x Vetriolo: Io non mi presento in pigiama ai matrimoni, ma in modo decoroso come direbbero i bacchettoni. Il mio intervento era chiaramente una provocazione, un inno a seguire il proprio ego senza scadere nell'egocentrismo (il passo è breve, ne convengo). Non sopporto l'omologazione (il mondo è a colori e si può scegliere), ma ciò non vuol dire che non tolleri gli omologati (non tollero semmai gli intolleranti). Il mio è un discorso sul bigottismo italiano. Chi ha avuto la fortuna (a volte la sfortuna) di lavorare all'estero, non può non fare raffronti con la mentalità italioide. Qui da noi, purtroppo, l'abito fa il monaco, in ogni ambito, ad ogni livello sociale. Non conta come sei, ma come ti presenti, o peggio ancora chi ti presenta (o raccomanda). Insomma, trovo il nostro paese profondamente provinciale, e i matrimoni rappresentano spesso, secondo il mio punto di vista, il riflesso della nostra società falsa ed ipocrita. Quanti matrimoni sono già falliti prima di sposarsi? Quanti utilizzano il matrimonio come extrema ratio per salvare (ovvero affondare definitivamente) il rapporto? Perchè molti matrimoni ai quali ho partecipato mi hanno trasmesso la stessa sensazione di tristezza, o di atmosfera di fine dell'estate (avete presente credo)? Insomma, quando i sentimenti veri in luogo dell'apparenza e dell'ostentazione? Le mie sono solo riflessioni, domande che mi pongo e vi pongo per capire. Forse sono solo problematiche esistenziali legate ai miei 32 anni. Forse a quaranta avrò le risposte che vado cercando, o semplicemente non le avrò mai, chi lo sa? Intanto mi godo questo scambio di opinioni tra ragazze/i che la pensano in un modo e altre/i che si pongono agli antipodi...E mi soffermo a riflettere su quanto siano belle e affascinanti le differenze. Da queste si può solo imparare.
P.S. X Susina: forse ho presente: cito al riguardo il film di Sergio Rubini, Mio cognato.