Si sa già da tempo che la finasteride interferisca con il signaling di svariati neurotrasmettitori, adrenalina e dopamina tra tutti. Nei ratti infatti, nei quali ha spiccata azione anche sulla 5aR1, sembra ridurre i sintomi dell'autismo e del Parkinson, che sono associati ad eccessiva attività di queste molecole.
Nell'uomo tuttavia l'evidenza punta in direzione opposta, anche perché nell'uomo funziona diversamente; è altamente improbabile che curi l'ansia, tanto nei ratti quanto negli uomini, anche perché interferisce persino con il con solidamento della memoria (motivo per il quale chi fa lavori molto "intellettuali" lamenta minore acuità mentale sotto fina)... Un solo studio tailandese sui ratti non lo ritengo, personalmente, sufficiente a sentenziare in tal senso; d'altro canto se così fosse non ci sarebbero indagini in corso proprio in relazione alla sfera depressiva.
Se si hanno tendenze ansioso-depressive con finasteride l'umore cade a terra, chi l'ha assunta in periodi difficili per la propria psiche lo sa. Chi non ha mai avuto periodi di marcata fragilità durante l'assunzione non potrà mai testimoniarlo e chiaramente si apre la solita discussione sterile tra pro ed anti-fina.