lo dite alle vostre ragazze 2

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
1,111
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415
Aggiungo..
Io per tanto tempo, specie tra i 16-18, ho portato tanto di quell' astio dentro e di quelle poco benessere personale che mi sono spesso trovato in difficoltà nel vivermi bene le cose.
Io ho fatto sempre tutto (ho avuto sempre ragazze, feste, amici (pochi veri) ecc...) però quel malessere mi ha portato a vivere con meno qualità le cose che vivevo!
Ad esempio se per giorni sei carico di preoccupazioni, di tensioni interiori, difficilmente riesci ad una festa ad essere bello spigliato, vivo, pungente....appari sempre quello taciturno, sfiancato e silenzioso, ed è questa l' idea che dai agli altri, perchè gli altri ti vedono per quello che trasmetti loro e non di certo riescono a capire il perchè di quelle preoccupazioni.
E....vi assicuro non c'è bellezza che tenga, io non ho mai avuto problemi di ragazze ma comunque avevo problemi nel sapermele gestire, perchè appunto non riuscivo ad essere libero con loro, dove per libertà intendo semplicemente avere il polso di se stesso ed essere libero di essere ciò che sono.
Molte di queste cose col tempo me le sono buttate dietro, un pò per maturazione e un pò perchè ho fatto frutto delle esperienze e oggi sinceramente a parte qualcosa, sono contento della mia vita.
Ho ancora però qualche residuo di quegli anni, spesso capita di apparire un pò schivo, quasi inavvicinabile e se qualcuno da questo mio modo d' essere ha trovato uno stimolo per approfondire la mia conoscenza (es. la mia ragazza) per altri invece è apparso tutto come un muro da non sfondare.
Almeno a me un pò è stata l' a.a (fortunatamente ancora qualche capello mi è rimasto) e molto la situazione familiare, perchè la 2° è davvero una situazione molto importante, però confido nell' uscirmene al più presto dalla mia famiglia terminati gli studi.


Tutti i nodi tornano al pettine..
 

suzu

Utente
18 Ottobre 2008
52
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pulcino, devo darti una brutta notizia.
non è detto che tu ce la faccia.
premetto che non ho letto tutta la discussione, ma ribadisco che potresti non farcela. cosi' come me e gli altri.
la sofferenza, figlia della mente umana, è senza certezze.
pero' alcune piccole verità andrebbero ribadite, lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra intelligenza (presunta)

spesso qui si dice che la calvizie è un problema serio, certo, ma non cosi' grave, e soffrire per i capelli da alcuni di voi viene considerato come una mancanza di rispetto per chi ha i veri problemi.
be, è ora che sappiate la verità[8D][8D].
non c'è una sofferenza moralmente piu' giusta rispetto a un' altra.
non esiste un diritto alla sofferenza.
è una tesi falsa, sbagliata senza eccezioni.

chi soffre perchè vorrebbe la mercedes e invece gira sulla punto ha la stessa ragione di chi soffre perchè ha perso i familiari in un incidenete. la sua sofferenza è egualmente seria, o giustificata, o motivata. scegliete voi un termine appropriato.
hanno ragione tutti e due allo stesso modo, mettetevelo in testa.
il disagio psichico non è soggetto all'etica e alla morale, non si puo' e non si deve fare una scaletta coi dieci motivi per cui è consentito soffrire, e guai a soffrire per un motivo che non è in lista, pena essere giudicati frivoli e insensibili.
non funziona cosi', e qualsiasi psicologo o psichiatra puo' confermarlo.
e anche i dati nudi e crudi.
quali dati? quelli che sottintendono un disagio. il suicidio vi basta? bene, andatevi a vedere le statistiche dei suicidi in italia, se non nel mondo.
si ammazza un casino di gente, un numero spropositato e non credo che tutti abbiano dei buoni motivi (ammesso che ci sia un buon vero motivo per togliersi la vita) senza contare chi non si ammazza ma passa tutta la vita depresso, apatico, drogato o alcolizzato.
qualità del suicidio: diversamente a quel che si potrebbe pensare chi compie questi gesti estremi non ha i cosiddetti veri problemi. non sempre comunque. problemi risolvibili, soldi, amore, cose cosi'.
invece i paralitici, i non vedenti, quelli col cancro si ammazzano o si deprimono meno (statisticamente). eppure dovrebbero essere i primi a buttarsi sotto un treno, visto che hanno i veri problemi della vita.
pulcino, alla fine quello che volevo dirti è che la tua sofferenza è giustificata, e paradossalmente magari soffriresti di meno se avessi l'aids ma tutti i capelli in testa.
e in un certo senso è giusto cosi'.
chissà se riuscite a capire e io a spiegarmi...

