Il derma non è solo un lusso che uno si concede ?

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Khil io ti apprezzo, sei un uomo e non un adolescente con paturnie. Convieni però del fatto che qui dentro, a volte, si esagera con il vissuto di malattia dell'alopecia androgenetica? La mia battaglia è solo questa! Cercare di ridare un po' di serenità a questi ragazzi che vedono solo i propri capelli, come se il centro dell'universo fosse quello!
Tutto qui. Poi - certamente - uno può anche andare dalla Maga Circe per i capelli, ci mancherebbe altro...
 

brianmay

Utente
6 Giugno 2006
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Citazione:Messaggio inserito da ivobernardini
I dermatologi sono colleghi medici che fanno - bene - il loro lavoro applicando le tecniche ed i presidi terapeutici che esistono. Il problema è la psicosi alopecia che attanaglia ragazzotti che non hanno ancora capito che per il maschio adulto è un fatto FISIOLOGICO e NORMALE. Occorrerebbero dei corsi, delle trasmissioni televisive per spiegarlo che ne so youtube...
Ma non lo capiscono e stanno li' davanti allo specchio a controllare tre capelli in meno, non è vita quella. Ma è un problema da psicologo.


Ma perchè magari fra i gay le cose son diverse.

Però ad esempio per un mio amico di 17 anni che vuol farsi una sana e appagante scopata sono importanti tre capelli.

Perchè a 17 anni puoi menarmelo quanto ti pare(è solo un modo di dire) ma le ragazze non guardano, ne la maturità, ne l'intelligenza, ne se sei interessante, e cose così,son poche quelle che lo fanno.

 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
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Citazione:Questo è un gioco retorico del tutto gratuito, una fallacia logica, una distorsione. Non ho mai preteso sostenere che la sofferenza in sé è patologia, ma è innegabile che la patologia si accompagna sempre alla sofferenza.
Per me patologico è tutto ciò che ingenera patos, che porta dolore e sofferenza e quindi incide sulla qualità della vita.
la tua frase è sufficientemente chiara per evitare distorsioni di presunte distorsioni.Non hai mai preteso sostenere che...di fatto però hai scritto quello, che appare davvero inequivocabile.Accolgo cmq la tua rettifica.
Citazione:Ma la società, malata o meno, e di cui non parlo affatto, (dato che sarei andato abbondantemente off topic) non si guasta certo perché la scienza promuove la qualità della vita, migliorando la salute: la sofferenza in sé non è un valore da ricercare.
qui invece c'è forse l'esercizio retorico di cui accennavi:crearsi un cardine argomentativo per abiogenesi e rispondere a quello.Chi potrebbe mai sostenere che promuovere la qualità della vita da parte della scienza guasti la società?Chi lo ha mai fatto in questa discussione?Chi ha detto che la sofferenza sia un valore da ricercare?
Citazione:Oggi non esiste una vera e propria cura definitiva per l’alopecia androgenetica, ma la possibilità di questa comincia a profilarsi, checche ne dica Ivo o i critici del Disease Mongering, la possibilità di una cura, di un intervento non è in sé affatto immorale.
assolutamente d'accordo su questo, ma perchè allora ricercare la corrispondenza biunivoca tra sofferenza data dalla calvizie = sofferenza per una patologia?Cosa aggiunge tale catalogazione alla dignità del pathos?Cosa aggiunge rispetto a quello di chi soffre perchè ha il naso aquilino e però sa di non avere una malattia?
Citazione:Credere che perdere i capelli sia fisiologico e quindi non sidebba interventire significa pensare in termini ideologici e intolleranti.
vedi, hai già sudddiviso la scienza medica in medici intolleranti e non.....è forse un pò arbitrario (avevi dubbi sull'arbitrio libero...)?

