...pensa che una delle cose che più ho amato di quel film è proprio il continuo passaggio tra fiaba e realtà...una crudissima realtà,che rende il passaggio ancor più traumatico in un continuo andirivieni che lascia spiazzati e porta a trasformare la vicenda in un'unica fiaba crudele.
lo stesso fauno resta un personaggio enigmatico fino alla fine...la bambina non sa se fidarsi di lui (memore dei consigli della nonna) e pure tu,spettatore (o perlomeno io) sai mai come porti di fronte a lui...da un lato il fascino ti attira verso questo personaggio mitologico,dall'altra il suo comportamento resta sospetto...ed alcuni tratti di crudeltà paiono dire le fiabe non sono tutte zucchero e miele come ti raccontano da bambino.
c'è poi da tener conto che il regista è Guillermo del Toro,autore tra l'altro di Hellboy e La espina del diablo...altro che Eragon...[
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molto sensibile alla tematica abusi/infanzia,i suoi personaggi spesso trovano rifugio alla crudeltà in mondi fantastici (un po' come un ponte per Therabithia),ma la fuga non è mai totale...la violenza resta,solo è più...giusta...o più giustificata.
si tratta di un film difficile, girato senza grandi mezzi produttivi ma con una semplicità e una sensibilità che l'hanno portato addirittura a ricevere tre oscar tecnici, per scenografia, trucco e fotografia.
l'utilizzo del colore è addirittura pazzesco a parer mio...[8)]