Chiedo scusa in anticipo agli amministratori se questa non è la sezione adatta, ma l'intero discorso penso che la riguardi.
Scusate anche per il wall of text.
A 21 anni, esteticamente parlando, credo che la calvizie sia una delle cose più fastidiose che si possano provare. Il misto di senso di inadeguatezza, l'impossibilità effettiva di prendersela con qualcuno o qualcosa e quindi il non avere un qualcosa in cui incanalare la rabbia, la propria immagine sempre più frustrante e altre cose: costituiscono insieme un bel guaio. Non fraintendetemi non dico che questo sia Il peggio, ma di certo non sopporto chi (genitori, parenti, amici) sottovaluta questo problema. Viviamo in un'epoca in cui l'immagine conta, questo è vero, ma anche il desiderio stesso di avere i capelli e un'immagine decente non vedo perché non debba importarci, l'amore verso gli altri parte da quello verso noi stessi, e l'amore verso noi stessi parte dalla cura che abbiamo anche del nostro corpo.
La calvizie impone un'impossibilità della cura. Va bene il minox, va bene la fina, va bene i trapianti ma sappiamo tutti quanto queste siano soluzioni momentanee, sarebbero accettabili se la scienza non fosse arrivata al punto in cui è arrivata oggi e prospetta di arrivare nell'imminente futuro.
Nel 700 si usavano parrucche, e non avevano una stigma sociale, la scienza era quella che era, adesso le parrucche sarebbero ridicole, vengono continuamente costruite corde per cui per esempio: la parrucca non la puoi mettere, la scienza avanza ma non si occupa di te, se hai questo problema veditela da solo. Ovviamente ciò è una bella prova, non dubito del carattere educativo che anche la minima difficoltà può determinare, invidio e stimo chi riesce a fregarsene, ma perché devo farlo necessariamente? Cosa c'è di male nel desiderare un qualcosa di totalmente innocuo e di positivo?
La calvizie ha ripercussioni psicologiche, smettiamola di negarlo. Ovviamente non sopporto chi passa il tempo a lamentarsene, spesso su i forum si aprono piagnistei assurdi, ma posso sempre capire. L'immagine dell'uomo forte che deve accettare tutto e accettarsi per essere appunto uomo (non inteso come sesso ma proprio come genere umano, poi quando si finisce a parlare di maschio lo odio ancora di più, perché l'idea del maschio forte ci sta distruggendo proprio socialmente ma questo è un altro discorso, e comunque c'entra) ha senz'altro le sue ragioni d'esistere ma non vedo perché l'autoaccettazione non possa passare per il riconoscimento di un problema, per la ricerca di una soluzione, una soluzione seria, in barba a tutte le cavolate che questi istituti di ricerca, queste aziende che compaiono e scompaiono nel giro di pochi anni, ci propinano ogni giorno.
Ieri mi sono fatto un giro sul forum, proprio su questa sezione, nelle prime pagine che risalgono al 2004.
Un senso di malinconia e di compatimento mi ha pervaso; insomma ragazzi nel 2004, tralasciando i discorsi sgrammaticati, le parole erano le stesse di adesso: cura fra 3/5 anni?, questo prodotto uscirà? e ci curerà? ecc. ecc. ecc. e ho fatto questo anche su forum americani, stessa cosa, stessa sensazione.
Che pena.
Ciò però non mi ha abbattuto più di tanto, è come se mi avesse dato una nuova consapevolezza, e da qui questo thread.
Io penso che la risoluzione del problema calvizie sia e sia stata nel corso degli anni, e nel susseguirsi delle aziende che si sono proposte di risolverlo, un semplice trampolino di lancio per problemi ritenuti (senza dire nulla) più importanti e più fruttuosi da un punto di vista economico e anche accademico.
La calvizie non è stato mai il punto di arrivo ma quello di passaggio, lo stesso Tsuji, con tutto il rispetto ovviamente, penso abbia in mente ben altro che la risoluzione della calvizie, ma ciò è lecito, non critico.
Semplicemente mi chiedo: questo modo di agire generale, porterà ad una reale risoluzione del problema? o meglio, permette che il problema venga affrontato nella maniera più consona?
