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Ho sentito il mio tricologo per telefono, per cercare di chiarire i miei dubbi. Probabilmente però siamo punto e a capo…
Il problema principale era la diagnosi: Miniaturizzazione U.F., che a detta del dottore non significa per forza AGA, come direbbe un normale dermatologo (testuali parole). Quello che mi perplimeva era quindi la vastitá della diagnosi: a fronte di un sintomo così poco indicativo, quale sarebbe il mio problema? Come posso valutare i trattamenti offerti?
Una volta postogli il quesito, prima di addentrarmi nella diagnosi, mi precede enunciando: “Ipotrichia estrone carenziale, giusto?”
Rispondo di no, non capendo se mi stesse confondendo con un altro paziente o se si riferisse a me, rifacendosi a una diagnosi più precisa maturata a posteriori rispetto al referto.
Cercando di capirci qualcosa chiedo per l’ennesima volta se la mia condizione é dovuta a effluvio o a qualche stadio iniziale di AGA; mi viene risposto finalmente che il disturbo nasce dal protrarsi di un effluvio anormale e che non sarebbe corretto, al momento, di imputarlo all’AGA.
Mi viene riferito che in base alla VDS eseguita durante la prima visita, i capelli presentavano tutte le strutture fisiologiche e che per il momento non se la sarebbe sentita, in maniera oggettiva, di imputare il mio problema ad un androgenetica; oltretutto non é stata notata nessuna attività ormonale a livello del bulbo, attualmente. Inoltre, mi viene ribadito che facendo almeno i trattamenti integrativi prescritti, essendo ancora giovane, arriverei pronto a un’eventuale androgenetica, tra 4-5 anni, prima che l’effluvio sfoci in alopecia.
Sicuramente io sono pesante, ma in base alle mie conoscenze (sicuramente non paragonabili a quelle di un medico), vorrei porvi le seguenti domande:
1) L’ipotrichia estrone carenziale sarebbe una patologia esclusiva delle persone di sesso femminile o sta anche ad indicare il pattern di diradamento femminile che si manifesta, più raramente, anche negli uomini?
2) Non ho capito la cautela con cui viene trattata la componente temporale della mia situazione - perché continuamente rimandare a un futuro prossimo, quando mi pare di capire che l’AGA la si debba poter diagnosticare anche agli stadi più lievi?
Sono io che mi faccio i viaggi o potrebbe essere uno di quei dottori che non diagnosticano AGA fino a quando non si presenta un NW4?
Potrebbe essere invece cautela giustificata dalla familiarità, giá confermata in visita, con l’AGA?
Non riesco a capire se sia troppo prudente o troppo conservativo nei miei confronti, quando io vorrei semplicemente una diagnosi chiara, scritta nero su bianco.
3) non ho idea di come un effluvio possa sfociare in alopecia androgenetica, mi sembrava che la patogenesi delle due condizioni forse totalmente separata.
A fronte di tutto questo, devo ammettere di essere stato sciocco a non chiedere il motivo della prescrizione della Serenoa, che per carità non mi pesa affatto (anzi), ma stando a quanto detto fino ad ora, non ne avrei bisogno, ’non avendo’ AGA.
Potrei ipotizzare che sia un approccio preventivo, ma mi sembra di capire che non sia una strategia valida per un AGA, che ha un meccanismo di manifestazione ben diverso.
Se riusciste ad illuminarmi voi, mi fareste un favore immenso.