>>dopodichè distrugge gli enzimi che servono per la digestione di caseine e lattosio.
Il gene della lattasi viene normalmente e in alcune persone soppresso nella vita adulta, che si beva latte o no.
Alcuni popoli si sono dedicati alla pastorizia e non hanno problemi con i latticini altri non hanno avuto lo stesso adattamento non si può generalizzare in termini assoluti. I sardi sono noti nel mondo per avere alcune blue-zones, cioè aree in cui l'aspettativa di vita è molto maggiore del resto del mondo e sono notoriamente un popolo di pastori. Questo non è un invito ad abbuffarsi di latticini, solo un invito alla prudenza agli assolutismi e alla semplificazioni (le semplificazioni sono sempre o quasi errate).
Inoltre l'uomo ha cominciato a mangiare carne nella sua storia evolutiva e ciò è stato essenziale per il suo sviluppo, soprattutto cerebrale. Bene chi non la mangia o chi ne mangia poca (come il sottoscritto da più di 10 anni) ma non ci si illuda che l'uomo è per natura vegetariano, è una frode.
http://www.scientificamerican.com/article/cooking-up-bigger-brains/
Da Desmond Morris La scimmia nuda:
Che cosa è accaduto dei primi scimmioni? Sappiamo che il clima cominciò ad essere sfavorevole e che ad un certo punto, circa quindici milioni di anni fa, le loro foreste rifugio si erano ridotte notevolmente di dimensioni. Allora gli scimmioni ancestrali furono costretti o ad attaccarsi a ciò che rimaneva delle loro case nelle foreste, o ad affrontare in un senso quasi biblico la cacciata dall'Eden. Gli antenati degli scimpanzé, dei gorilla, dei gibboni e degli orango rimasero e da allora il loro numero è andato lentamente diminuendo. Gli antenati dell'altro scimmione sopravvissuto, lo scimmione nudo, si aprirono un cammino, lasciarono le foreste e si gettarono in lotta con gli abitatori delle praterie, già ben adattati. Si trattava di un affare rischioso ma che, in termini di evoluzione, ottenne successo.
La storia dello scimmione nudo, da questo punto in poi, è ben nota, ma un breve riassunto sarà utile, perché se vogliamo arrivare a capire obiettivamente il comportamento attuale della specie, è fondamentale ricordare gli avvenimenti che si susseguirono.
I nostri antenati, posti in un ambiente nuovo, si trovarono davanti ad una triste prospettiva: o uccidere meglio dei vecchi carnivori, o mangiare erba meglio dei vecchi erbivori. Oggi sappiamo che il successo venne raggiunto in entrambi i campi, ma l'agricoltura rimonta solo a poche migliaia di anni fa e noi stiamo parlando di milioni di anni.
Uno sfruttamento specializzato della vita vegetale dei territori aperti era al di là della capacità dei nostri primi antenati e per essere realizzato dovette aspettare sistemi più progrediti. Il sistema digerente non era ancora adatto a una conquista immediata della riserva di cibo delle praterie. La dieta della foresta, a base di frutta e di noci, poteva essere adattata a livello del terreno con una dieta di radici e di bulbi, ma le limitazioni erano comunque gravi. Invece di allungarsi pigramente verso l'estremità di un ramo per cogliere un frutto maturo, lo scimmione terrestre in cerca di vegetali era costretto a grattare e a raschiare attentamente il duro terreno. La sua antica dieta della foresta, però, non era tutta a base di frutta e di noci. Senza dubbio le proteine animali avevano per lui una grande importanza. Dopo tutto egli proveniva all'origine da un ceppo fondamentalmente insettivoro e la sua vecchia casa sugli alberi era sempre stata ricca di insetti. Insetti succosi, uova, uccellini di nido, raganelle e piccoli rettili erano tutta farina per il suo sacco e inoltre non ponevano gravi problemi al suo apparato digerente piuttosto elementare. Giù sulla terra questa sorgente di cibo era del tutto assente ma non vi era nulla che gl'impedisse di incrementare questa parte della sua dieta. All'inizio egli non costituì un avversario per gli uccisori di professione. Anche una piccola mangusta, per non parlare di un grosso felino, poteva batterlo nella lotta. Vi erano però giovani animali di ogni tipo, inermi o malati, pronti per essere presi: così il primo passo sulla via di una alimentazione maggiormente a base di carne, fu facile.