Citazione:Sembra quasi che mi si accusi di non specificare che cosa sia la società come se dare una tale definizione sia qualcosa di pacifico: non lo è affatto e non ci si può impedire di usare certe nozioni primitive (certo non mi posso accontentare di una definizione del tipo: “la società siamo anche noi”). Inutile e impossibile provare a definire in poche righe il concetto di società.
appunto, dunque perchè utilizzare un termine come società nel modo a-problematico in cui lo fai tu e del quale esistono invece svariate declinazioni e molteplici sostanziali sfumature?Il concetto primitivo è società non certo la lettura, possibile indubbiamente, che ne dai tu, o che ne da il tal pensatore.Assumere una visione parziale quanto plausibile come nozione primitiva non aiuta.
Società è proprio uno di quei termini da non utilizzare in modo generico e assiomatico.


Citazione:Fai bene a rivendicare il libero arbitrio (qualunque cosa esso significhi non mi stancherò di credere nella sua esistenza, ma più per un atto di fede che per cogitazione-dimostrazione, in cui peraltro hanno fallito menti meglio dotate della mia) ma non è che la sofferenza per l’alopecia sia dovuta unicamente a un fenomeno di opinione pubblica, di ideologia, e che quindi la cura dell’alopecia risponda a un falso bisogno (bisogno di mostrare una chioma sana) per fini puramente commerciali, una manipolazione pubblicitaria, mediatica o ideologica.
non si tratta evidentemente di fallire nel dimostrare il libero arbitrio non potendosi collocare il medesimo nè in matematica nè in fisica teorica nè strettamente in logica pura.Il quesito sulla sua e su quale esistenza, ontologico della filosofia, si dipana da Platone a Popper passando per Lutero ed Erasmo, Hume e Feuerbach, Kant e Nietzsche.Ma a noi non interessa ripercorrere il dibattito tra determinismo rigido e assoluto libero arbitrio, ci basti partire da una posizione come quella di Popper ad esempio.


Citazione:Allora questi medici che non si preoccupano di deontologia nella definizione di che cosa è patologia e di cosa non è e che parimenti non si fanno scrupoli a lucrare soldi dalle tasche di individui che non considereano malati non vengano a farci anche la morale, poiché non sono loro stessi un esempio di morale.
vedi ancora una volta ritorna il tema iniziale, il dott. Marliani non pensa di farti la morale nel mentre afferma di trattare quella che lui forse non ritiene una patologia.Non ha bisogno di farlo.Il mio link era un dato di fatto non un mònito moralizzatore, ribadisco.Siete voi che ponete la questione insistentemente e appare lecito una volta di più domandarsi perchè si abbia bisogno di inquadrare prima l'antinomia morale/immorale e (per) poi giudicare l'appartenza o meno della calvizie al genere patologie.
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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Citazione:mi riferivo più strettamente a quegli aspetti endogeni, genetici o acquisiti accidentalmente, propri del soggetto, che apportano sofferenza. Per me patologico è tutto ciò che ingenera patos, che porta dolore e sofferenza e quindi incide sulla qualità della vita.

1_ Vedi Kihl, il senso delle frasi non è dato una volta per tutte. Il senso eccede la frase e tentare di isolare una frase nel significato letterale per tentare puerilmente di estrapolarne il senso definitivo, che magari ci vuoi vedere te, è disonesto.
Quindi la frase imputata, che ti ha spinto inutilmente ad accusarmi come apologeta della società dove vi è l'estetizzazione patogenica della sofferenza forse avresti dovuto non assolutizzarla ma collegarla con quello che stava scritto sopra, cioé a quegli aspetti genetici (sono donna e divento completamente calva a 23 anni) o acquisiti (sono donna, mi salvo da un incendio ma riporto una alopecia cicatriziale che mi impedisce di avere una chioma normale.).

