staminali referendum

pl@stiko

Utente
8 Maggio 2003
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415
mi sembra che uno dei referendum da votare a giugno indichi l'abrogazione dell'uso delle staminali a livello terapeutico (o sbaglio?)
sarebbe un bel problema se in italia si bloccasse la ricerca così,secondo me stà dando molte aspettative di guarigione per molte malattie gravi e rare,oltre al fatto che forse sarà la soluzione per i capelli.

 

pl@stiko

Utente
8 Maggio 2003
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mi sembra che uno dei referendum da votare a giugno indichi l'abrogazione dell'uso delle staminali a livello terapeutico (o sbaglio?)
sarebbe un bel problema se in italia si bloccasse la ricerca così,secondo me stà dando molte aspettative di guarigione per molte malattie gravi e rare,oltre al fatto che forse sarà la soluzione per i capelli.

 

pl@stiko

Utente
8 Maggio 2003
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mi sembra che uno dei referendum da votare a giugno indichi l'abrogazione dell'uso delle staminali a livello terapeutico (o sbaglio?)
sarebbe un bel problema se in italia si bloccasse la ricerca così,secondo me stà dando molte aspettative di guarigione per molte malattie gravi e rare,oltre al fatto che forse sarà la soluzione per i capelli.

 

paolo83

Utente
6 Febbraio 2005
223
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se si debba o meno andare a votare e' questione del tutto personale e che non ha molto a che vedere con questo tipo di forum...ognuno fa quello che vuole.

io mi riferivo al fatto che si metta in relazione questo referendum con le possibili soluzioni per i nostri capelli.....in questo senso il referendum non ha nulla a che vedere con il nostro problema...mettiamoci una pietra sopra una volta per tutte[:)]
 

xxenergyxx

Utente
14 Marzo 2004
1,641
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Non mi sembra che il voto sia per l'abrogazione delle staminali a livello terapeutico,credo che il problema riguardi l'utilizzo delle staminali embrionali oppure delle staminali adulte.Provate a leggervi l'articolo scritto da Demetrio Neri che si intitola:la ricerca sulle cellule staminali tra etica e politica,si trova tranquillamente con google,almeno vi fate un'idea più chiara.Ciaoooo
 

neroazzurro

Utente
2 Febbraio 2005
441
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Mi accodo a Scuccoball, secondo me, con questi referendum abbiamo
una buona occasione per cambiare in meglio il nostro Paese.
Sono sicuro che ci sarà un'altissima affluenza e spero che vincano i SI.[X]
 

xxenergyxx

Utente
14 Marzo 2004
1,641
3
615
Secondo me la maggior parte della gente che voterà non avrà neanche la più pallida idea del significato di cellula staminale.E' giusto che si voti ma c'è troppa disinformazione.Oltretutto si parla delle staminali come se fossero veramente miracolose ma ci sono moltissimi limiti a dire il vero...tutte le malattie caratterizzate da una componente genetica molto probabilmente saranno difficilmente risolvibili.Le staminali possono essere ragionevolmente una soluzione in medicina rigenerativa in condizioni derivanti da traumi o appunto da malattie a scarsa componente genetica.In Italia la ricerca sulle staminali è autorizzata,ma non sulle staminali di origine embrionale,tutto qui.
 

julian

Utente
11 Maggio 2003
235
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Ragazzi mi dispiace ma è come dice paolo83 e xxenergyxx.
Stavolta la legge che è stata fatta è una buona legge e abrogarla sarebbe un vero peccato.
Studiatevi bene la differenza tra cellule staminali adulte ed embrionali.
Leggete gli articoli dei più grandi medici italiani i quali sostengono la bontà di questa legge.
Soprattutto diffidate da chi fa demagogia e si riempie la bocca con la parola staminali.
 

gio82pac

Utente
21 Giugno 2003
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Citazione:Messaggio inserito da Julian
Ragazzi mi dispiace ma è come dice paolo83 e xxenergyxx.
Stavolta la legge che è stata fatta è una buona legge e abrogarla sarebbe un vero peccato.
Studiatevi bene la differenza tra cellule staminali adulte ed embrionali.
Leggete gli articoli dei più grandi medici italiani i quali sostengono la bontà di questa legge.
Soprattutto diffidate da chi fa demagogia e si riempie la bocca con la parola staminali.