ultima cosa, le ragazze.
scusate se mi permetto, ma alcuni di voi quando parlano di ragazze rasentano la psicosi.
ho sentito frasi di questo genere: se una ragazza ride e non ti vuole perchè sei calvo è una cafona (vero) insensibile(vero), presuntuosa e vanitosa (verissimo) e quindi non è degna di essere amata,(FALSO) e troverai piu' soddisfazione a farti amare in futuro da ragazze che riescono a superare un problema come la tua calvizie (FALSO).
definire l'amore è impossibile, ma se non si puo' dire cos'è, si puo' senz'altro dire cosa non è (questa è intricata, lo so...) l'amore non è apprezzare la sensibilità di una donna, potrebbe essere ANCHE questo. l'amore non è volersi far piacere la piu' buona del cortile e scartare le fighette, perchè cosi' siamo sicuri di essere accettati. altrimenti saremmo tutti innamorati dei volontari sensibili e buoni che vanno in ospedale ad aiutare i moribondi... l'amore non è apprezzare la sensibilità altrui. non necessariamente.

l'amore puo' voler dire essere persi per la piu' bella della parrocchia, quella che è vanitosa, quella c che cambia un ragazzo alla settimana, quella che mai si metterebbe con un calvo, un povero o un ciccione, quella che ti fa girar la testa con un movimento delle mani, (o del sedere...) essere ammaliati dal suo sorriso, dal suo modo di fare o di vivere, amarla follemente e nello stesso tempo essere conscio della sua pochezza morale, essere consapevoli della sua cattiveria, della sua avarizia, della sua vanità, ma amarla lo stesso. pur sapendo che è una stronza. senza motico. funziona cosi', purtroppo o per fortuna.
perchè a voler razionalizzare le emozioni, o a volerle giudicare, non se ne esce.
cinquanta anni fa una donna potrebbe essere stata innamorata follemente di adolf hitler, pur sapendo quello che stava facendo, e avrebbe avuto tutte le ragioni di questo mondo!!
a pulcino, agli altri e a me stesso, buona fortuna. ne abbiamo bisogno...




si cerca di essere il meno str***i possibile
 

ronald

Utente
6 Maggio 2003
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gran bell'intervento suzu

___________________________________________________

Il ventenne agato è una persona invecchiata precocemente.
E' come un inverno che vira improvvisamente in estate, gli mancherà per sempre la primavera, ossia la giovinezza.
 

claudia

Utente
5 Maggio 2003
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10
2,015
d'accordissimo suzu, però...
Se da una parte è sacrosanto poter soffrire per qualsiasi cosa, dall'altra è legittimo cercare di uscire dalla sofferenza in qualche maniera. Credo che essere consapevoli del diritto di soffrire non diminuisca la sofferenza anche se la giustifica..
E qui si tratta di proporre modi per stare meglio, non per continuare a crogiolarcisi... anche perchè penso che chi sbandiera costantemente la propria sofferenza tanto felice di soffrire non lo sia...
poi magari mi sbaglio!

Ricordatevi di consultare la homepage www.calvizie.net
 

vinz

Utente
17 Settembre 2007
148
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165
Qwerty ha perfettamente puntualizzato il mio discorso nel suo secondo intervento...grazie qwerty!
Quanto al discorso di suzu fila perfettamente e anzi mi apre nuovi spazi di riflessione, ma vorrei fare due appunti.

