una vera e propria piaga di immani proporzioni, una scaramantica invidia al contrario cristallizzatasi in forme culturali che acuiscono la nostra meschinità intellettuale e spirituale
se ho capito bene cosa intendi, non sono per niente d'accordo.
per quanto mi riguarda, il pensiero di chi ha problemi veri è stata da un lato la chiave più forte per farmi riprendere, e dall'altro mi ha fatto aprire gli occhi sul valore delle cose a prescindere dal mio problema (mi ha fatto pensare seriamente al volontariato, anche se non ne ho ancora avuto la forza e il tempo).
ho pensato: sto crollando e morendo dentro per l'alopecia areata/universale... e se avessi un grave tumore?
e se fossi finito in sedia a rotelle?
e se mi avessero amputato un braccio?
allora RISVEGLIATI, mi son detto, RIPRENDITI! ci sono tante brutte cose per le quali sarebbe comprensibile perdere la voglia e la forza di vivere - senza considerare che talvolta chi le subisce è invece un grandissimo esempio di forza di volontà - e io sono così debosciato da lasciarmi buttare giù da questo problema? così stupido da privarmi di cose di cui il mio problema oggettivamente non mi priva?
è ovvio che il percorso non è stato né semplice né rapido, ma il ragionamento è quello e mi ha portato perfino a vergognarmi della mia passata condizione mentale nel momento in cui, per esempio, vedevo un ragazzo in sedia a rotelle a divertirsi in un locale, o un servizio al tg sui una casa di accoglienza per bambini con il cancro. si, vergogna: vergogna per essermi disperato per una cosa così insignificante davanti alla vera disperazione, vergogna per aver assunto comportamenti autoflagellanti senza alcun concreto motivo.
per me ha funzionato così, e ha funzionato davvero bene.