Io invece credo che sia molto facile avere delle relazioni umane significative (sia amicali che sentimentali). Quasi tutti hanno fidanzate, amici, familiari ai quali rivolgersi nei momenti di difficoltà e quasi sempre il problema viene accolto con la necessaria empatia.
Spesso pero' ci si rende conto che questa funzione, per quanto contenitiva, non basta.
Questo avviene perchè l'individuo ha voglia di scindere il contesto sociale dai problemi personali, per preservare la propria integrita', dignità e moralita'.
E' un diritto di chiunque.
Lo psicologo aiuterebbe a sfruttare l'empowerment (le potenzialità inespresse), l'auto-efficacia percepita (stima di sè) e la sfera affettiva ed emotiva. Tutte condizioni che preparano il terreno per l'inserimento funzionale nel contesto sociale. E'quindi importante fare una scissione fra i due aspetti, scissione che viene perpetrata dallo stesso paziente.
La professionalità, ossia la distanza che si crea fra paziente e psicoterapeuta, è un atto necessario in primo luogo per il paziente, onde evitare la costituzione di dipendenze eccessive che transferalmente parlando porterebbero alla riproposizione infinita di relazioni non funzionali, in secondo luogo per il terapeuta, che di certo non è amico, fidanzato e familiare di nessuno.
E' quindi un'aspetto fondamentale, che differenzia lo psicologo da un confidente qualsiasi, e che determina l'alleanza terapeutica utile per poter apprendere dall'esperienza analitica.
Il discorso è molto piu' lungo e complesso, magari te lo faccio in pvt[
].
Un abbraccio jador e buon anno!