parliamo di musica

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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Novella!!!!! Quanto tempo!!!!!!!!!!

E i Tyketto!!!! Forever young!!!!!!! il loro mega hit!!!! Peccato che non sia accaduto veramente!!! Ammetto che preferisco il secondo dei Tyketto, più anni '70. Bello!
Bad Habit...boh, per me sopravvalutati!

Harem Scarem tra i migliori!!

Mastedon??? Quelli dei fratelli Elefante??? Sentiti solo di nome! Christian rock uber alles! Stryper? Nazareth??
Steeheart grande voce. Matjevic! Roxus mai sentiti che roba sono???
 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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A Klà! Thanx per apprezzamenti!!!! [:X] ...ma dove ti hanno toccato???? spero non in parti imbarazzanti!!!!!!!![:D]perdona la battutaccia!
 

boro

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5 Maggio 2003
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bravo thecù,mi stupisci[:D]
i bad habit so bboni,fidate
I mastedono sono superlativi,elefante brothers geni!!
M,matievic acuti tremendi,i dischi successivi un flop
Roxus,gruppo austrialiano,un disco ottimo nel miglior periodo dell'aor ossia anni 89-95
 

boro

Utente
5 Maggio 2003
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Thecù e altri attenti al genere sopraffino dell'aor,qui ci troviamo di fronte ad un MUST assoluto,prendo spunto da questa recensione tratta da un mio amico,prendete nota dei nomi che ci suonano e fate un SEARCH su emule,eheheh

OCCHIOOOOO



MARC JORDAN - A HOLE IN THE WALL (1983) FOREVER YOUNG

È possibile che il suono levigato e tecnologicamente perfetto di questo disco abbia lasciato un po’ di amaro in bocca a chi aveva scoperto Marc Jordan attraverso l’inedita e schietta atmosfera di Mannequin. In ogni caso, col senno di poi, e di fronte a dieci canzoni di questo livello, anche i soliti incontentabili considerano ormai A Hole In The Wall meritevole di figurare accanto a The Nightfly di Donald Fagen o Angel Heart di Jimmy Webb: cosa sarebbero stati gli anni Ottanta senza queste ancore di salvezza, senza questi preziosi attimi di sollievo rispetto all’orrore imperante? Lasciato in braghe di tela dalla Warner, Marc inizia un umiliante pellegrinaggio da un’etichetta all’altra (tragica esperienza condivisa da molti grandi protagonisti dell’A.O.R.) e dopo un ottimo live pubblicato dalla RCA giapponese (Secrets / Live At El Mocambo) approda provvisoriamente alla nipponica Sound Design. I saggi produttori del Sol Levante sanno di avere di fronte un artista vero e gli danno carta bianca. Tanto per cominciare, Jordan fa sedere dietro i tamburi lo specialista Mike Baird, a cui affianca alcuni 'mostri' di studio californiani, primi fra tutti Richard Page e Steve George ai cori. La chitarra di Steve Lukather introduce e domina Slipping Away, scritta insieme a Steve Kipner, cronaca di una fine imminente (la solita ‘lei’ insofferente che se ne vuole andare). Margarita vi farà innamorare al primo ascolto: l’ingenua messicana a cui ‘strangers and lovers’ hanno spezzato il cuore è protagonista di una storia resa memorabile dal raffinato chorus affidato ai Pages, dal sax di Ernie Watts e da un romantico Marc Jordan che tenta a tutti i costi di consolare la ragazza: “... nobody knows you / they just call out a name / nobody loves you / they think that love's a game / but I know you / you broke my heart / it's just bad luck that keeps us apart ...”. L’indomito temperamento rock di Marc emerge con prepotenza su A Hole In The Wall, in cui il ritmo scandito dal piano elettrico e i lancinanti inserimenti della chitarra disegnano un'atmosfera che asseconda benissimo la carica drammatica di questa title-track. Intitolare un nuovo brano It’s Only Love, come il classico di John Lennon (su Help!) è un’imprudenza che farebbe tremare i polsi a chiunque. Marc Jordan è caduto in piedi grazie al fascino di una tenera ballad composta insieme a David Foster. Where Did We Go Wrong e Love Like A Wheel sono due ghiottonerie pop-rock, impreziosite dagli arrangiamenti fiatistici dell’artigiano Jerry Hey (la seconda firmata da Jordan con Ali Thomson, fratello del bassista dei Supertramp, Dougie). Dance With Me, un lento impeccabile, ripropone l’ossessivo invito a ballare che aveva caratterizzato Mannequin, mentre la stupenda e misteriosa Thieves contiene alcuni incomprensibili accenni al muro di Berlino di cui, in fondo, non ci importa molto. Un album così doveva chiudersi in modo speciale, ed ecco l’immancabile tocco di classe: una bruciante, fulminea canzone che tanto potrebbe insegnare a chi è ancora convinto che il “vero” rock debba essere per forza rozzo. Ritmicamente caratterizzata dalle tipiche frasi spezzate di Jay Graydon, Hold On vola via in appena tre minuti, e si consuma rapidamente passando dalle strofe cantate da Marc fino al melodico assolo di Jay, che lancia il coro finale dei Pages. Degna conclusione di un’opera d’arte popolare contemporanea.