Copio e incollo da www.grazieallavita.org

REFERENDUM 1
Perché gli embrioni sono importanti per la ricerca scientifica?

Gli embrioni sono importanti perché, nei primi stadi di sviluppo, è possibile ricavare le cosiddette cellule staminali. Queste sono cellule particolari che, differenziandosi, possono trasformarsi in qualsiasi tipo di cellule del tessuto umano. Possono essere indotte a divenire, ad esempio, cellule del fegato, del cuore o dei neuroni… Per questo motivo sono dette totipotenti. Grazie a questa proprietà, le cellule staminali embrionali possono rimpiazzare le cellule malate, riparando organi o tessuti umani danneggiati. Grazie a questa proprietà potrebbero curare gravi malattie come infarto, ictus, morbo di Parkinson e di Alzheimer, diabete, distrofie muscolari, lesioni della spina dorsale. La legge sulla fecondazione assistita vieta l’utilizzo delle cellule staminali embrionali.

Le cellule staminali sono presenti solo negli embrioni?

No, possono essere presenti anche in organismi adulti, per esempio nel midollo osseo o nel cordone ombelicale. Le cellule staminali adulte sono conosciute e utilizzate da oltre 40 anni, con risultati alterni. Si sono rivelate efficaci in alcuni campi, per esempio i trapianti di midollo osseo, mentre per altre malattie non costituiscono ancora una terapia solida. Gli esperimenti con le cellule staminali embrionali sono più recenti, e risalgono al 1998. Sembra che quelle embrionali siano cellule più affidabili e promettenti: per questo motivo la comunità scientifica vorrebbe procedere con la ricerca anche sulle cellule staminali embrionali. Si ritiene necessario sostenere tutte le strade possibili della ricerca, per raggiungere il prima possibile il risultato


Che cosa c'entra il diritto alla salute?

Sia i sostenitori del sì che quelli del no riconoscono che l’attuale legge rappresenta un peggioramento della salute della donna. Infatti, ogni volta che un impianto di embrione fallisce, la donna non può ricorrere a embrioni conservati ed è costretta a subire nuovi trattamenti di stimolazione ormonale, generalmente defatiganti, dolorosi e pericolosi (sindrome da iperstimolazione ovarica). Inoltre, poiché i medici sono tenuti a impiantare ogni volta 3 embrioni contemporaneamente, aumenta la frequenza dei parti trigemellari, notoriamente gravidanze a rischio di mortalità materna. Se per le donne sopra i 35 anni può essere opportuno trasferire anche 3 embrioni, a causa della riduzione della fertilità dovuta all’età, nel caso di una donna tra i 30 e i 35 anni il numero di embrioni da trasferire dovrebbe essere minore


 

paolo83

Utente
6 Febbraio 2005
223
0
165
Visto che vanno di moda i copia incolla......queste sono le dichiarazioni del miglior ricercatore staminalista in italia.....che credo voi tutti conosciate (spero)

Angelo Vescovi, uno scienziato italiano di fama internazionale che ha contribuito a scoprire le cellule staminali presenti nel cervello, afferma l’inutilità di creare embrioni per fini di ricerca o a scopo terapeutico e si dice fiducioso circa l’attuale applicazione medica delle staminali adulte.
Vescovi, attualmente Condirettore dell'Istituto di Ricerca sulle Cellule Staminali all'Istituto S. Raffaele di Milano, e consulente della Commissione Britannica per le Cellule Staminali, alla Camera dei Lords (Inghilterra) e della Pontificia Accademia per la Vita, è stato supervisore del progetto del Ministero della Sanità italiana per la creazione di una banca di cellule staminali celebrali umane, così come Vicedirettore della “Neurospheres Ltd”, dell’Università di Calgary (Canada).