Qua ci riferivamo a un discorso clinico, poi, complice anch'io date le tue obienzioni sul concetto di patologia, hai spostato il discorso sul piano sociologico, hai azzardato una definizioncella di società; hai parlato, chissà perché, di libero arbitrio (in modo del tutto acritico). E non fai che replicare in modo strumentale.
Parli di libero arbitrio scrivendo che esso non può collocarsi sul piano fisico, nè tantomento matematico o logico e poi accusi me di utilizzare società in modo intuitivo.
Mi piacerebbe capire su quali basi asserisci questo dato, anche perché ogni processo biologico ha una base nella fisica quantistica, che ha sua volta è una particolare base logico-matematica.
Il pensatore che parlò per primo di determinismo - introducendo una ben desolante dottrina - è stato Laplace, proprio un fisico del periodo classico. Recentemente c'é stato chi ha preteso dimostrare la libertà a partire dai teoremi limitativi della fisica e della matematica: il principio di indeterminaizone di heisemberg e il Teorema di incompletezza per i sistemi assiomatici che esprimono almeno l'aritmetica dei numeri primi, di Kurt Goedel.
Poi non ho capito perché a me dovrebbe bastare la visione popperiana? (se non fossi popperiano?)

Citazione:Assumere una visione parziale quanto plausibile come nozione primitiva non aiuta.

SI ma dove stiamo parlando? Nella sezione di un forum per problemi di capelli Psicologia e Calvizie nel tread Il derma non è solo un lusso che uno si concede? Dovrei anche preoccuparmi se usare o meno il termine società, se lo uso in modo problematico o meno? Io sono uno specialista in studi umanistici, non credo che per utilizzare una parola in un saggio occorra ad ogni passo scrivere una esegesi di quel termine, figuriamoci in un forum che non tratta nemmeno di problemi che hanno a che fare con l'esegesi di quel termine.
E tu, a proposito, come l'hai utilizzato? A, già, a te basta dire che la società siamo anche noi, il che non può che rincurarci.

Citazione:assolutamente d'accordo su questo, ma perchè allora ricercare la corrispondenza biunivoca tra sofferenza data dalla calvizie = sofferenza per una patologia?Cosa aggiunge tale catalogazione alla dignità del pathos?Cosa aggiunge rispetto a quello di chi soffre perchè ha il naso aquilino e però sa di non avere una malattia?

Il naso acquilino è un fenotipo congenito. è una morphé, un tratto connotativo. La calvizie è la perdita di un organo un tratto privativo. (un tratto connotativo applicato ai capelli è grigio, biondo riccio, liscio ecc...)
Per carità, un organo senz'altra funzione se non estetica, ma proprio perché fortemente investito di valore simbolico in tutte le culture del pianeta mi sembra riduttivo bollarne la sua affezione-perdita come non patologica. Qui l'unica categoria pertinente usata in modo a-critico (dal sedicente professionista-medico IVO, ribattezzato affettuosamente dal sottoscritto Sinesio di Cirene) all'origine di questo noioso batti e ribatti è stato patologia: non si può dire semplicemente questo non è patologie senza spiegare che cos'é patologia.
Tu vuoi ridurre la calvizie a un naso aquilino, io, ma credo di essere in ottima compagnia, dico che per motivi antropologici la funzione dei capelli è molto più importante di quella della forma del naso.
Prova a chiedere a una donna se preferisce avere una testa piena di capelli ma avere un naso aquilino o, di contro, essere completamente calva e avere un naso alla francese e vediamo poi su un campione di 1000 donne che cosa ti rispondono.
Il naso non ha lo stesso valore simbolico dei capelli, ma nemmeno qualche cuscinetto di adipe di troppo qua e là o un c**o più o meno sodo. Un semplice difetto estetico non ha lo stesso impatto psicologico della calvizie, Chiedi pure... se sei una donna o un uomo calvo e felice mi rincuoro per te. Io i capelli li ho (e ho pure il naso perfetto) e ci tengo a mantenere i capelli (sia il naso, a Dio piancendo) in perfette condizioni, come tutti gli utenti di questa community, e non credo che una tale preoccupazione sia immorale perciò chiudo il discorso qui, anche perché non ha senso continuare a parlare di aria fritta. Niente di personale, s'intende... buon 2008!






