Capisco l'impostazione razionale della tua ricerca, dal momento che sei ingegnere[] e la apprezzo, ma devo dire che noi in tanti anni siamo andati discutendo di queste cose e non solo, nella sezione integratori del forum, probabilmente con meno metodo, ma con tanta ricerca di dati e dibattiti a più voci.
Molto in sintesi e a costo di ripetermi, dico che il danno è fatto perché è genetico (nel caso della calvizie comune), quindi si trasmette ereditariamente coi geni. Almeno il grosso del danno, poi ci possono essere fattori marginali che modificano la situazione in peggio o in meglio e con alimentazione e altre integrazioni e stile di vita si può ridurre il problema circoscrivendolo.
L'ipotesi citata sopra è che una parte dei nostri antenati abbia sviluppato calvizie per captare il maggior sole possibile tutto l'anno e quindi sintetizzare vit.D3 nella maggior misura possibile a certe latitudini (questo i maschi per la questione della prostata). Quando questa ipotesi è stata formulata per la prima volta pareva poco credibile, ma ora, a distanza di qualche anno, pare meno campata per aria (ma non certo sicura).
Per avere la calvizie e quindi ottenere questo effetto positivo per la salute di chi vive in zone poco soleggiate, c'è voluta una selezione positiva che ha favorito i geni della calvizie senza renderli magari maggioritari nella popolazione, ma comunque con una dominanza che può appunto finire per espandere il fenotipo nel tempo in mancanza di una contro-selezione negativa di questi geni, che probabilmente, per vari motivi, non c'è mai stata sinora (e difficilmente ci sarà in futuro se la calvizie verrà curata e comunque non sarà, come ora, di grande impedimento alla riproduzione).
In tutto questo processo può essere stato coinvolto il recettore della vitamina D (VDR) che infatti pare avere un ruolo importante per i capelli, con degli analoghi della vitamina stessa si può forse ottenere con l'uso topico qualche miglioramento o un mantenimento, perché in questo senso vanno alcuni studi recenti che però solo molto marginalmente hanno riguardato l'uomo.
Ma forse per vedere qualcosa di più bisognerà aspettare che si possa sintetizzare questo recettore, ma è una cosa che appunto fanno i geni e non è una cosa semplice (come non lo sarebbe il somministrarlo).
L'attuale diffusione della calvizie comune può essere quindi stata incentivata di recente dallo stile di vita prevalentemente al chiuso che da tempo conducono le popolazioni caucasiche (bianche), pertanto su soggetti già predisposti a reagire alla scarsa insolazione perdendo capelli. Ma va considerata anche la mancanza di statistiche e serie storiche e comunque la maggiore età media di queste popolazioni, considerando che la calvizie si manifesta nel terzo decennio di vita o anche dopo.
Ciao
MA - r l i n
Molto in sintesi e a costo di ripetermi, dico che il danno è fatto perché è genetico (nel caso della calvizie comune), quindi si trasmette ereditariamente coi geni. Almeno il grosso del danno, poi ci possono essere fattori marginali che modificano la situazione in peggio o in meglio e con alimentazione e altre integrazioni e stile di vita si può ridurre il problema circoscrivendolo.
L'ipotesi citata sopra è che una parte dei nostri antenati abbia sviluppato calvizie per captare il maggior sole possibile tutto l'anno e quindi sintetizzare vit.D3 nella maggior misura possibile a certe latitudini (questo i maschi per la questione della prostata). Quando questa ipotesi è stata formulata per la prima volta pareva poco credibile, ma ora, a distanza di qualche anno, pare meno campata per aria (ma non certo sicura).
Per avere la calvizie e quindi ottenere questo effetto positivo per la salute di chi vive in zone poco soleggiate, c'è voluta una selezione positiva che ha favorito i geni della calvizie senza renderli magari maggioritari nella popolazione, ma comunque con una dominanza che può appunto finire per espandere il fenotipo nel tempo in mancanza di una contro-selezione negativa di questi geni, che probabilmente, per vari motivi, non c'è mai stata sinora (e difficilmente ci sarà in futuro se la calvizie verrà curata e comunque non sarà, come ora, di grande impedimento alla riproduzione).
In tutto questo processo può essere stato coinvolto il recettore della vitamina D (VDR) che infatti pare avere un ruolo importante per i capelli, con degli analoghi della vitamina stessa si può forse ottenere con l'uso topico qualche miglioramento o un mantenimento, perché in questo senso vanno alcuni studi recenti che però solo molto marginalmente hanno riguardato l'uomo.
Ma forse per vedere qualcosa di più bisognerà aspettare che si possa sintetizzare questo recettore, ma è una cosa che appunto fanno i geni e non è una cosa semplice (come non lo sarebbe il somministrarlo).
L'attuale diffusione della calvizie comune può essere quindi stata incentivata di recente dallo stile di vita prevalentemente al chiuso che da tempo conducono le popolazioni caucasiche (bianche), pertanto su soggetti già predisposti a reagire alla scarsa insolazione perdendo capelli. Ma va considerata anche la mancanza di statistiche e serie storiche e comunque la maggiore età media di queste popolazioni, considerando che la calvizie si manifesta nel terzo decennio di vita o anche dopo.
Ciao
MA - r l i n