Un nuovo studio del BMJ afferma che mangiare almeno due porzioni di pesce grasso alla settimana è in maniera significativa associato ad un ridotto rischio di ictus. L'assunzione di integratori di olio di pesce, invece, non sembra avere gli stessi effetti.
In realtà si tratta tratta sostanzialmente di una review sistematica che prende in considerazione 38 studi che hanno coinvolto circa 800.000 persone in 15 paesi comprendendo pazienti con malattia cardiovascolare (studi di prevenzione secondaria), così come persone a basso rischio senza mostrare sintomi di malattia (studi di prevenzione primaria).
L’incremento di sole due porzioni alla settimana di pesci grassi è stato associato ad una riduzione del rischio cerebrovascolare del 4%. Al contrario, i livelli ematici di omega 3 e l’assunzione di integratori di olio di pesce non erano significativamente associati ad un ridotto rischio.
Le motivazioni che possono giustificare questi particolari risultati potrebbero essere diverse. Vediamone alcune: innanzitutto l’assunzione di un cibo fortemente eterogeneo (pesce intero) rispetto all’integratore permette tutta una possibile e vasta gamma di interazioni di sostanze nutritive, come vitamine e amminoacidi essenziali, che si trovano comunemente nei pesci. Inoltre, mangiare più pesce comporta, necessariamente, una riduzione del consumo di altri alimenti proteici quali la carne rossa che, al contrario, risultano essere più dannosi per la salute cerebrovascolare rispetto ai prodotti ittici.
http://www.bmj.com/content/345/bmj.e7219
In realtà si tratta tratta sostanzialmente di una review sistematica che prende in considerazione 38 studi che hanno coinvolto circa 800.000 persone in 15 paesi comprendendo pazienti con malattia cardiovascolare (studi di prevenzione secondaria), così come persone a basso rischio senza mostrare sintomi di malattia (studi di prevenzione primaria).
L’incremento di sole due porzioni alla settimana di pesci grassi è stato associato ad una riduzione del rischio cerebrovascolare del 4%. Al contrario, i livelli ematici di omega 3 e l’assunzione di integratori di olio di pesce non erano significativamente associati ad un ridotto rischio.
Le motivazioni che possono giustificare questi particolari risultati potrebbero essere diverse. Vediamone alcune: innanzitutto l’assunzione di un cibo fortemente eterogeneo (pesce intero) rispetto all’integratore permette tutta una possibile e vasta gamma di interazioni di sostanze nutritive, come vitamine e amminoacidi essenziali, che si trovano comunemente nei pesci. Inoltre, mangiare più pesce comporta, necessariamente, una riduzione del consumo di altri alimenti proteici quali la carne rossa che, al contrario, risultano essere più dannosi per la salute cerebrovascolare rispetto ai prodotti ittici.
http://www.bmj.com/content/345/bmj.e7219