accontentare, populisticamente, ora questo ora quell'altro.
Poi alla fine il conto arriva. E per pagarlo bisogna tassare.

Alla base c'e' lo stesso identico errore che oggi, invece di inquadrare il problema per quel che e' e affrontarlo con Riforme radicali, individua un presunto, improbabile colpevole (oggi e' l'euro, ieri era il Sud, domani sara' un'invasione aliena e cosi' via) e su quello scarica le colpe.

...alla fine, in capo a chi abbocca a questi populismi si potrebbe ipotizzare non solo una innocente ingenuita' ma imputare anche una dolosa connivenza
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Qui divento pessimista, infatti è da tempo che sappiamo che la burocrazia è praticamente irriformabile, perché i politici vanno e vengono e fanno proclami e promesse che non mantengono, ma i burocrati restano e dispongono, in pratica comandano loro che non sono eletti e noi ci illudiamo di poter modificare le cose mandando al governo nuovi politici che dovrebbero rinnovare il tutto, ma non ci possono riuscire.

Si veda il caso di Roma, con 60 mila dipendenti del Comune che all'elezione del nuovo sindaco sono stati subito rassicurati che non sarebbero stati toccati. Cambiano i partiti al potere, ma non cambia l'immunità di cui godono i burocrati che pertanto possono fare o non fare tutto quello vogliono e se per caso vengono intaccati i loro interessi hanno subito un pronto soccorso sia politico che sindacale che fa un fuoco di sbarramento contro ogni cambiamento.

E' chiaro che stando così le cose il Paese ha poche chances di non andare a catafascio nel medio-lungo periodo, ma l'uscita dall'euro non sarebbe, in tutta evidenza, la soluzione di tutto questo, bensì l'esito finale di tali politiche dissennate della spesa pubblica e la conferma che continueranno immutate. In pratica solo seguendo la disciplina economica europea c'è qualche speranza di cambiare in meglio questo quadro così deleterio e davvero iniquo per la maggior parte della popolazione.

Ciao

MA - r l i n
 

zev

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11 Aprile 2011
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tassazione e burocrazia elevata secondo me hanno un collegmento tra di loro importante...

sono d'accordo su tutto Marlin, meno seguire la disciplina europea..prima di iniziare quello abbiamo ancora altre cose da metter a posto
 

marlin

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9 Maggio 2004
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Nel senso che è la disciplina europea che costringe i governi a fare qualche sforzo per rientrare dal debito, con la lira si torna alla finanza allegra di sempre, ma praticamente al default.

Ciao

MA - r l i n
 

joe2

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21 Luglio 2009
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Marlin ha scritto:
Qui divento pessimista, infatti è da tempo che sappiamo che la burocrazia è praticamente irriformabile, perché i politici vanno e vengono e fanno proclami e promesse che non mantengono, ma i burocrati restano e dispongono, in pratica comandano loro


In pratica solo seguendo la disciplina economica europea c'è qualche speranza di cambiare in meglio questo quadro così deleterio e davvero iniquo per la maggior parte della popolazione.


Qualche Governo seriamente riformatore c'e' stato e qualcosina e' pure stata fatta, vedi la L. Bassanini per la P.A.
Il punto e' che le corporazioni - come i burosauri della P.A. ma non solo - hanno uno strapotere consolidato', tentacolare, talvolta sommerso e comunque mai sottoposto al vaglio popolare mediante voto.
La politica invece e' debole, vieppiu' frammentata e in un ipotetico scontro non puo' che uscirne perdente.
La cosa e' del tutto evidente e tuttavia quando si tenta una qualche riforma per rinforzare i poteri dell'esecutivo e\o ridurre la frammentazione partitica si grida regolarmente all'attentato ai diritti democratici.
Ad alimentare queste grida sono generalmente gli stessi poteri e cricche che hanno interesse a mantenere lo status quo, si puo' facilmente comprendere.
Non e' invece comprensibile il meccanismo che spinge una fetta consistente di popolazione ad abboccare. Sono poi piu' o meno gli stessi che abboccano ai vari populismi tipo No-Euro ecc.
Come se ne possa uscire non saprei, ma temo che la via non possa prescindere da una responsabilizzazione e maturazione collettiva.

Quanto alla disciplina euro, questo e' un altro punto a favore del medesimo. Se uno non e' capace di autodisciplinarsi - e l'Italia non lo e'-, e' bene che venga messo sotto tutela. Nel nostro caso, la tutela delle regole UE ed Euro
 

zev

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11 Aprile 2011
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Marlin ha scritto:
Nel senso che è la disciplina europea che costringe i governi a fare qualche sforzo per rientrare dal debito, con la lira si torna alla finanza allegra di sempre, ma praticamente al default.

Ciao

MA - r l i n


Su questo non c'è dubbio, ma il problema è che spesso anche se vigila l'UE come dal 2011 il debito cresce e non poco.