Dopo settimane voglio rispondere a kenji (e basta, perché come al solito qui si finisce nella fatascienza).
La socializzazione è un processo fondamentale all'individuo per entrare a far parte della comunità e delle istituzioni umane (non in mero senso politico) e dunque è un concetto fondamentale per la psicologia sociale (scuola americana) e per la sociologia della conoscenza. Di solito viene divisa in primaria e secondaria http://it.wikipedia.org/wiki/Socializzazione_%28sociologia%29 e si porta dietro una serie di concetti meno intuitivi quali neotenia, ontogenesi e ha come suo corollario l'antropologia di Gehlen e Plessner. E' una acquisizione di cognizioni psico-percettivo-motorie e pratiche che producono l'individuo e il suo mondo insieme, stabilendo in tal processo una differenza.
Tagliando corto, in relazione al discorso, io ho usato il temine in maniera impropria o meglio, creativa. Una socializzazione forte produce uno sviluppo psichico e intellettivo/intellettuale più marcato e strutturato in binari culturali (non in senso umanistico, ma antropologico) robusti. Una mediazione da parte di mass media (e chi altri) e un'istruzione istituzionalizzata sono degli ottimi mezzi per ottenerla.
Una socializzazione debole presenta delle caratteristiche pre-moderne (ossia il contrario di quanto accade sopra) oppure fallisce perché la funzione fatica della comunicazione non è adeguatamente sviluppata in molti passaggi cruciali.
EDIT: per delle prove empiriche (abbastanza estreme) sugli effetti della socializzazione, vi consiglio di documentarvi su di un tal dott.W.Reich.