Piccolo aneddoto, giusto per riprendere un po' il commento di giu in cui si dice che a volte gli uomini si piangono un po' addosso.
Qualche tempo fa ero single.
Sì, lo giuro, lo ero.
Mi vivevo la mia situazione in maniera molto serena, avevo mille amici, avevo sempre una valigia pronta nel caso qualcuno mi avesse invitato fuori all'improvviso, e in borsa avevo sempre spazzolino e trucchi fondamentali alla sopravvivenza (robetta, in fondo, ma mi faceva sentire libera di tornare a casa o non tornare, quando volevo).
Insomma, in questa fase di serenità totale, le persone che volevano uscire con me erano un tot.
Per me uscire con un ragazzo non ha mai significato nulla più di questo, nel senso che non ho problemi a passare un po' di tempo con qualcuno, fare due chiacchiere, mangiare una pizza, scambiarsi pareri su film, libri, costume e società, viaggi, e chi più ne ha più ne metta.
Adoro ridere e far ridere.
Insomma, belli o brutti, se un ragazzo ha piacere di passare un po' di tempo con me, in amicizia, per me non ci sono problemi. Non me la sono mai tirata, e mi sta sulle palle chi lo fa.
E mi sta sulle palle pure chi pensa che per il solo fatto che ci stiamo rivolgendo la parola, io voglia andarci a letto insieme. Per me parlare è parlare.
L'amore, poi, è un'altra cosa. Ma qui non parliamo di amore, sto parlando di approcci iniziali.
Insomma, in quella fase lì di spensieratezza e divertimento, un mio amico aveva parlato di me ad un suo amico, che io non conoscevo, e insieme mi avevano chiamato, così avevo scambiato due chiacchiere con entrambi al telefono.
Dopo un po', l'amico dell'amico mi ha chiamato per chiedermi di uscire, ma a me al telefono era sembrato parecchio 'spento', poco reattivo all'ironia, incapace di starmi dietro. Così ho esitato, dicendo una cosa che poche altre volte avevo detto, e cioè che non mi sembrava il caso, di cercare altrove, che ero molto impegnata.
E poi che secondo me non avevamo nulla da dirci. E poi scriveva 7 parole negli sms, di cui 6 erano orrori grammaticali... Ma questo non gliel'ho detto.
Dopo tre o quattro inviti, ha lasciato perdere, mandandomi anche a ca.ga.re, e dicendomi che ero come tutte le fi.ghe che aveva conosciuto prima, e cioè st.ro.nza.
Mi chiama il mio amico, a cui suggerisco di dire al suo amico che io e lui non c'entravamo nulla, eravamo troppo diversi, e il mio amico mi dice che ho fatto una sciocchezza, perchè il tipo è molto dolce e sensibile, serio, e davvero voleva co
Qualche tempo fa ero single.
Sì, lo giuro, lo ero.
Mi vivevo la mia situazione in maniera molto serena, avevo mille amici, avevo sempre una valigia pronta nel caso qualcuno mi avesse invitato fuori all'improvviso, e in borsa avevo sempre spazzolino e trucchi fondamentali alla sopravvivenza (robetta, in fondo, ma mi faceva sentire libera di tornare a casa o non tornare, quando volevo).
Insomma, in questa fase di serenità totale, le persone che volevano uscire con me erano un tot.
Per me uscire con un ragazzo non ha mai significato nulla più di questo, nel senso che non ho problemi a passare un po' di tempo con qualcuno, fare due chiacchiere, mangiare una pizza, scambiarsi pareri su film, libri, costume e società, viaggi, e chi più ne ha più ne metta.
Adoro ridere e far ridere.
Insomma, belli o brutti, se un ragazzo ha piacere di passare un po' di tempo con me, in amicizia, per me non ci sono problemi. Non me la sono mai tirata, e mi sta sulle palle chi lo fa.
E mi sta sulle palle pure chi pensa che per il solo fatto che ci stiamo rivolgendo la parola, io voglia andarci a letto insieme. Per me parlare è parlare.
L'amore, poi, è un'altra cosa. Ma qui non parliamo di amore, sto parlando di approcci iniziali.
Insomma, in quella fase lì di spensieratezza e divertimento, un mio amico aveva parlato di me ad un suo amico, che io non conoscevo, e insieme mi avevano chiamato, così avevo scambiato due chiacchiere con entrambi al telefono.
Dopo un po', l'amico dell'amico mi ha chiamato per chiedermi di uscire, ma a me al telefono era sembrato parecchio 'spento', poco reattivo all'ironia, incapace di starmi dietro. Così ho esitato, dicendo una cosa che poche altre volte avevo detto, e cioè che non mi sembrava il caso, di cercare altrove, che ero molto impegnata.
E poi che secondo me non avevamo nulla da dirci. E poi scriveva 7 parole negli sms, di cui 6 erano orrori grammaticali... Ma questo non gliel'ho detto.
Dopo tre o quattro inviti, ha lasciato perdere, mandandomi anche a ca.ga.re, e dicendomi che ero come tutte le fi.ghe che aveva conosciuto prima, e cioè st.ro.nza.
Mi chiama il mio amico, a cui suggerisco di dire al suo amico che io e lui non c'entravamo nulla, eravamo troppo diversi, e il mio amico mi dice che ho fatto una sciocchezza, perchè il tipo è molto dolce e sensibile, serio, e davvero voleva co