Parafrasando: è come se io da un paese A volessi andare ad un paese C, e potessi scegliere fra:
1) una strada che da A mi porti direttamente a C costeggiando semplicemente B, non facendomi entrare nel paese B e riducendo il percorso godendomi B dal finestrino
2) una strada che da A mi porti a C passando per B, magari allungando, ma dandomi la possibilità di vedere concretamente B
Mi sembra ovvio che un ricercatore con fini che vanno ben oltre la risoluzione dell'alopecia androgenetica possa scegliere la prima piuttosto che la seconda, non precludendosi una risoluzione del problema a livello "strutturale" (che parafrasando potrebbe essere come guardare B dal finestrino) ma di fatto non avendo come meta prefissata B.
Potete capire dove il mio discorso voglia arrivare, e da ciò sto comunque escludendo "incontri fortuiti" che abbiamo avuto noi agati come Finasteride e Minoxidil, che di fatto non sono nati per risolvere il problema ma che empiricamente hanno consentito di tappare qualche buco (con tutte le conseguenze che sappiamo a memoria ormai), ma sto escludendo anche robe tipo trinov, che insomma, inutile che ne parliamo.
Non voglio assolutamente mettere in dubbio la validità di alcuni progetti come rch o altra roba, ma il mercato e i metodi con cui questi prodotti vengono trattati da un punto di vista anche solo di marketing mi fa dubitare, più propriamente in alcuni casi, come quello di shiseido, mi fa innervosire.
Dove voglio andare a parare quindi?
La calvizie, a mio modo di vedere, ha una buona possibilità di essere risolta solo quando noi (e per noi intendo noi dei forum, che siano italiani, americani, francesi, noi in sintesi che con questo problema LECITAMENTE non ci vogliamo convivere ma vogliamo risolverlo) faremo comprendere l'entità del problema stesso a tutti, faremo capire le conseguenze che esso ha e l'ipocrisia generale. Ma soprattutto --e qui potrò essere accusato di essere un ingenuo, un illuso, un fesso (lo accetto)-- quando sceglieremo noi di risolverlo "autonomamente".
Non singolarmente con lozioni fatte in casa, che per carità potrebbero essere anche trattamenti validissimi ma non permettono nulla oltre l'empirico, ma autofinanziandoci (non so con roba tipo indiegogo, chiedendo finanziamenti come fanno tutti gli altri, mettendo noi quote) e riponendo la nostra fiducia in persone visibili, affidabili, insomma in gente che "conosciamo", e con questo intendo ricercatori, laureati che nei forum vi garantisco ci sono, ma anche se fossero esterni ai forum un modo per trovarne di validi c'è, ormai lì fuori pullula di gente competente che è messa alla larga per mancanza di denaro e mezzi.
Serve un'azione collettiva, una collaborazione oltre quella dell'esperienza personale.
Le ricerche ci sono, abbiamo qualcosa da cui partire, e abbiamo anche la motivazione, ci sono senz'altro difficoltà ma dobbiamo combatterle.
Non metto in dubbio la validità delle ricerche condotte dalle principali industrie farmaceutiche o aziende, ma discuto apertamente, come fate tutti voi sui forum e come fanno in usa, canada, francia ecc. la complessità del problema che va oltre una teoria di 40 anni fa, teoria accertata senz'altro ma priva di un'analisi più completa.
Troppo facile rispondere a qualsiasi domanda più complessa con: è la genetica. Ma anche se così fosse, la genetica ha dei meccanismi complessi ma essa agisce seguendo precisi meccanismi, non credo che uno debba alterare il dna interamente per risolvere il problema ad un livello strutturale più mirato. Senza contare poi le teorie che prevedono una stessa azione strutturale della genetica non su scala micro (il follicolo) ma su scala macro (il cuoio capelluto) che a mio modesto parere danno più speranza nonostante debbano essere ancora comprese.
Anche i tumori, il diabete e altre malattie hanno una base genetica ma la ricerca non si è mai difesa dietro un muro come in questo caso.
