sèlavy ha scritto:
Ma perché vi ostinate a non comprendere che questa storia investe soltanto noi stessi e la nostra percezione di noi stessi? Siamo noi a convivere con il corpo che abbiamo, ad ossessionarci per questo o quello... il rapporto con l'esterno è condizionato fondamentalmente da tutto ciò, si tratta di una sorta di filtro... gli occhi che guardano sono sempre i nostri, lo sguardo che qualcuno ci restituisce è sempre il nostro. Se il problema di una perdita (qui parliamo di perdita di capelli)fosse semplicemente il successo con l'altro sesso, sapremmo tutti con certezza che si tratterebbe di un falso problema. Qui ci sono infinità di percezioni, di mostri interiori, di vie tortuose, di addii e di ritorni: è perfettamente inutile semplificare con i curare il proprio corpo, fare palestra, vestire bene, tirare fuori le palle, esattamente come con le frasi che aprono il post. Ma perché bisogna sempre cucirsi addosso, per le nostre paure, i soliti ruoli? Il suicida, l'uomo vissuto, il santone...? Ognuno di noi è tutto, ognuno di noi è molto altro, ha vite infinite da sognare e da scontare
Quello che dici è verissimo.... però è anche vero che i mostri interiori bisogna affrontarli e non soccombere, e riuscire ad accettarci come siamo (non dimenticandoci che c'è chi soffre di cose ben più gravi di AGA); è questo il senso di ciò che dice superman quando afferma tirate fuori le palle....