Tuttavia le prede realmente importanti avevano gambe lunghe simili a trampoli, pronte a fuggire immediatamente a velocità impossibili. Gli ungulati ricchi di proteine erano al di là della sua portata.
Con ciò arriviamo all'ultimo milione di anni circa della storia ancestrale dello scimmione nudo e ad una serie di sviluppi frammentari e sempre più drammatici. È importante rendersi conto come siano accadute contemporaneamente diverse cose. Molto spesso quando si parla di questa storia, i diversi eventi vengono esposti come se da un progresso importante ne fosse venuto uno successivo, mentre ciò è falso. Gli scimmioni terrestri ancestrali possedevano già cervelli voluminosi di qualità elevata; avevano occhi buoni e mani abili nella presa. Senza dubbio, come primati, possedevano un certo grado di organizzazione sociale.
Grazie alla forte spinta intesa ad aumentare la loro abilità nell'uccidere la preda, cominciarono a verificarsi alcuni cambiamenti fondamentali. Essi assunsero una posizione maggiormente eretta, diventando così corridori sempre più veloci; le mani, liberatesi dalle necessità della locomozione, diventarono forti ed efficienti sostegni per le armi. I cervelli diventarono più complessi, più vivaci e più rapidi nel prendere le decisioni. Questi effetti non si susseguirono in una sequenza principale prestabilita, ma vennero fuori contemporaneamente. Progressi lievi si manifestarono prima in un senso e quindi in un altro, sollecitandosi scambievolmente. Era in formazione uno scimmione cacciatore e uccisore.
Si potrebbe obiettare che questo tipo di evoluzione avrebbe potuto portare al provvedimento meno drastico di far sviluppare un uccisore più tipico, simile al felino o al cane, una specie di cane-scimmione o di gatto-scimmione, semplicemente ingrandendo i denti e le unghie fino a trasformarli in armi come le zanne e gli artigli. Ciò però avrebbe posto l'ancestrale scimmione terrestre in diretta competizione con i felini e i cani, uccisori già altamente specializzati. Ciò avrebbe voluto dire competere con essi sul loro terreno e senza dubbio il risultato sarebbe stato disastroso per i primati in questione. (Per ciò che sappiamo, essi possono averlo effettivamente tentato con esito talmente infausto da non lasciare tracce.) Invece essi usarono un sistema completamente nuovo, servendosi di armi artificiali al posto di quelle naturali, sistema che si dimostrò efficace.
Il passo successivo consisté nel passare dall'uso degli strumenti alla loro fabbricazione, il che portò ad un miglioramento dei metodi di caccia, non solo riguardo alle armi, ma anche alla collaborazione sociale. Gli scimmioni cacciatori praticavano la caccia in gruppo e come migliorarono i loro metodi di uccidere, così migliorarono quelli riguardanti l'organizzazione sociale. I lupi usavano la tecnica dello spiegamento, mentre lo scimmione cacciatore possedeva già un cervello molto migliore di quello del lupo ed era in grado di usarlo per problemi come la comunicazione e la collaborazione di gruppo. In questo modo essi poterono mettere in atto manovre più complesse.
Aveva inizio così lo sviluppo del cervello.
Fondamentalmente questo gruppo di cacciatori era costituito da maschi. Le femmine avevano troppo da fare nell'allevare i piccoli per essere in grado di svolgere
un compito importante nel cacciare e nell'impadronirsi della preda. Man mano che la caccia si faceva più complessa e le scorrerie diventavano più lunghe, lo scimmione cacciatore dovette abbandonare il modo di vita vagabondo e nomade dei suoi antenati. Era necessario avere una casa di base, un posto dove tornare con le prede e dove le femmine e i piccoli potessero attendere e dividere il cibo.