“Da staminalista non vedo alcun motivo per creare embrioni da ricerca e nemmeno da terapia – ha messo in guardia –. Soprattutto trovo scorretti coloro che si ammantano di autorevolezza scientifica, si abbottonano il camice bianco, salgono in cattedra …. E dicono il falso, dicono che non esistono alternative alle staminali embrionali”.

“Alcuni di questi sostengono che l’unica sorgente continua e abbondante di cellule per il trapianto sono le staminali derivate dagli embrioni umani”, ebbene, “ non è così”.
Infatti i risultati scientifici testimoniavano che le cellule staminali cerebrali iniettate nel circolo sanguigno dei topi con la forma sperimentale di sclerosi multipla, possono accedere al sistema nervoso centrale e riparare la mielina danneggiata nelle aree infiammate, aprendo così nuove e promettenti strade per lo sviluppo di terapie neuroprotettive per il trattamento di questa malattia.

Vescovi ha spiegato che terapie come quelle per i tumori del sangue, per il trapianto di pelle nelle grandi ustioni, di cornea e di osso di cartilagine, già impiegate nella pratica clinica, come cure salvavita, o in fase di sperimentazione avanzata, “usano proprio staminali adulte, la cui proliferazione in vitro o dopo il trapianto è notevolissima”.

Lo scienziato che si dichiara agnostico,ha detto che, di fronte al dibattito sulle cellule staminali, non ha sopportato le numerose falsità sbandierate dalla disinformazione.

“Ho passato buona parte della mia vita a fare il ricercatore, e non riesco a sopportare la falsità, la disinformazione, anche una certa forma di ignoranza non genuina che intende presentare una tesi preconcetta che si basa su un’ideologia”.

“Sono agnostico e ciò nondimeno è scritto nei miei geni come nei vostri” il dovere di “rispettare la vita, soprattutto la vita umana”, ha spiegato.

“Non riesco a concepire l’idea che per salvare una vita se ne debba costruire una a bella posta per poi distruggerla”, ha ribadito lo scienziato.

Vescovi ha quindi criticato il documento del Comitato Ricerca e Salute che invita a votare “sì” ai quesiti referendari del 12 e 13 giugno circa la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita, dicendo che “presentano in maniera distorta solo una parte del problema”.

Vescovi ha poi spostato il discorso sulla questione dell’inizio della vita: “La cellula fecondata nel momento in cui i gameti si sono fusi, quello è il primo momento in 16 miliardi di anni di vita dell’universo in cui nasce la prima entità biologica che contiene il patrimonio genetico dell’essere umano”.

Lo scienziato ha in seguito rilevato che definire l'embrione “come un grumo di cellule”, come ha fatto la rivista scientifica internazionale Nature, significa fare appello ad un “progresso basato su un pensiero anti-scientifico e anti-razionale”, che alla fine diventa “oscurantista”.

“Oggi assistiamo a degli esempi di opposizione antiscientifica impressionanti”, ha rilevato l’autore del libro. “Non ci sono assolutamente problemi a creare la vita umana e distruggerla. La vita umana si può costruire, manipolare, distruggere, clonare, selezionare geneticamente, però ci sono problemi enormi a sacrificare il topo utilizzato per esperimenti medici”.
 

lulo

Utente
19 Novembre 2004
1,450
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415
Questo VESCOVI poi....nomen omen
Mi fido più di Umberto Veronesi e del Nobel Dulbecco
 

lulo

Utente
19 Novembre 2004
1,450
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COMUNQUE VISTO CHE E' STATA RIPORTATA L'OPINIONE DI QUESTO VESCOVO QUA COPIO E INCOLLO UN INTERVISTA A RENATO DULBECCO



Renato Dulbecco:
La legge 40 è folle. E umiliante per la medicina. Perché impedisce di combattere i killer del nostro tempo. Parola di Nobel.

