Nei giorni scorsi sono stato convinto da alcune motivazioni non di poco conto (fidatevi) a leggere il testo di Pili, quindi ora posso partecipare al dibattito in corso con cognizione di causa essendo tra l'altro fresco di lettura.
In realtà Pili parla sì di spessore della cute, almeno quando si riferisce alle presunte rughe dei capelluti (lui li chiama così) sulla fronte (controllate pure). Inoltre il continuo riferimento allo scollamennto della cute dall'osso, la questione della differenza tra cute bianca e arrossata/rosata, se non dei passaggi in cui lo dice apertamente, mi fanno capire che questo aspetto non è stato trascurato dal nostro.
Bene, perchè insieme alla questione della mioglobina (che può essere attualizzata nell'm-IGF1) è una cosa che quadra abbastanza, al contrario di altre. Ad esempio i chirurghi plastici sanno che i trapianti di capelli in un cuoio capelluto spesso hanno più probabilità di successo che in quello sottile ed è noto che il capello terminale affonda le sue radici più in profondità dei capelli con varie displasie.
Ai ginnasti però chiedo, quanto riuscite a darvi un pizzicotto allo scalpo ? Cosa vi resta tra le due dita ? Quello che può restare pizzicandovi un braccio o la gamba o, come penso, molto meno ?
Nel mio caso lo riesco a dare in modo molto limitato sia nelle zone diradate che in quelle con tanti capelli, il che contraddice quanto afferma Pili, ossia che nelle zone con i capelli folti ci sia una differenza qualitativa della cute.
Ciao
MA - r l i n