Già! Sono convinto che una coscienza etica migliori soprattutto la vita terrena, anche se i vantaggi immediati e materiali spesso non ci sono...
Infatti sono famoso per le mie battaglie contro i mulini a vento!! [

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Penso che la vita non sia un tracciato unico, che poi finisce o continua o chissà cosa. La nostra vita è anche vita degli altri: noi portiamo una memoria storica che possiamo negare quanto vogliamo, ma sarà con noi finché avremo concezione del passato; abbiamo un'aspettativa nel futuro, senza la quale non vivremmo o, semplicemente, non saremmo uomini. Tutto, passato e futuro, è in funzione della vita, tutta, nostra e degli altri.
C'è un detto pellerossa che dice questa terra non è nostra, né l'abbiamo ereditata dai nostri padri, ma l'abbiamo ricevuta in prestito dai nostri figli. Per me sintetizza sia l'essere etico sia l'essere spirituale (meglio che religioso), se estendiamo questo proverbio alla vita.
Ma la mia visione non si concilia perfettamente con la dottrina cattolica, che perde fin troppo tempo a rassicurarci sulla paura della morte, che abbiamo già sconfitto, non solo individualmente, ma come intelligenza umana. Basta il fatto di esistere. E non si concentra a sufficienza su questa vita da cui tende a distoglierci col solo fatto di dire questo è così, punto e basta. Questa è la versione commerciale della religione, quella per cui tanta gente ha scatenato guerre e si fa tutt'ora saltare in aria.
In realtà, anche se è paradossale, la religione potrebbe potenzialmente riflettere e, a livelli che non vengono facilmente offerti alla gente, lo fa (per dire, l'ultracitato S.Agostino non era l'ultimo degli scemi).