(Colloquio con Renato Dulbecco). È un'umiliazione per la medicina: non è tenero il giudizio sulla legge 40 del premio Nobel per la medicina e presidente onorario del Comitato scientifico internazionale di Telethon, Renato Dulbecco. Lui se ne sta laggiù, nella terra della speranza per ogni bioscienziato, la California che a stragrande maggioranza ha approvato con uno specifico referendum popolare una disposizione che autorizza e finanzia la ricerca sulle cellule staminali embrionali. E guarda al referendum che aspetta la sua povera Italia con un misto di incredulità e sconforto. No, gli scienziati proprio non capiscono perché, per legge, da un lato si impedisca loro di cercare terapie per i peggiori mali; e, dall'altro, si proibisca di usare quanto hanno scoperto sino a oggi per prevenire la nascita di bambini malformati, destinati a una vita di sofferenze, come fa questa legge con lo stigma sulla diagnosi prenatale. E Dulbecco, presidente emerito del Salk Institute for Biological Studies a La Jolla, è come gli altri: rispettoso di ogni convinzione religiosa, ma profondamente convinto che scienza e religione siano linguaggi affatto diversi, e che, in fondo, la teologia non c'entri niente con la medicina e il suo dovere di curare le malattie: un mandato molto terreno, molto più semplice di qualunque disquisizione etica.

Professor Dulbecco, il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sul referendum abrogativo di quattro articoli della Legge 40-2004. Uno di questi quesiti propone agli elettori di eliminare le norme che vietano qualunque tipo di ricerca scientifica su embrioni a qualunque stadio di sviluppo, estendendo il divieto non soltanto agli embrioni che si produrranno nel futuro ma anche a quelli sino a oggi congelati. Cosa ci perdiamo?
«Sappiamo ben poco di queste cellule. Ma ciò che sappiamo ci indica chiaramente che possono essere la strada per arrivare a battere i grandi killer del nostro tempo, dall'Alzheimer, al Parkinson al cancro».

Alcuni importanti scienziati sostengono che le staminali embrionali non sono indispensabili. E che le terapie più promettenti si incontrano lavorando sulle cellule staminali adulte che non pongono problemi etici. È d'accordo?
«Questo è un argomento di cui si è dibattuto a lungo e su cui è bene essere chiari. Inizialmente si pensava che le cellule staminali potessero essere trovate soltanto negli embrioni, vero e proprio serbatoio di cellule indifferenziate capaci di generare, e quindi rigenerare in caso di malattia, tutti i tessuti del corpo umano. Poi, si è scoperto, invece, che quasi tutti gli organi hanno cellule staminali progredite che hanno funzioni specifiche in quel particolare organo e che possono essere utilizzate per ripararlo. Non solo, altri studiosi hanno riscontrato come queste cellule d'organo possano dar luogo a diversi tessuti, e questa scoperta ha fatto pensare che si potesse rinunciare alle embrionali. Ma non è così. Innanzitutto perché altre ricerche hanno dimostrato che le staminali dei diversi organi non sono così potenti come le embrionali. E poi, perché, comunque noi non sappiamo esattamente quali siano tutte le loro potenzialità».

Insomma, limitare il lavoro scientifico alle staminali adulte significa rinunciare a sapere cosa c'è dietro l'angolo?
«Esattamente. Ma non solo. Perché noi sappiamo bene che, se è vero che le staminali di ogni organo possono essere utilizzate per riparare quell'organo, e che le staminali del midollo osseo possono funzionare in diversi organi, sappiamo anche che le embrionali possono rigenerare qualunque cosa. Dunque, sappiamo che non c'è paragone tra quanto si può fare con le adulte, e già oggi spesso si fa per fortuna, e quello che si farà con le embrionali».

