Marlin ha scritto:
Forse non era naturale perdere i capelli....diverse decine di migliaia di anni fa.[
] Bisogna fare i conti con l'evoluzione, che in particolare tra i caucasici (europei) ha coinvolto la capigliatura.
Quanto alla tua domanda di esempi, restando in tricologia, abbiamo numerose zone in cui i vellus diventano terminali e viceversa nel corso della vita sotto effetto degli ormoni e della genetica. La barba è un classico esempio, da bambini non c'è poi spunta a poca distanza magari dalle zone diradate dalla calvizie. I peli pubici e ascellari, prima non sono vellus, poi, con la maturità sessuale, diventano terminali e poi ancora con l'età avanzata in molti casi si diradano, cadono e tornano miniaturizzati.
I capelli vanno quindi inquadrati in questa variabilità dei peli di tutto il corpo nel corso degli anni di vita che dipendono da caratteristiche individuali e quindi genetiche e pertanto aggregabili secondo fenotipi e genotipi.
Ciao
MA - r l i n
Non sono assolutamente d'accordo.
Aggrappandosi sempre a tortuose teorie evoluzionistiche solo si cerca di standardizzare risposte che di logico hanno poco o niente.
Insomma, il classico jolly che risolve tutti i quesiti.
Io credo che l'evoluzione continua il suo inarrestabile progresso solo attraverso le leggi naturali.
Molti grandi pensatori della storia umana hanno ribadito questo concetto.
“Osserva in profondità, nel profondo della natura e allora comprenderai ...
perché nelle sue invenzioni nulla manca e nulla è superfluo”(Leonardo da Vinci)
I capelli non possono essere considerati un vestigio primordiale. Il follicolo è un organo, sei d'accordo?
E come tale è arrivato fino ai nostri giorni. Sicuramente non ha la stessa importanza di altri organi vitali
pero' questo non vuol dire che è normale il suo deterioramento ad opera di una programmazione genetica!
E quando tale azione si verifica siamo in presenza di una grave patologia, e questo non è certo il caso della calvizie.
Un'altro aspetto che smentisce la naturalità della calvizie è la assenza di uniformità.
L'essere umano ha certe caratteristiche che lo identificano con precisione e che si ripetono senza eccezioni, a meno
che non intervenga un fattore esterno complesso che ha minato la vitalità' di un determinato organo.
Potrei credere in certe teorie se il problema comprendesse tutto il genero mascolino,se ci fosse una omogeneità.
Ma una discriminazione che si presenta con lo stesso criterio della roulette o del poker ( predisposizione genetica )
mi sembra per lo meno fuori luogo.
Bisogna quindi partire dalle seguenti domande:
Il follicolo è un organo o cosa?
Perché si svilupperebbe una sensibilità al DHT solo in certe zone della testa?
Dove sono le prove che dimostrano come si arriva al deterioramento follicolare per ordine genetica?
Le affermazioni della Epigenetica valgono qualcosa o si tratta solo di fantascienza ?