Come vedremo nei prossimi capitoli, questo passo produsse effetti profondi anche sul comportamento dello scimmione nudo sofisticato del giorno d'oggi.
In tal modo lo scimmione cacciatore divenne uno scimmione territoriale. Tutto il suo modo di comportarsi come partner sessuale, come genitore e come individuo sociale, cominciò a risentirne. Il suo antico modo di vivere (vagabondare e cogliere frutti) stava finendo.
Adesso egli aveva effettivamente lasciato il suo Eden nella foresta; era ormai uno scimmione con delle responsabilità proprie. Cominciò a preoccuparsi di quelli che erano l'equivalente delle lavatrici e dei frigoriferi dell'epoca preistorica e a migliorare le comodità della casa: fuoco, immagazzinamento del cibo, rifugi artificiali. Arrivati a questo punto, per il momento dobbiamo fermarci perché stiamo passando dal regno della biologia a quello della cultura. La base biologica di questi progressi risiede nello sviluppo di un cervello abbastanza voluminoso e complesso da permettere allo scimmione cacciatore di attuarli, ma l'esatta forma che questi assunsero non fa più parte del controllo genetico specifico. Lo scimmione della foresta, trasformatosi in scimmione terrestre, divenuto scimmione cacciatore, divenuto a sua volta scimmione territoriale, è diventato uno scimmione culturale e qui dobbiamo fermarci, almeno per il momento.
È bene ripetere che in questo libro non ci occupiamo della massiccia esplosione culturale che seguì e della quale l'attuale scimmione nudo è tanto orgoglioso: e cioè l'impressionante vicenda che solo in mezzo milione di anni lo ha portato dall'accensione del fuoco alla costruzione di veicoli spaziali.
Si tratta di una storia sensazionale, ma vi è il pericolo che lo scimmione nudo ne rimanga abbagliato, dimenticando che al di sotto di questa brillante apparenza egli è fondamentalmente un primate. (Uno scimmione è uno scimmione, un valletto è un valletto anche se vestiti di seta rossa.) Anche uno scimmione spaziale deve fare pipì. Soltanto guardando con chiarezza il modo in cui abbiamo avuto origine e quindi studiando gli aspetti biologici della maniera in cui oggi ci comportiamo come specie, potremo capire chi siamo, con assoluta obiettività. Se accettiamo la storia della nostra evoluzione così come l'abbiamo tracciata, un elemento emerge in modo chiaro e cioè che noi siamo sorti fondamentalmente come primati predatori. Questo ci rende unici fra le scimmie e gli scimmioni viventi, ma anche in altri gruppi non sono ignoti cambiamenti fondamentali di questo genere. Il panda gigante, per esempio, è un caso perfetto del processo inverso. Mentre noi siamo vegetariani divenuti carnivori, il panda è un carnivoro divenuto vegetariano, e come noi è per molti aspetti una creatura unica e straordinaria. Il punto fondamentale consiste nel fatto che un cambiamento così essenziale di questo genere dà luogo ad un animale dalla personalità doppia. Una volta arrivato al limite, esso si getta nella sua nuova parte
con una grande energia evolutiva al punto da portare con sé molte delle sue antiche caratteristiche. Non è trascorso un tempo sufficiente perché esso sia in grado di gettare via tutte le sue antiche caratteristiche mentre sta affrettatamente abituandosi alle nuove. Quando i pesci preistorici raggiunsero per la prima volta il terreno asciutto le nuove qualità terrestri continuarono a coesistere con le antiche caratteristiche acquatiche. Ci vogliono milioni di anni per perfezionare un tipo di animale drammaticamente nuovo e di solito le prime forme sono delle mescolanze molto strane. Lo scimmione nudo è una mescolanza di questo genere. Il suo corpo e il suo modo di vivere erano stati predisposti per un'esistenza nella foresta, quando di colpo (di colpo in termini di evoluzione) venne gettato in un mondo in cui poteva sopravvivere solo cominciando a comportarsi come un lupo intelligente e dotato di armi.