Cinicamente si potrebbe però dire: questi sono studi che pongono problemi etici, lasciamoli fare agli altri, godremo ugualmente dei risultati della ricerca fatta in paesi che hanno una diversa sensibilità religiosa.
«In Italia questa è la regola. Prenda ad esempio la ricerca farmaceutica: un tempo in Italia se ne faceva tanta e di buona qualità, e c'erano industrie in grado di produrre terapie innovative. Oggi, non è più così. L'Italia è solo un mercato di farmaci studiati e pensati altrove che noi ci limitiamo a comprare senza poter influire sul modo in cui sono stati scoperti o sulle regole che ne determinano efficacia e sicurezza. Sarà così anche per le terapie messe a punto grazie alle cellule staminali».

Questo ha dei costi sul piano della modernizzazione del paese?
«Lei che ne dice?».

Condannati all'emarginazione scientifica, dunque. Ma forse anche un po' opportunisti: quanto è etico mettere la testa sotto la sabbia sapendo che tanto poi godremo ugualmente dei benefici delle staminali?
«Se dobbiamo discutere di questi temi, che esulano l'ambito scientifico, io premetto che rispetto tutte le opinioni. Io ho la mia, ma insomma...».

E qual è la sua?
«Penso che dobbiamo cercare di fare bene il nostro mestiere: cercare terapie per le malattie che affliggono l'uomo. E per far questo è necessario che ci diano i mezzi per farlo. Impedirci di lavorare sugli embrioni non ci mette nelle condizioni migliori».

Ma un paletto alla ricerca deve pur esserci?
«Sì, e in molti paesi ci sono limitazioni all'uso degli embrioni umani per la ricerca biomedica che stabiliscono il limite dei 14 giorni dalla fertilizzazione del gamete femminile, oltre i quali scatta il divieto. Mi pare un limite scientificamente ragionevole e accettabile».

È il dettato della legge inglese. Ma il nostro è un paese cattolico.
«È vero, e nel rispetto delle convinzioni di ciascuno possiamo anche discutere ulteriori limitazioni. A molti, a esempio, sembra ottuso il divieto di utilizzare gli embrioni congelati, risultato di precedenti interventi di fecondazione assistita e mai impiantati nell'utero della madre. Sono embrioni destinati a morire, e a essere buttati via: perché non accettare che siano donati alla scienza per la ricerca di nuove terapie».

È quanto chiede l'Accademia dei Lincei. E quanto molti scienziati cattolici indicano come un terreno di compromesso possibile.
«Ho detto che non esprimo opinioni sulle convinzioni religiose, io mi occupo di cose medico-scientifiche. So soltanto che gli embrioni che giacciono congelati basterebbero a lavorare tantissimi anni e a permetterci di scoprire nuove strade».

Un altro dei quesiti referendari riguarda la proibizione, sancita dalla Legge 40, di effettuare diagnosi precoce sugli embrioni. Secondo lei, ha senso?
«Non ha nessun senso. Mettiamoci davanti a questo piccolo numero di cellule che viene chiamato embrione: potergli prelevare una cellula per sapere se è affetto da malattie gravi a me pare un grande progresso medico, molto utile per l'uomo. Proibirlo è un insulto alla medicina».

Non crede allora che questo divieto sia umiliante per i genetisti impegnati a prevenire queste malattie?
«Noi lavoriamo per battere le patologie che affliggono l'umanità. E molto del lavoro dei genetisti ha proprio come
immediata applicazione la possibilità di scoprire le malattie ereditarie. Se la legge impedisce di mettere in pratica questo lavoro, io francamente non capisco perché si continui a fare ricerca scientifica».

Cosa ci preclude allora questa legge?
«Pensiamo alla possibilità che ci offre la terapia genica sull'embrione: prelevare qualche cellula e curare molte malattie terribili che affliggeranno il bambino e l'adulto. Senza il lavoro scientifico sull'embrione questo non sarà mai possibile, ad esempio. Ma l'elenco è lungo».
 

lulo

Utente
19 Novembre 2004
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E QUEST'ALTRA E' UN'INTERVISTA A UMBERTO VERONESI:

09/05/05
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Veronesi: «La legge tutela più le cellule che le donne»

«Ogni giorno almeno 10 mila uova fecondate in normali rapporti di coppia non attecchiscono in utero e muoiono. Circa 300 mila al mese, 3 milioni e seicentomila l´anno. E questo solo in Italia. Una strage di potenziali bambini e, secondo la Chiesa, di anime che non si sa dove vanno. Un eccidio di innocenti inspiegabile».

