Citazione:«L'omosessualità è anche genetica»
Ricercatori dell'Università di Padova affermano che anche fattori collegati al cromosoma X che si eredita dalla madre influenzano l'omosessualità maschile
LONDRA - Fattori genetici, combinati con esperienze culturali e precoci, influenzano l’omosessualità maschile, hanno affermato oggi degli scienziati italiani.
Ricercatori dell’università di Padova hanno affermato che i componenti genetici sono collegate al cromosoma X che si eredita dalla madre. Ma ci sono probabilmente componenti genetici in altri cromosomi che potrebbero parzialmente spiegare l’ omosessualità maschile.
«Il fattore chiave è che questi geni influenzano sia l’omosessualità maschile che la maggiore fecondità femminile e sono nella linea materna e non in quella paterna», ha detto in una intervista Andrea Camperio Ciani, responsabile della equipe di ricerca.
Oltre un decennio fa, scienziati negli Stati Uniti affermarono di aver trovato le prove di un «gene gay» nell’ uomo. Altri ricercatori contestarono però la scoperta, affermando di non poterne replicare i risultati.
Camperio Ciani e la sua equipe affermano che la questione potrebbe riguardare diversi geni, compresi quelli sul cromosoma X.
Nella loro ricerca, riportata nei Proceedings of the Royal Society, i ricercatori hanno riscontrato un aumento della omosessualità nella linea materna dei maschi omosessuali oggetto del loro studio, il che suggerirebbe un ruolo del cromosoma X.
«Sappiamo che almeno uno di questi fattori genetici è sul cromosoma X, ma non è sufficiente, devono esserci altri fattori genetici che sono importanti, ma sono altrove», ha aggiunto Camperio Ciani.
I risultati della ricerca sono basati su uno studio compiuto su 98 soggetti omosessuali e 100 eterosessuali e circa 4.600 loro parenti. Gli scienziati hanno comparato la frequenza degli omosessuali maschi sulle linee paterna e materna delle loro famiglie. Tra gli omosessuali è stato riscontrato un gran numero di gay nella linea materna della famiglia, così come una maggiore fertilità tra le loro parenti.
Un interesse precoce nel sesso, prima dell’età di 10 anni, è stato inoltre riscontrato come un segno premonitore di omosessualità, hanno affermato ancora i ricercatori.
«Non possiamo più dire che è impossibile che ci sia un gene che influenza l’omosessualità, perchè abbiamo trovato che dei geni possono avere diversi effetti a seconda del genere», ha detto ancora Camperio Ciani, aggiungendo però che esperienze culturali ed individuali hanno comunque un ruolo.
13/10/2004
Ricercatori dell'Università di Padova affermano che anche fattori collegati al cromosoma X che si eredita dalla madre influenzano l'omosessualità maschile
LONDRA - Fattori genetici, combinati con esperienze culturali e precoci, influenzano l’omosessualità maschile, hanno affermato oggi degli scienziati italiani.
Ricercatori dell’università di Padova hanno affermato che i componenti genetici sono collegate al cromosoma X che si eredita dalla madre. Ma ci sono probabilmente componenti genetici in altri cromosomi che potrebbero parzialmente spiegare l’ omosessualità maschile.
«Il fattore chiave è che questi geni influenzano sia l’omosessualità maschile che la maggiore fecondità femminile e sono nella linea materna e non in quella paterna», ha detto in una intervista Andrea Camperio Ciani, responsabile della equipe di ricerca.
Oltre un decennio fa, scienziati negli Stati Uniti affermarono di aver trovato le prove di un «gene gay» nell’ uomo. Altri ricercatori contestarono però la scoperta, affermando di non poterne replicare i risultati.
Camperio Ciani e la sua equipe affermano che la questione potrebbe riguardare diversi geni, compresi quelli sul cromosoma X.
Nella loro ricerca, riportata nei Proceedings of the Royal Society, i ricercatori hanno riscontrato un aumento della omosessualità nella linea materna dei maschi omosessuali oggetto del loro studio, il che suggerirebbe un ruolo del cromosoma X.
«Sappiamo che almeno uno di questi fattori genetici è sul cromosoma X, ma non è sufficiente, devono esserci altri fattori genetici che sono importanti, ma sono altrove», ha aggiunto Camperio Ciani.
I risultati della ricerca sono basati su uno studio compiuto su 98 soggetti omosessuali e 100 eterosessuali e circa 4.600 loro parenti. Gli scienziati hanno comparato la frequenza degli omosessuali maschi sulle linee paterna e materna delle loro famiglie. Tra gli omosessuali è stato riscontrato un gran numero di gay nella linea materna della famiglia, così come una maggiore fertilità tra le loro parenti.
Un interesse precoce nel sesso, prima dell’età di 10 anni, è stato inoltre riscontrato come un segno premonitore di omosessualità, hanno affermato ancora i ricercatori.
«Non possiamo più dire che è impossibile che ci sia un gene che influenza l’omosessualità, perchè abbiamo trovato che dei geni possono avere diversi effetti a seconda del genere», ha detto ancora Camperio Ciani, aggiungendo però che esperienze culturali ed individuali hanno comunque un ruolo.
13/10/2004