DA non sottovalutare gli aspetti posisitivi:
Gli uomini sessualmente attivi non corrono maggiori rischi di sviluppare il cancro alla prostata. Lo ha stabilito un nuovo studio, secondo il quale, anzi, frequenti eiaculazioni possono ridurre le loro probabilità di essere colpiti dalla malattia.
Studi precedenti avevano fornito prove contraddittorie circa i rischi o i benefici dell’eiaculazione in relazione allo sviluppo del cancro alla prostata. Alcuni hanno evidenziato che un’intensa attività sessuale riduce il rischio di essere colpiti dalla seconda forma più comune di cancro negli uomini. Altri avevano dimostrato l’opposto.
Il nuovo studio, pubblicato nell’edizione di oggi del Journal of the American Medical Association, è stato condotto seguendo quasi 30.000 uomini tra medici, dentisti ed altri professionisti del settore medico-sanitario che partecipavano ad un’indagine a lungo termine sul cancro e sulle malattie croniche. L’età degli uomini variava dai 46 agli 81 anni.
Faceva parte del progetto di ricerca, un questionario con domande sulla vita sessuale. La domanda in questione posta agli uomini, che erano principalmente bianchi, era specificamente relativa all’eiaculazione e non ai soli rapporti sessuali, in modo da comprendere anche la masturbazione e l’emissione naturale di sperma, vale a dire l’intera vita sessuale fino ai 20 anni, fino ai 40 anni, e durante l'anno precedente.
Lo studio è stato coordinato da Michael Leitzmann, del National Cancer Institute. Secondo il ricercatore, non solo l’attività sessuale non è un fattore di rischio, ma è possibile che essa sia associata ad un rischio più basso di cancro alla prostata.
Uomini che affermavano di avere fra le quattro e le sette eiaculazioni al mese nel loro corso della loro vita adulta avevano avuto una probabilità inferiore dell’11% di sviluppare il cancro alla prostata rispetto a coloro che dichiaravano di avere avuto non più di tre eiaculazioni al mese. Ad ogni tre eiaculazioni a settimana in più nel corso della vita è associato dallo studio un calo del 15% nel rischio di cancro alla prostata.
Gli uomini che avevano 21 eiaculazioni al mese, o più, hanno avuto una probabilità inferiore del 33% di sviluppare il cancro alla prostata. Si tratta di un dato non trascurabile che suggerisce come, in effetti, frequenti eiaculazioni proteggono la prostata dallo sviluppo dei tumori.
L’unico limite dello studio è stato il fatto che il numero dei casi di cancro all’interno del gruppo oggetto di indagine era in sé piccolo: soltanto 60 casi su 1.449.
Il numero di eiaculazioni avute nell’anno precedente è risultato essere un dato ancora più favorevole agli uomini in termini di prevenzione di fronte al cancro alla prostata.
Il modo in cui le frequenti eiaculazioni possano proteggere la prostata, la ghiandola deputata a produrre il liquido veicolo dello sperma, non è noto. I ricercatori ipotizzano che l’eiaculazione potrebbe contribuire ad eliminare sostanze chimiche causa del cancro o ad arrestare la formazione dei cristalloidi che, in alcuni uomini, sono stati legati all’insorgenza della malattia.
Un’altra possibilità è che lo stress connesso con l’eiaculazione potrebbe condurre ad un’attività ormonale che rende meno probabile che nella ghiandola si verifichino quei cambiamenti che conducono al cancro.
Secondo Leitzmann, occorrerà che la ricerca comprenda meglio il modo in cui la prostata trae beneficio dalla frequenza delle eiaculazioni, prima di poter consigliare agli uomini di aumentare l’intensità della propria attività sessuale, come forma, peraltro piacevole, di prevenzione su larga scala raccomandata dalle istituzioni sanitarie.
Gli studi condotti finora avevano di solito misurato la frequenza dei rapporti sessuali e non le eiaculazioni, mentre l’ultimo studio non ha preso in considerazione i dati relativi all’età dell’adolescenza, anch’essi importanti in quanto possono risultare cruciali nel tracciare il destino della prostata. A sostenere questa tesi è Graham Giles, un oncologo australiano. Secondo Giles, è molto probabile che il rischio di sviluppare nella vita adulta il cancro alla prostata affondi le radici negli anni dell’adolescenza.