Umberto Veronesi, ex ministro della Sanità, oncologo e scienziato di fama internazionale voterà sì al referendum di abrogazione di alcuni punti controversi della ormai nota legge 40 che regola in Italia la procreazione medicalmente assistita o fecondazione artificiale.

Professore, secondo lei dove vanno tutti questi ovuli fecondati?
«Da scienziato e ateo rispondo: da nessuna parte. Ma secondo la Chiesa, non essendo battezzati, dovrebbero finire tutti nel Limbo. Ipotesi scartata però da San Tommaso d´Aquino che fissa al terzo mese di vita la comparsa dell´anima. Mentre per l´ebraismo il momento chiave è il quarto mese. Detto questo, ricordo la mia infanzia di bimbo cresciuto in cascina: la mortalità neonatale era allora altissima e ricordo l'angoscia dei genitori per non far finire il loro figlio al Limbo. Quando i piccoli stavano male, chiamavano prima il prete del medico».

Ma allora, quand´è che questo ovulo fecondato si completerebbe con
l´anima?
«Scientificamente potremmo far coincidere l´anima con il pensiero, con la psiche. È ormai provato che il feto pensa, all´ottavo-nono mese. È ragionevole quindi ipotizzare che l´anima esiste se c´è il pensiero. Ed è ragionevole immaginare che l´anima, e secondo il pensiero cattolico la vita, entra nel corpo quando c´è un abbozzo di struttura pensante, di avvio dell´intelligenza. Tant´è che la morte oggi coincide con la morte del cervello: l´espianto di organi vitali è consentito anche dalla Chiesa dopo la morte documentata del cervello. Ma quando l´embrione inizia ad avere questo abbozzo? Questo accade dopo due settimane dall´attecchimento in utero. Prima è solo un ammasso di cellule. Un progetto di essere vivente».

Di essere vivente o di essere umano?
«Uno scimpanzé che cos´è? Un essere vivente con una differenza minima nel genoma rispetto all´uomo. Talmente minima, i geni sono uguali al 99,5 per cento, che potenzialmente potrebbe essere un progetto di uomo. E allora perché non tutelare anche lui? La Chiesa in realtà ha una visione antropocentrica: solo l´uomo conta. Ma io che sono animalista e vegetariano mi chiedo, provocatoriamente, perché non tuteliamo anche gli embrioni degli scimpanzé, anch´essi sono progetti di esseri umani».

Quindi, che cosa non va nella legge 40?
«Innanzitutto che tutela più gli ammassi di cellule che la donna o i feti veri e propri».

In che senso?
«Basti pensare all´inumana proibizione della diagnosi preimpianto per verificare la buona salute dell´embrione. Una palese contraddizione con la legislazione italiana in vigore che prevede l´esame prenatale del liquido amniotico o dei villi coriali, così come l´ecografia già dal secondo mese, che in caso dimostri una malformazione o una situazione grave del feto autorizza la scelta dell´aborto. E credo che nessuna donna ami abortire. Eppure mentre è prevista l´eliminazione di un feto, di un essere umano, si tutela un ammasso di cellule non pensante... Almeno fino a quando non diventa pensante, perché poi l´aborto è ammesso... Sconcertante».

Ma non c´è un rischio di deriva eugenetica?
«Bè, anche l´esame del liquido amniotico o l´ecografia al secondo mese in teoria nascondono il rischio di selezione eugenetica. Forse che poi la differenza non è fatta dall´etica del medico e dall´amore dei genitori in attesa. Non ho mai sentito di un aborto legato al colore degli occhi del futuro bambino. Eppure potenzialmente questo potrebbe accadere... In realtà la legge 40 offende i successi della ricerca scientifica che era arrivata ad anticipare la verifica della salute dell´embrione addirittura a prima dell´impianto evitando drammi psicologici ben maggiori. Offende me scienziato».

