Il nostro corpo trasforma il cibo che consumiamo e l'Ossigeno in nutrizione ed energia.
Nella trasformazione, l'organismo produce scorie metaboliche acide, espulse dalla pelle, dall'intestino, dai polmoni, veicolate (molte di esse) dal sangue.
Un deficit d'Ossigeno porta ugualmente all'accumulo di scorie acide (pensate, per es., alla fatica per una prestazione cruenta e prolungata, che dà nei muscoli un accumulo di acido lattico, con tutte le conseguenze successive, che credo conosciate).
Per acidosi (metabolica, tissutale, respiratoria, renale) si intende un pH che, da leggermente alcalino (quale dovrebbe essere), diminuisce sempre più, divenendo un pH acido, sempre più acido, e alterando, purtroppo, l'equilibrio acido-base.
Il pH, dal lat. P=Potentia e H=Hydrogeni, definisce la concentrazione di ioni Idrogeno all'interno di una sostanza.
L'equilibrio acido-base è regolato dai minerali alcalinizzanti (Magnesio, Potassio, Calcio, Sodio).
Accade, talvolta, nonostante tutte le attenzioni necessarie, che il corpo non ce la faccia a neutralizzare tutte le scorie acide: un po', per capirci, come i rifiuti dell'immondizia, sempre più in accumulo, perché non si riesce a smaltirli, con conseguente usura, per eccessivo deposito, degli organi interni, preposti alla neutralizzazione e alla metabolizzazione.
È di vitale importanza mantenere sani l'intestino (il quale ha circa i 3/4 delle difese immunitarie) e gli organi interni, che devono espellere le scorie acide: i reni, i polmoni, ...
Come pure il sangue.
L'industrializzazione, con le diete iperproteiche, la scarsa ossigenazione dei tessuti, la mancanza di movimento, le situazioni fisiche ed emozionali stressanti, i farmaci antinfiammatori, la flora intestinale inadeguata, certi conservanti (E338, E385) ci introducono scorie acide.
Anche il fumo, l'alcool e un'intensa attività sportiva contribuiscono all'accumulo di tali scorie.
Oggi giorno, introduciamo troppe, troppe proteine, a discapito della frutta e della verdura, e non esagero se affermo che l'80% degli uomini è in acidosi tissutale.
Il metodo più semplice per stimare l'acidosi è quello di controllare il pH urinario.
In farmacia, vendono le strisce indicatrici, con un range di valori tra 5,0 e 7,4, con le quali è possibile 2-3 volte al dì, per qualche giorno, autocontrollarsi, tenendo conto che:
-ore 6 del mattino: l'urina ha la massima acidità, perché nella notte c'è stata la scomposizione del carico di acido;
-ore 9, 2-3 ore dopo la colazione: l'urina di chi è sano è leggermente alcalina, per via del lieve deflusso delle sostanze alcalinizzanti della colazione;
-ore 12, prima del pranzo: pH leggermente acido, perché le sostanze alcalinizzanti, incamerate come riserve, o utilizzate, diminuiscono nel deflusso;
-ore 15: il pH è alcalino, perché c'è il maggior deflusso delle sostanze basiche;
-ore 18, prima della cena: il pH urinario di chi è sano è leggermente acido.
Se i rilievi si allontanano troppo dalla curva ideale, con valori frequentemente acidi, occorre tutelarsi con l'introduzione nella dieta di tanta frutta e verdura.
I cibi alcalinizzanti dovrebbero costituire il 75% delle nostre assunzioni quotidiane, particolarmente frutta e verdure (carote, cavoli, insalata, di tutti i tipi, pomodori, patate, peperoni, zucchine, piselli; arance, mele, Kiwi, albicocche, banane, ciliege, pompelmo, limone, nocciole, mandorle, pesche, pere, ananas, uva, anguria, birra scura, poco alcoolica, vino rosso, vino bianco secco, miele, marmellata, ... ).
Gli acidificanti, meno del 25%: carne (tutta), pesce, salumi, formaggi, farinacei e derivati, riso, uova, lenticchie secche, fagioli, arachidi, noci, burro, cioccolato al latte, birra poco alcolica, coca-cola.
L'olio extravergine d'oliva e l'olio di girasole sono neutri.
Va da sé, che una sana alimentazione includa anche cibi acidificanti di alto valore biologico, da compensare, naturalmente, con cibi alcalinizzanti.
Per capirci: 1,5 hg di legumi si possono neutralizzare con 40 g circa di cavolo.
Conviene inoltre bere acqua e ridurre il più possibile caffè, tè, dolci.
CONCLUSIONE.
Se l'organismo accumula più scorie acide di quante ne può neutralizzare e metabolizzare, esse si vanno a posizionare nel tessuto connettivo, per poi essere espulse quando nel sangue ci sarà una nuova disponibilità di sali minerali basici.
Purtroppo, l'alimentazione iperproteica dei Paesi industrializzati, povera di frutta e di verdura, sbilancia l'equilibrio acido-basico, come del resto una scarsa ossigenazione del sangue (sedentarietà, ambienti chiusi, eccesso di prestazione fisica), le alterazioni della flora batterica intestinale, una diminuita capacità renale, un'insufficiente introduzione di liquidi non consentono l'eliminazione idonea a espellere le scorie, disponendo all'acidosi, dunque, alla malattia.
Con l'età s'instaura uno stato di acidosi metabolica sempre più progressiva, che sottrae calcio all'osso e produce perdita di tessuto muscolare.
La sostanza migliore per contrastare l'acidosi è il bicarbonato, anche più del citrato.
Esso, infatti, neutralizza l'acidosi nella matrice extra-cellulare del tessuto connettivo, cosa che non fa il citrato; inoltre, elimina rapidamente l'acidosi intra-cellulare, perché riesce a oltrepassare la membrana cellulare (alto gradiente di diffusione).
Per mantenere un corretto equilibrio acido-base ed evitare l'acidità del sangue è sufficiente una sana alimentazione, che non produca scorie acide, a causa di una grande quantità di proteine animali ed, eventualmente, l'uso di una polvere basificante, per prevenire manifestazioni gastroenteriche, cutanee, nervose, osteoarticolari, endocrine, varie (deficit immunitari, carie, alitosi, paradontosi, varici, stipsi, infiammazioni agli occhi, ai genitali).
Integratori salini, dunque, e non farmaci (anti H2, inibitori della pompa protonica).