1. E' vero che non esiste un unità di misura assoluta per la sofferenza, ma una persona comunque tende naturalmente a creare un proprio metro di giudizio secondo il quale la propria sofferenza può essere paragonabile, inferiore o superiore ad un'altra.
Questo metro di giudizio della sofferenza di cui ciascuno presto o tardi si munisce è dettato da una variabile che si muove in uno spazio descrivibile attraverso due dimensioni:
X. valori astratti-valori materiali
Y. maggiore intensità del valore-minore intensità del valore
Per quelli che hanno un po' di dimistichezza coi diagrammi cartesiani[:p]sarà facile immaginare che gli spostamenti lungo queste due dimensioni determinano un diverso metro di giudizio(soggettivo, non oggettivo!)della sofferenza.
Quindi a mio parere, ogni persona che abbia dei valori (qualsiasi) giudica la propria sofferenza (e non solo quella, ma anche altri aspetti della vita) secondo i propri valori.
Tu dici che una scaletta non si può fare. Io invece direi che ciascuno può farla e la ritiene tanto ferrea e giusta, quanto attaccato è ai propri valori che lo hanno portato a formulare quella scaletta.

2.Giusto una piccola considerazione:
uno che vede una ragazza bellissima, non riesce a staccarle gli occhi di dosso e la adora in ogni cosa che fa, anche se è stupida, immatura, avara, cattiva o quanto altro non credo che si sia innamorato, ma piuttosto che abbia preso una brutta cotta. Poi magari le due cose coincidono, ma a me sembrano differenti. Questa però è solo la mia opinione e come dici tu a voler razionalizzare le emozioni non se ne esce, quindi al limite ne possiamo parlare in privato, senza annoiare gli altri con lunghe digressioni off topic.[:p]

Un bacione![:D]

Non è bello ciò che è bello ma è bello il mio pis**lo!

No son bonitas la cosas bonitas sino es bonita la mi pepita!
 

antoxx

Utente
20 Febbraio 2007
984
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265
Vinz... saranno pure digressioni off topic... ma suggerisco di renderle pubbliche.

E poi, concordo con te sul fatto che una persona che 'perde la testa' per una donna (o un uomo, eh!) non è innamorata.
Magari, come emergeva nel film 'la finestra di fronte', una volta che la si è avuta, ci si leva l'ossessione.
E poi sfido chiunque ad essere felice accanto ad una/o str.onza/o.

Chi pensa di poterlo essere, è perchè effettvamente non gli è mai successo.

Ad ogni modo, suzu, ho apprezzato moltissimo il tuo intervento, veramente ricco di ottimi spunti di riflessione. Se avrò più tempo, mi esprimerò su qualche altra tua affermazione.
Ciao!

Anto senza ICS ICS
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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suzu sono d' accordo, nell' ampia definizione e visione della sofferenza, ma c'è gente al mondo che non può permettersi di star ferma e soffrire, perchè altrimenti la sofferenza risucchierebbe il resto della vita.
Io soffro come un cane da anni, e l' a.a devo essere sincero c'entra poco, ho problemi familiari gravi, ho un padre a cui la testa non gira bene e sta facendo danni gravissimi alla mia famiglia e in particolare a mia madre, che tradisce. Tradisce la mia famiglia andandosi a fare pseudo-viaggi di lavoro inventati, e crede di prenderci in giro. Ci sarebbero da dire tantissime altre bugie che racconta e che pian piano vengono scoperte, ma ricordo quando una volta parlai di queste cose su questo forum ci fu un utente che disse E che fà, sono cose che succedono!.
A parte che di mio padre non me ne frega assolutamente nulla, la vera sofferenza è quel clima di tensione che crea in famiglia.
Spesso vorrei che questa sofferenza mi travolgesse, perchè è un pò come essere stordito da un sonno e voler gli occhi per dormire, ma so che nel momento in cui dovessi cedere darei la mia vita in pasto alla sofferenza, all' angoscia...al male.
Dovessi cedere adesso significherebbe mettere a rischio mia madre dal tracollo, significherebbe che mio fratello perderebbe in me quella figura paterna che trova in una persona con pochi anni più di lui, significherebbe non laurearmi e vivere male le mie relazioni sociali (in particolare con la mia ragazza). Ne varrebbe la pena?
Quindi lotto perchè un giorno tutto questo finirà, perchè fra qualche tempo sarò un grande giovane uomo, che potrà fare anche mille errori nella vita ma che sceglierà sempre col cuore e sceglierà di non far mai male agli altri.