Poi ogni tanto spunta un articolo, l'ultimo qualche mese fa, in cui si fa riferimento alla cura di malattie complesse come l'aids. Allora mi chiedo come la scienza possa essere squilibrata solo nel nostro campo? Siamo sfigati eternamente?
Ma sopratutto è questa la scienza?
Non metto a paragone l'aids, i tumori e il diabete con l'alopecia senz'altro, ma mi chiedo come mai la ricerca sia stata così sbilanciata. Non tirate fuori i trapianti, sono trattamenti comparsi più o meno nel periodo di fina e minox e l'affinamento che hanno subito a cui si fa riferimento è stato "importato" da altri campi. Le soluzioni sono ancora fina e minox, si fanno strada alcune cose come il dermarolling che sembra dia dei risultati ma non ha una salda ricerca alla base, magari adesso i capelli mi ricrescono ma chi mi da la garanzia che se smetto per una possibile perdita di efficacia non mi ritrovo poco dopo con tessuto cicatriziale di tre cm sopra il cranio?
Poi ogni tanto spuntano sui forum articoli, ricerche, robe complesse ecc. ma sempre frammentate del tipo: elemento x ha ruolo nella calvizie ... ok ma come? come agisce? come ciò si rapporta all'altra miriade di elementi x che hanno un ruolo?
Quello che voglio dire è che una ricerca completa non c'è, non penso ci sia e non ci sarà mai fin quando non faremo comprendere l'entità del problema.
Le malattie genetiche seppur riguardanti una minoranza sono studiate proprio perché tutti ne sono informati, donano, aiutano. Anche qui ovviamente non intendo paragonare assolutamente, la calvizie in confronti è una cazzata ma bilanciamo, badiamo comunque alla proporzione che c'è tra la complessità (maggiore nelle malattie genetiche e minore nella calvizie)e i soldi che quindi potrebbero servire per una seria ricerca.
Ribadisco: mi rendo conto del "sogno", e dell'ingenuità che questo pensiero potrebbe suggerire ma non credetemi così sprovveduto, le immagino perfettamente le difficoltà e magari questo post non verrà neanche filato, o verrò insultato, ma vedo quest'opzione quantomeno considerabile, e spero che ci sia un dibattito e magari anche l'inizio di qualcosa.
Scusate anche per il wall of text.
A 21 anni, esteticamente parlando, credo che la calvizie sia una delle cose più fastidiose che si possano provare. Il misto di senso di inadeguatezza, l'impossibilità effettiva di prendersela con qualcuno o qualcosa e quindi il non avere un qualcosa in cui incanalare la rabbia, la propria immagine sempre più frustrante e altre cose: costituiscono insieme un bel guaio. Non fraintendetemi non dico che questo sia Il peggio, ma di certo non sopporto chi (genitori, parenti, amici) sottovaluta questo problema. Viviamo in un'epoca in cui l'immagine conta, questo è vero, ma anche il desiderio stesso di avere i capelli e un'immagine decente non vedo perché non debba importarci, l'amore verso gli altri parte da quello verso noi stessi, e l'amore verso noi stessi parte dalla cura che abbiamo anche del nostro corpo.
La calvizie impone un'impossibilità della cura. Va bene il minox, va bene la fina, va bene i trapianti ma sappiamo tutti quanto queste siano soluzioni momentanee, sarebbero accettabili se la scienza non fosse arrivata al punto in cui è arrivata oggi e prospetta di arrivare nell'imminente futuro.
Nel 700 si usavano parrucche, e non avevano una stigma sociale, la scienza era quella che era, adesso le parrucche sarebbero ridicole, vengono continuamente costruite corde per cui per esempio: la parrucca non la puoi mettere, la scienza avanza ma non si occupa di te, se hai questo problema veditela da solo. Ovviamente ciò è una bella prova, non dubito del carattere educativo che anche la minima difficoltà può determinare, invidio e stimo chi riesce a fregarsene, ma perché devo farlo necessariamente? Cosa c'è di male nel desiderare un qualcosa di totalmente innocuo e di positivo?