E sul numero massimo di tre embrioni da creare e impiantare, per evitare di congelarli?
«Anche in questo esiste una grave contraddizione etica. Se l´embrione è un essere vivente perché ne prevediamo la morte per legge?».

Che cosa vuol dire?
«Semplice, se impiantiamo tre embrioni sappiamo per certo che minimo uno muore, se non tutti e tre. Inoltre i parti plurigemellari sono un rischio per la donna. Allora, o si preleva un ovulo per volta, lo si feconda e lo si impianta. O si preparano più embrioni, si congelano e se ne impianta uno per volta. Questa peraltro è l´ultima indicazione dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms)».

La legge però serviva a regolare una sorta di Far West?
«Parlare di situazione da Far West è un oltraggio per la medicina italiana che in questo campo era al primo posto in Europa. E comunque, come dice il giurista Pietro Rescigno, sarebbe stato meglio il vuoto normativo a una legge lacunosa e contraddittoria».

E il problema degli embrioni congelati «orfani»?
«Ho già espresso più volte il mio pensiero: piuttosto che finire in un lavandino, potrebbero essere fondamentali per la ricerca sulle cellule staminali e altro. Donatori di cellule così come un adulto, constatata la morte cerebrale, può essere un donatore di organi... E poi, quando un domani, studiando le cellule staminali di un embrione, all´estero verrà trovato un farmaco che cura per esempio il Parkinson, i cattolici che fanno?... Non lo prendono?».

Autore:Mario Pappagallo, Corriere della Sera - 15/05/05
 

lulo

Utente
19 Novembre 2004
1,450
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415
E -SECONDO ME- parlando di malattie e cellule staminali mi piacerebbe avere il giuramento da queste persone che si astengono o dicono no che, nel caso di malattie loro o dei loro cari ascendenti discendenti collaterali e affinE, non vi faranno mai ricorso per coerenza scrivendo delle belle parole nei necrologi e attribuendosene il merito.
 

pl@stiko

Utente
8 Maggio 2003
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ok mi sono fatto un'idea,una cosa non capisco però...a che pro dover trovare per forza strade alternative?
da quello che ho letto il 90% dei medici,scienziati dice che sono il futuro della ricerca quelle embrionali,perchè usare le adulte a detta di tutti più difficoltose da lavorare??ieri sera ho sentito che anche lavandosi le mani si perdono cellule...quelle per etica cosa sono?
ho sentito che cellule in stato embrionale non significa per forza embrione umano,ma cellule ad uno stato iniziale che ancora non hanno imput per sapere cosa sono,quindi perchè non usarle?
ora chi è contrario non si lava più le mani?
per etica? e di cosa? uno sulla sedia a rotelle ha etica per volerci rimanere? ok
grazie a tutti per avermi schiarito le idee.

non capisco poi perchè le cavie possono morire e cellule che non hanno nemmeno sistema nervoso per sapere se sentono dolore quindi di umanità hanno poco non si possono usare.
bah....

poi una cosa:
vescovi consulente della Commissione Britannica per le Cellule Staminali, alla Camera dei Lords (Inghilterra) e della Pontificia Accademia per la Vita aggiungo io certo si definisce uno scienziato agnostico però con i soldi della chiesa.

non è attendibile.
 

blackangelion

Utente
21 Ottobre 2004
348
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265
Dulbecco e Veronesi presidenti!!!!!!!!!!!!
Ragazzi ognuno la pensa come vuole va considerare persona un embrione........
Questo tipo di ricerca derebbe un a grossa mano contro molte malattie,ma che darebbe anche la possibilità della fecondazione assistita, precludersi queste possibilità è da sciocchi!!!!
Se poi si vuole dar conto a quello che dice la chiesa che considera un omosessuale un malato,fate voi.....