Tutti i nodi tornano al pettine..
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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-NaNa- non è facile...non è facile, e io a volte non so da dove mi venga la forza.

Tutti i nodi tornano al pettine..
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Pensa che ora mi mancano 7 esami alla laurea e non c'è un esame che ho preparato nella tranquillità, mio padre non ha mai compreso la mia posizione di studente e lo si capisce ad esempio quando chiedendogli gentilmente di abbassare il volume della tv o della radio, lui puntualmente lo alza (malafede, assolutamente malafede).
Però io penso che nella vita ci siano delle situazioni superabili, se la vita mi ha posto naturalmente una cosi sbagliata presenza vicino, mi darà anche la possibilità di crearmi una vita in cui la sua pochezza di padre e peggio ancora di uomo, fortunatamente si allontanerà dalla mia vita..per sempre o quasi.


Tutti i nodi tornano al pettine..
 

ronald

Utente
6 Maggio 2003
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contro il volume della tv o radio esistono tappi per le orecchie.

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Il ventenne agato è una persona invecchiata precocemente.
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kris

Utente
4 Giugno 2006
4,466
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ma che risposta è ronald [:(]


purtroppo l'unica cosa che posso dirti qwerty__ è che sono solidale per la tua situazione...mi dispiace..cerca di farti forza....che fra poco finirà tutto...dopo la laurea...


ciao!



La mia cura:

-finax 1mg
-minoxidil 5%
-lozione per effluvio
-ginnastica facciale
 

ronald

Utente
6 Maggio 2003
4,135
0
915
magari quello che è un problema grande per lui per me sarebbe piccolo e viceversa, volevo far notare il relativismo della situazione, prendendo spunto da suzu.

___________________________________________________

Il ventenne agato è una persona invecchiata precocemente.
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stizza

Utente
20 Agosto 2008
1,790
1
615
Credo che ilvolume alto sia un modo per farci capire la situazione in casa e il poco rispetto che ha il padre della famiglia....credo che il relativismo non c'entri per niente,la sua situazione è tragica e reale(poi che una persona possa optare per i tappi è assodato),chiunque nella sua situazione si sentirebbe a disagio e starebbe male,per fortuna è una capa tosta e si da da fare per rendere meno problematica la vita alla sua famiglia e a lui.

Vale poco ma ha tutta la mia stima una persona del genere.
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
1,111
0
415
Ronald, fermo restando che i tappi già li uso (talvolta), io quando ti leggo...sembra sempre che tu dentro di te covi una rabbia importante, ma magari mi sbaglio.
Poi se per te non aver avuto mai un padre (inteso come figura) presente è qualcosa di poco, allora magari la tua soglia di sopportazione è più alta della mia e ciò ti fa onore. Tieni conto che io a 22 anni suonati, non ricordo un insegnamento che m' ha lasciato mio padre. M' avesse chiesto una sola volta nella vita Da grande cosa farai? Cosa ti piace fare? Come vorresti trascorrere la domenica?
Poi se a questa mancanza, aggiungi che mio padre ha una vita parallela con un altra donna e fa credere alla famiglia di andare fuori per lavoro (bugia), tradendo la fiducia della famiglia e di mia madre (donna che avrà anche dei suoi difetti, ma che non ha mai fatto mancare a mio padre nè l' amore nè nessun altra cosa).
Mio padre essendo fondamentalmente un uomo poco acculturato (specie nei modi) oltre ad essere molto ma molto mediocre come persona, non è riuscito a reggere il peso di questa doppia vita, e quindi ha scaricato i problemi che ha nell' altra anche nella nostra.
Però io sono un ragazzo forte, un giorno avrò una vita familiare diversa dove dovrò sostenere il ruolo di padre (si spera), probabilmente farò tanti errori ma non isolerò mai la vita mio figlio, non smetterò di amarlo, specie quando è piccolo.
Di mio padre l' ho letto mille volta...non mi importa nulla, anni fa quando ho smesso di ricercare le sue approvazioni, ho voluto da lui solo una cosa : quella di non fare del male agli altri, e mio padre continua.