 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
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Citazione:Messaggio inserito da JulienSorel
Citazione:mi riferivo più strettamente a quegli aspetti endogeni, genetici o acquisiti accidentalmente, propri del soggetto, che apportano sofferenza. Per me patologico è tutto ciò che ingenera patos, che porta dolore e sofferenza e quindi incide sulla qualità della vita.

Vedi Kihl, il senso delle frasi non è dato una volta per tutte. Il senso eccede la frase e tentare di isolare una frase nel significato letterale per tentare puerilmente di estrapolarne il senso definitivo, che ci vuoi vedere te è disonesto.

Ti faccio sommessamente notare che anche ove compresa l'intera estensione del tuo scritto, il significato del medesimo non solo non cambia ma addirittura viene specificato ulteriormente nella direzione da me sottolineata, poichè nel quotarti ho preso in esame solo il tuo soffermarti sugli aspetti endogeni e ho omesso quello sugli aspetti genetici o acquisiti accidentalmente.Tu capisci immagino che sotto endogeni, genetici o acquisiti accidentalmente ci stia un mare di cose e non certo solo la calvizie.
Soprattutto ci stanno più cose che non solo in endogeni!
Si tratta semplicemente di prendere coscienza di quanto si scrive.Trovo ozioso e magari poco simpatico mettersi a discutere l'evidente alla portata di chiunque conosca la sintassi, così come sofismare con affermazioni tipo il senso eccede la frase....Il tuo periodo è netto e risonante perdonami, e si presta a considerazioni o cmq ribattute che appaiono doverose.
Lascio senza commento il puerile e il roboante disonesto.



Citazione:Qua ci riferivamo a un discorso clinico, tu l'hai portata sul piano sociologico, hai azzardato una definizioncella di società
ma no dai, ho premesso che banalmente la società siamo anche noi solo per alludere alla molteplicità di teorie che prendono in esame il singolo in quanto attore capace di modifica sostanziale e quindi per sintetizzare il non-valore assiomatico del termine società come da te usato, spesso tirato in ballo nel mezzo dei discorsi come se la versione filosofica o sociologica che se ne dà esaurisse tutti gli altri significati che al medesimo afferiscono.Questo trovo poco corretto da fare in assoluto, soprattutto in questo forum.

Citazione:hai parlato, chissà perché, di libero arbitrio (in modo del tutto acritico). E non fai che replicare in modo strumentale.
Parli di libero arbitrio scrivendo che esso non può collocarsi sul piano fisico, nè tantomento matematico o logico e poi accusi me di utilizzare società in modo intuitivo.
Mi piacerebbe capire su quali basi asserisci questo dato, anche perché ogni processo biologico ha una base nella fisica quantistica, che ha sua volta è una particolare base logico-matematica.
Il pensatore che parlò per primo di determinismo - introducendo una ben desolante dottrina - è stato Laplace, proprio un fisico del periodo classico. Recentemente c'é stato chi ha preteso dimostrare la libertà a partire dai teoremi limitativi della fisica e della matematica: il principio di indeterminaizone di heisemberg e il Teorema di incompletezza per i sistemi assiomatici che esprimono almeno l'aritmetica dei numeri primi, di Kurt Goedel.
cervello e mente umana sono sistemi complessi, neuroscienze, teoria dei sistemi, cibernetica e non ultimi proprio Heisemberg e Goedel ci dicono che esaurire matematicamente un fenomeno biochimico dà sempre luogo ad un certo livello di ambiguità o indeterminazione.Ma il concetto di libero arbitrio si sviluppa, si anima e trova pregnanza nel dibattito filosofico specificamente inteso, allo stesso modo in cui John Locke non è passato alla storia per la teoria dei quanti.


