No Papa, No Party.
Dalla Sapienza, all’Ignoranza.
articolo di paolo liguori
E’ finita male, malissimo. La Sapienza ha perso anche l’occasione di avere un Papa per parlare contro la pena di morte. Benedetto XVI ha rinunciato, dopo le polemiche dei giorni scorsi e l’annuncio di una contestazione giovedi. C’è già stato un segretario della Cgil allo sbaraglio nell’Università di Roma, un Papa sarebbe stato francamente troppo. Così, non ci saranno “intrusioni”. L’Università di Roma resterà libera in mano a piccoli baroni, laici oscurantisti e studenti somari. Avevano paura di un’offensiva bigotta e invece i bigotti sono loro, quelli che hanno paura delle parole. Il Rettore leggerà il messaggio del Papa e gli ” scienziati” di cui non si conosce scoperta si applaudiranno allo specchio, per aver fermato la reazione. Che tristezza. Erano rimasti pochi, pochissimi a dare ancora credito all’Università italiana, in generale molto squalificata. Tra questi, la Santa Sede ancora testardamente convinta che l’istituzione fosse ancora vitale, almeno da salvare. In questo senso, un intervento personale di Benedetto XVI (secondo alcuni oltranzista, secondo quasi tutti gli altri certamente un uomo di grandissima cultura) avrebbe restituito certo prestigio alla Sede, come fu con Woityla in Parlamento. Si può pensare che quel Papa fosse più simpatico, è legittimo. Ma certo non si può dire alla Chiesa quale Papa mandare e dove, altrimenti più che da oltranzisti, si fa la figura da imbecilli. Certo, almeno per un’ora, la Sapienza avrebbe acquistato dimensione mondiale . Invece, non succederà più nulla. Il Papa resta a casa, a noi restano Mussi, i concorsi truccati, i professori ope legis e i programmi di studio da vergognarsi. Tanto, i figli dei ricchi studiano già all’estero.