Tutti i nodi tornano al pettine..
 

howl

Utente
23 Luglio 2008
50
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Trovo il discorso di Suzu forviante quando parla della sofferenza. Chi soffre perchè non può comperarsi una macchina può benissimo andare in depressione e suicidarsi come chi soffre perchè ha perso una persona amata, ma mentre il primo soffre per una cazzata, il secondo no. Entrare in quest'ottica permette anche di ritrovarsi a non suicidarsi se non si può comperare una macchina, ma il contrario non fa altro che spingere verso il giustificare tali reazioni stupide per problemi che non sono seri.
Se uno soffre per una cavolata prova certamente una sofferenza vera, non finta, nessuno dice il contrario. Ma è una sofferenza ingiustificabile, idiota, e va trattata come tale invece di essere giustificata. C'è poco da fare, non si può sovvertire tutto in nome del relativismo, non scherziamo. Ci sono tragedie che non sono paragonabili ai piccoli problemi della vita, è inutile mettere tutto sullo stesso piano.
E preciso che secondo me l'alopecia in tutte le sue forme non è un piccolo problema, perchè sappiamo tutti come l'aspetto sia importante, molto importante specialmente oggi.

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Ormai è la fine.. Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere
- Hauru no Ugoku Shiro -
 

claudia

Utente
5 Maggio 2003
13,601
10
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Caro Howl,
il problema è che non ci sono metri per la sofferenza nè per le ca**ate...
Quando leggo che i ragazzini si suicidano per un brutto voto a scuola, la prima cosa che mi viene da pensare è che non era certo quello il problema.... Casomai solo la punta dell'iceberg.
Credo piuttosto che ognuno decida di canalizzare i propri problemi o le proprie frustrazioni in direzioni diverse, ma che in realtà i problemi di chi cade in depressione (apparentemente per cose futili) siano ben più profondi. Le scuse che si adducono possono essere molto diverse, il risultato purtroppo non cambia. Lo sostengo da sempre, chi si dispera per cose all'apparenza futili, in realtà ha altri problemi di fondo che preferisce non vedere.



Ricordatevi di consultare la homepage www.calvizie.net
 

howl

Utente
23 Luglio 2008
50
0
65
Certo alcuni presunti problemi ne nascondono altri ben più gravi, ma metri di giudizio per la sofferenza ci sono, come ci sono per i problemi. Credere il contrario significa non tener conto della realtà.

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Ormai è la fine.. Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere
- Hauru no Ugoku Shiro -
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
1,111
0
415
Howl diciamo che ogni personalità elabora in modo diverso una situazione, il carattere (inteso come insieme di pregi e difetti) in tal senso fa tanto, ma secondo me è indubbio che una sofferenza (in un essere normale) deve essere proporzionale al problema che si vive. Io non sarei tanto normale se soffrissi come un cane perchè in garage ho la Lancia Y e non il Ferrari, questo credo sia pacifico dirlo.
Rispetto all' a.a, secondo me la sofferenza è giusta ed è motivata e motivabile, perchè non c'è sofferenza più grande secondo me di quando ti vedi privato di qualcosa che alla fine è tuo, e ti appartiene.

Tutti i nodi tornano al pettine..