Citazione:poi non ho capito perché a me dovrebbe bastare la visione popperiana? (se non fossi popperiano?)
io ho accennato al libero arbitrio come fenomeno genericamente accessibile anche privi di evidenze scientifiche (!) (anche all'uomo della strada, anche al calvo ignorante dunque) mentre tu hai chiosato un pò spocchiosamente con la citazione sulla sua mancata cogitazione/dimostrazione ad opera delle menti elette.Ti rispondo dunque, anche qui banalmente ma tant'è, che la filosofia non si è occupata soltanto (!!)o non si è occupata che marginalmente di ciò che è dimostrabile matematicamente e che una posizione come quella di Popper o anche di Hume potrebbe rendere ragione dell'accennare al libero arbitrio senza timori d'inadeguatezza logico/matematica!

Citazione:Dovrei anche preoccuparmi se usare o meno il termine società, se lo uso in modo problematico o meno? Io sono uno specialista in studi umanistici, non credo che per utilizzare una parola bisogna ad ogni passo scrivere una esegesi di quel termine.
E tu come l'hai utilizzato? A, già, a te basta dire che la società siamo anche noi, il che non può che rincurarci.rimando
alla nota sopra...

Citazione:Il naso acquilino è un fenotipo congenito. è una morphé, un tratto connotativo. La calvizie è la perdita di un organo un tratto privativo. Per carità, un organo senz'altra funzione se non estetica, ma proprio perché fortemente investito di valore simbolico in tutte le culture del pianeta mi sembra riduttivo bollarne la sua affezioni come non patologiche.

bè, siamo passati dal definire intolleranti e ideologici coloro i quali (i due medici di cui ho linkato ad esempio) non considerano la calvizie una patologia, a titolarli con riduttivi.Mi sembra cmq un passo in avanti.
Per l'appunto proprio nella (tua) dirimente aggiunta iniziale al periodo che di te avevo quotato proprio tu parli di aspetti endogeni, genetici etc....ora... anche ammesso e non concesso che tu possa affermare con inoppuggnabilità che chi perde i capelli soffre più di chi ha un brutto naso, questo sarebbe anche discriminante per decidere chi soffra di una patologia e chi no?!

non ho cmq intenzione di togliere spazio al merito del topic, per cui mi astraggo e mi scuso con vash, buon proseguimento!!

 

carrera

Utente
19 Settembre 2006
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Ragazzi lungi da me qualunque velleità polemica, ma non sarebbe il caso di esibire il dono della sintesi in luogo della raffinatezza lessicale per comunicare su un forum?
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
6,223
11
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intolleranza e riduttivismo sono un po' due facce della stessa medaglia, quindi non prenderla come una conciliazione dirimente. E' che a malinquore ritorno sulle stesse parole e cmq non continuo a sprecare il mio tempo prezioso su questo argomento, tanto più che quale è il fine? convincerti di qualcosa?
 

rockabilly

Utente
16 Settembre 2007
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Io non capisco la polemica...
Invece di mettere in mezzo e non sempre in maniera calzante strutturalisti ed epistemologi perché non lasciamo che siano quelli dell'Organizzazione Mondiale della Sanità a decidere cosa sia una patologia?
Anche ammesso che l'alopecia di qualsiasi tipo non sia una patologia propriamente detta ciò non toglie che a molti causi un botto di problemi. Non è bello vedere ragazzini spelacchiati e donne calve.
E poi la community qui che ci sta a fare? Non mi dite che siamo una sorta di aa... gli alopecici anonimi...


 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
6,223
11
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http://books.google.it/books?id=cAE...&sig=rIFsEpFxyTpIjgHwKbcjZifQX6c#PPA41,M1

Interessante, allora anche l'obesità, secondo un certo punto di vista non sarebbe una patologia e tante altre cose, fra le quali la disfunzione erettile, e tanti altri acciacchi dell'età!!! A pensare come alcuni si tratta solo di superflua massiccia medicalizzazione socio-indotta... Io non sono daccordo, paerché sostenere una visione assolutistica di patologia è ideologico tanto quanto (se non di più) sostenere una ceoncezione più relativista.
cercare le pagine dove compare l'item: baldness.