Marc jordan N°1
 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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Chiaramente al G3 era il peggiore!!!

Ma no!!! E' un gran figlioccio del mito Hendrix! Tu che ami particolarmente i settanta non puoi che adorarlo. Io lo conosco e l'ho ascoltato ma probabilmente non lo amo quanto te. Riconosco però che ha un talento notevolissimo e trasmette la sua anima con le sei corde! Penso sia difficile trovare chitarristi del genere al giorno d'oggi. Riconosco che gli anni '70 sono stati il principio di tutto anche per questo.
Ricordo un suo pezzo favoloso.. Hiroshima
 

klimt

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8 Febbraio 2006
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Citazione:Messaggio inserito da the cure
Finalmente ho avuto la possibilità di concentrarmi come volevo su Glenn Gould, principalmente mi sono goduto il secondo link Glenn Gould playing the Goldberg variations. Ha un modo particolare di suonare e si diverte a mostrarlo, mentre suona si immerge con tutto se stesso nelle note ed è semplicemente bello farsi rapire dalla sua eccentricità a partire dalla postura, sembra quasi che voglia fondersi con lo strumento. Non lo conosco per nulla ma sembra geniale ma non solo! sembra pure un pazzo scatenato!!!!
E poi che bello vedere le sue mani. I suoi sono i gesti di chi ama profondamente ciò che sta facendo.
Cercherò altro materiale suo in giro, son curioso di scoprire qualcosa di più su Glenn Gould. Si, Klimt, credo che ti devo ringraziare![:X]



Sono io che ringrazio te [:)], perchè è sempre molto bello poter dialogare con un musicista che normalmente è indirizzato su generi musicali diversi, è un incontro tra culture e generi diversi, ma sensibilità spesso affini. La tua musicalità ti ha permesso di operare un analisi che ho letto con il massimo interesse, poichè hai colto e sottolineato degli aspetti della performance in particolare e dello stile Gouldiano in generale che hanno sempre affascinato anche me.
In primis, il radicale anticonformismo (quello vero che deriva da una reale e totale libertà mentale da vincoli precostituiti), poi l'istrionico modo di interpretare le partiture.

Come ho scritto in un post precedente, per Glenn Gould lo strumento era qualcosa di vivo, qualcosa con una personalità ed una spiccata identita (cosa che può esser considerata normale per un violinista o un flautista ma non per un pianista), dunque il pianoforte diveniva una sorta di estensione del proprio essere che gli consentiva una sorta di nemesi (non solo artistica) e d'identificazione totale con la stessa musica che eseguiva; dondalandosi e cantando, quasi a somigliare ad un onda musicale, sosì da poter esprimere la propria musicalità e la propria sensibilità, al di sopra e al di fuori di qualsiasi schema.

54680.jpg
 

the cure

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7 Ottobre 2005
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Boro, proverò a capire qualcosa di più di questo album, non l'ho mai sentito e non so perchè ma a leggere la recensione mi sento ignorante come pochi![:D]
Steve Lukather non è niente male! Non so perchè...mi viene in mente un certo gruppo![:D]
 

hendrix74

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15 Agosto 2005
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Ragazzi, ma non è fantastico? siamo arrivati al 900esimo messaggio di risposta a questo topic senza che sia mai scoppiata una lite o una diatriba, sempre discutendo con la massima correttezza e disponibilità da parte di tutti. Evviva la musica che unisce!!
 

brianmay

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6 Giugno 2006
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E' qualche giorno che ascolto con frequenza un duetto tra il soprano Monnserrat Caballet ed il mitico Bruce Dickinson...per i profani, è la voce degli Iron Maiden.....(poi mi spiegherete cm si fa la citazione cmq..)
monserrat caballet...be io direi barcelona cn freddie mercury è da brivido...


cmq stupenda interpretazione... dei rockappella di dust in the wind....li conoscete?
 

boro

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5 Maggio 2003
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Citazione:Messaggio inserito da the cure
Boro, proverò a capire qualcosa di più di questo album, non l'ho mai sentito e non so perchè ma a leggere la recensione mi sento ignorante come pochi![:D]
Steve Lukather non è niente male! Non so perchè...mi viene in mente un certo gruppo![:D]


occhio thecù,questo è un album STRATOSFERICO,un sound anni 85 tipicamente west coast ,da urlo[:O][:O]
 

the cure

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7 Ottobre 2005
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West Coast???? Eco il trucco!!!! Roba tipo Eagles o Jefferson Airplane???
Doobie Brothers e Little Feat???? Questo mi piace, ascolto volentieri questi suoni!!!

E bravo Bò!!!!

A Klà! Altro che JBJ, qui si parla di Vera Classe! La Storia del rock!
 

the cure

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7 Ottobre 2005
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Klaus, la tua battuta mi ha fatto venire in mente John Fante!!! Vado off topic ma fa nulla! Segnalo il suo bellissimo libro Ask dust ...chiedilo alla polvere. Mi è sempre piaciuto come scriveva. E' morto povero ma aveva veramente talento. Da leggere tutta la saga della famiglia Bandini e anche La confraternita del Chianti .
Insomma, un grande minore scrittore americano dalle origini italianissime!