Ma il DHT è solo a metà strada, deve legarsi al recettore AR e quindi entrare nel nucleo della cellula, qui attiverebbe vari geni, ma pare che il famigerato Dickkopf1 (Dkk1) sia quello che fa il danno principale dell'androgenetica, perchè il DKK1 è un potente inibitore del percorso WNT e della beta-catenina (è in altre parole quel calone di cui si parlava agli albori della tricologia).
Comunque Riccardo, studi come quelli che auspichi sono stati fatti, ne abbiamo parlato e ora li diamo un po' per scontati, ma va anche detto che nelle zone colpite da alopecia spesso non occorre nemmeno spostarsi per trovare pochi follicoli che producono capelli terminali, anche per questo si parla di predisposizione con riferimento ai singoli follicoli.
Onetoone grazie anche a te. A mio avviso ci sono appunto dei percorsi biochimici appositi che mirano al mantenimento della cosiddetta omeostasi nei vari tessuti. Per questo non si conoscono nemmeno patologie con le quali si mettono a ricrescere i capelli (intendo qualche strana malattia) - se si eccettua appunto qualche evento di origine traumatica o delle ustioni (a livello di casi particolari).
Quindi le due cose, neogenesis e trofismo dei miniaturizzati, possono andare insieme. Il follicolo che si ingrossa o che nasce di nuovo sarebbe tenuto sotto controllo come proliferazione sospetta dai sistemi di difesa dell'organismo.
Per l'aerata si è visto che ha un ruolo il sistema immunitario, ma è stato ipotizzato che qualcosa di analogo ci possa essere anche nell'aga. Non tutti sono d'accordo su questo ultimo punto, ma lo studio in questione punta invece il dito sul sistema mTOR e questo metterebbe tutti (o quasi) d'accordo, essendo legato alla senescenza e all'esaurimento delle cellule staminali che sono quelle che sin che ci sono danno speranza di ricrescita di capelli anche terminali.
Si era parlato per l'aerata di perdita del privilegio immunitario (biochimico) lo stesso di cui gode l'occhio che appunto non viene avvertito come un corpo estraneo da combattere e che per l'appunto perderebbero i follicoli. Può essere che i meccanismi antitumorali endogeni finiscano per agire analogamente nell'aga e sui tessuti coinvolti (penso anche al tessuto perifollicolare e ai vari strati dello scalpo, in cui il terminale, ricrescendo, dovrebbe affondare).
Comunque fina e duta agendo sul sistema di cui sopra (anti-DKK1, quindi pro-WNT, pro-beta-catenina) qualche ricrescita la danno, mentre la famosa castrazione dei carcerati ai tempi di Hamilton pare non portasse altro che mantenimento, un po' come il saw palmetto[
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Può sembrare strano, ma la castrazione abbassa il DHT solo del 60%, contro il 70% e il 90% di fina e duta, quindi può essere che con un'inibizione ancora maggiore - della 5 alfa reduttasi di tipo 2 però - si possa avere una maggiore attivazione del percorso WNT.
Tuttavia la somministrazione diretta WNT/beta-catenina è certamente molto più potente dell'attivazione indiretta con anti-DHT, ma come si è visto pure molto più rischiosa.
Secondo uno noto studio i migliori risultati fina li da a utilizzatori che hanno meno di 27 anni (in media), anche questo fa pensare che entro questa fascia di età sia più facile non avere problemi di attivazione di vari sistemi antitumori anche perchè i molti follicoli recuperati hanno probabilisticamente smesso da poco tempo di largheggiare nei tessuti e in qualche modo la loro ricrescita non è interpretata come un pericolo. Più avanti con gli anni questo numero di follicoli recuperabili si assottiglia e credo pure che la vigilanza antitumorale dell'organismo si incrementi, non a caso nello studio si è parlato di mTOR, ossia di un gene legato strettamente ai processi di invecchiamento.
I limiti in cui può operare la ricerca sono stretti, ma qualche spiraglio ci può essere. Diciamo che se mi fermavo al secondo studio postato, la situazione era davvero poco allegra[
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Ciao
MA - r l i n