La calvizie ha ripercussioni psicologiche, smettiamola di negarlo. Ovviamente non sopporto chi passa il tempo a lamentarsene, spesso su i forum si aprono piagnistei assurdi, ma posso sempre capire. L'immagine dell'uomo forte che deve accettare tutto e accettarsi per essere appunto uomo (non inteso come sesso ma proprio come genere umano, poi quando si finisce a parlare di maschio lo odio ancora di più, perché l'idea del maschio forte ci sta distruggendo proprio socialmente ma questo è un altro discorso, e comunque c'entra) ha senz'altro le sue ragioni d'esistere ma non vedo perché l'autoaccettazione non possa passare per il riconoscimento di un problema, per la ricerca di una soluzione, una soluzione seria, in barba a tutte le cavolate che questi istituti di ricerca, queste aziende che compaiono e scompaiono nel giro di pochi anni, ci propinano ogni giorno.
Ieri mi sono fatto un giro sul forum, proprio su questa sezione, nelle prime pagine che risalgono al 2004.
Un senso di malinconia e di compatimento mi ha pervaso; insomma ragazzi nel 2004, tralasciando i discorsi sgrammaticati, le parole erano le stesse di adesso: cura fra 3/5 anni?, questo prodotto uscirà? e ci curerà? ecc. ecc. ecc. e ho fatto questo anche su forum americani, stessa cosa, stessa sensazione.
Che pena.
Ciò però non mi ha abbattuto più di tanto, è come se mi avesse dato una nuova consapevolezza, e da qui questo thread.
Io penso che la risoluzione del problema calvizie sia e sia stata nel corso degli anni, e nel susseguirsi delle aziende che si sono proposte di risolverlo, un semplice trampolino di lancio per problemi ritenuti (senza dire nulla) più importanti e più fruttuosi da un punto di vista economico e anche accademico.
La calvizie non è stato mai il punto di arrivo ma quello di passaggio, lo stesso Tsuji, con tutto il rispetto ovviamente, penso abbia in mente ben altro che la risoluzione della calvizie, ma ciò è lecito, non critico.
Semplicemente mi chiedo: questo modo di agire generale, porterà ad una reale risoluzione del problema? o meglio, permette che il problema venga affrontato nella maniera più consona?
Parafrasando: è come se io da un paese A volessi andare ad un paese C, e potessi scegliere fra:
1) una strada che da A mi porti direttamente a C costeggiando semplicemente B, non facendomi entrare nel paese B e riducendo il percorso godendomi B dal finestrino
2) una strada che da A mi porti a C passando per B, magari allungando, ma dandomi la possibilità di vedere concretamente B
Mi sembra ovvio che un ricercatore con fini che vanno ben oltre la risoluzione dell'alopecia androgenetica possa scegliere la prima piuttosto che la seconda, non precludendosi una risoluzione del problema a livello "strutturale" (che parafrasando potrebbe essere come guardare B dal finestrino) ma di fatto non avendo come meta prefissata B.
Potete capire dove il mio discorso voglia arrivare, e da ciò sto comunque escludendo "incontri fortuiti" che abbiamo avuto noi agati come Finasteride e Minoxidil, che di fatto non sono nati per risolvere il problema ma che empiricamente hanno consentito di tappare qualche buco (con tutte le conseguenze che sappiamo a memoria ormai), ma sto escludendo anche robe tipo trinov, che insomma, inutile che ne parliamo.
Non voglio assolutamente mettere in dubbio la validità di alcuni progetti come rch o altra roba, ma il mercato e i metodi con cui questi prodotti vengono trattati da un punto di vista anche solo di marketing mi fa dubitare, più propriamente in alcuni casi, come quello di shiseido, mi fa innervosire.
Dove voglio andare a parare quindi?
La calvizie, a mio modo di vedere, ha una buona possibilità di essere risolta solo quando noi (e per noi intendo noi dei forum, che siano italiani, americani, francesi, noi in sintesi che con questo problema LECITAMENTE non ci vogliamo convivere ma vogliamo risolverlo) faremo comprendere l'entità del problema stesso a tutti, faremo capire le conseguenze che esso ha e l'ipocrisia generale. Ma soprattutto --e qui potrò essere accusato di essere un ingenuo, un illuso, un fesso (lo accetto)-- quando sceglieremo noi di risolverlo "autonomamente".
