Interessante questa teoria secondo la quale vi sarebbe una risposta della prostata al tentativo degli anti dht di fiaccare la virilità (lo dico per semplificare)... Con conseguente surplus di produzione di liquido seminale: che permarrebbe anche DOPO la sospensione del trattamento con gli anti dht...
Insomma, con la finasteride il corpo crea un nuovo equilibrio e con la sospensione lo perderebbe... Di qui i sides da sospensione (e addirittura il rischio di una loro non remissibilità)
A dire il vero non ricordo bene che cosa mi accade quando, nel 2007, smisi di assumere la finasteride (forse perché era un periodo in cui avevo ben altro a cui pensare, e la cosa cadde in secondo piano...).
Posso però affermare di aver riscontrato dei tipici sides da sospensione con l'interruzione, l'anno scorso, del trattamento con serenoa ad uso orale (aumento della quantità e del volume dell'eiaculato, minzioni lente e frequenti, infiammazione vescicale e, quindi, della prostata, il tutto culminato con una cistite).
Il mio andrologo sostenne (con l' approccio tradizionalistico, che sottovaluta l'azione degli anti dht), che l'interruzione del trattamento con la serenoa altro non fece che smascherare una prostatite preesistente(prescrivendomi, assieme agli antibiotici, addirittura degli antinfiammatori a base di anti dht (pigenil ed un altro con curcuma)!!!)
Con il revivogen mi accadde esattamente l'opposto: sides DURANTE il trattamento (e del tutto anomali ed incoerenti: aumento del desiderio sessuale e dell'eiaculato, gravi fastidi pelvici ed urinari), nessun sides (ed anzi condizione di risoluzione degli stessi) CON LA SOSPENSIONE (essendo forse uno pseudo sides, dovuto alla desuetudine psicologica alla normalità, il netto calo di desiderio sessuale che tuttavia riscontrai e che devo tuttora segnalare: ma non c'è dubbio che, da quel punto di vista (e non so se è normale) tutto tace... [8)])
In ogni caso, rilevo che la spiegazione fornita dal medico di Bios, in ordine alla sintomatologia post finasteride, altro non fa che esplicare (ma con linguaggio atecnico, quindi accessibile ai più) quanto analiticamente sostenuto dall'eretico dottore citato pochi post più sopra, quando dice che gli anti dht producono un disordine ormonale (un' alterazione dell'asse endocrino), per il cui ripristino occorrerebbero da 6 a 24 mesi (a seconda della durata dell'assunzione): salvo - non meglio precisati - casi incurabili.
Ma, a ben guardare (scusatemi se me ne improvviso esegeta), da un lato lui esclude che la finasteride, di per sé sola, sia in grado di provocare danni permanenti (parlando di concause indipendenti che ad essa si sovrapporrebbero.), dall'altro finisce sempre per concedere la possibilità di guarigione (più facilmente se ci si affida alle sue cure...), ammettendo che il turbato equilibrio ormonale non potrà che, prima o poi, riassestarsi da sé (a meno che, durante lo squilibrio, e favorite da questo, non insorgano altre patologie: se ho ben capito...).
In definitiva, ad un' attenta lettura dei complessi (e a volte contorti) periodi grammaticali del luminare in questione, egli dev'essere considerato meno catastrofista di quanto appaia.
Non c'è dubbio però, che trattasi di teorie sul dht nettamente in contrasto con quelle di coloro che ne sostengono l'inutilità, addirittura tali da mettere in discussione la permissibilità delle attuali, principali terapie anticalvizie.