Non singolarmente con lozioni fatte in casa, che per carità potrebbero essere anche trattamenti validissimi ma non permettono nulla oltre l'empirico, ma autofinanziandoci (non so con roba tipo indiegogo, chiedendo finanziamenti come fanno tutti gli altri, mettendo noi quote) e riponendo la nostra fiducia in persone visibili, affidabili, insomma in gente che "conosciamo", e con questo intendo ricercatori, laureati che nei forum vi garantisco ci sono, ma anche se fossero esterni ai forum un modo per trovarne di validi c'è, ormai lì fuori pullula di gente competente che è messa alla larga per mancanza di denaro e mezzi.
Serve un'azione collettiva, una collaborazione oltre quella dell'esperienza personale.
Le ricerche ci sono, abbiamo qualcosa da cui partire, e abbiamo anche la motivazione, ci sono senz'altro difficoltà ma dobbiamo combatterle.
Non metto in dubbio la validità delle ricerche condotte dalle principali industrie farmaceutiche o aziende, ma discuto apertamente, come fate tutti voi sui forum e come fanno in usa, canada, francia ecc. la complessità del problema che va oltre una teoria di 40 anni fa, teoria accertata senz'altro ma priva di un'analisi più completa.
Troppo facile rispondere a qualsiasi domanda più complessa con: è la genetica. Ma anche se così fosse, la genetica ha dei meccanismi complessi ma essa agisce seguendo precisi meccanismi, non credo che uno debba alterare il dna interamente per risolvere il problema ad un livello strutturale più mirato. Senza contare poi le teorie che prevedono una stessa azione strutturale della genetica non su scala micro (il follicolo) ma su scala macro (il cuoio capelluto) che a mio modesto parere danno più speranza nonostante debbano essere ancora comprese.
Anche i tumori, il diabete e altre malattie hanno una base genetica ma la ricerca non si è mai difesa dietro un muro come in questo caso.
Poi ogni tanto spunta un articolo, l'ultimo qualche mese fa, in cui si fa riferimento alla cura di malattie complesse come l'aids. Allora mi chiedo come la scienza possa essere squilibrata solo nel nostro campo? Siamo sfigati eternamente?
Ma sopratutto è questa la scienza?
Non metto a paragone l'aids, i tumori e il diabete con l'alopecia senz'altro, ma mi chiedo come mai la ricerca sia stata così sbilanciata. Non tirate fuori i trapianti, sono trattamenti comparsi più o meno nel periodo di fina e minox e l'affinamento che hanno subito a cui si fa riferimento è stato "importato" da altri campi. Le soluzioni sono ancora fina e minox, si fanno strada alcune cose come il dermarolling che sembra dia dei risultati ma non ha una salda ricerca alla base, magari adesso i capelli mi ricrescono ma chi mi da la garanzia che se smetto per una possibile perdita di efficacia non mi ritrovo poco dopo con tessuto cicatriziale di tre cm sopra il cranio?
Poi ogni tanto spuntano sui forum articoli, ricerche, robe complesse ecc. ma sempre frammentate del tipo: elemento x ha ruolo nella calvizie ... ok ma come? come agisce? come ciò si rapporta all'altra miriade di elementi x che hanno un ruolo?
Quello che voglio dire è che una ricerca completa non c'è, non penso ci sia e non ci sarà mai fin quando non faremo comprendere l'entità del problema.
Le malattie genetiche seppur riguardanti una minoranza sono studiate proprio perché tutti ne sono informati, donano, aiutano. Anche qui ovviamente non intendo paragonare assolutamente, la calvizie in confronti è una cazzata ma bilanciamo, badiamo comunque alla proporzione che c'è tra la complessità (maggiore nelle malattie genetiche e minore nella calvizie)e i soldi che quindi potrebbero servire per una seria ricerca.
Ribadisco: mi rendo conto del "sogno", e dell'ingenuità che questo pensiero potrebbe suggerire ma non credetemi così sprovveduto, le immagino perfettamente le difficoltà e magari questo post non verrà neanche filato, o verrò insultato, ma vedo quest'opzione quantomeno considerabile, e spero che ci sia un dibattito e magari anche l'inizio di qualcosa.