La vitamina D già sotto i 26 ng/ml comincia a innescare un meccanismo di risposta glicemica alto con conseguente entrata in circolo di più insulina del dovuto, questa presenza anomala di insulina starebbe alla base dell'iper produzione di DHT fino a 100 volte di più, fenomeno sostenuto anche dalla libera circolazione di quote superiori di IGF-1 e testosterone liberi non legati alle proteine leganti, cioè l'enzima 5 alfa reduttasi sarebbe iper stimolato a trasformare il testosterone in DHT.
Considerando che la maggior parte della popolazione mondiale sta sotto i 26 ng/ml e che un'eventuale integrazione di vitamina D non risolve questo problema pensiamo a quanto sia importante l'esposizione solare e soprattutto come bisogna farla anche rispetto al proprio fototipo, per i fototipi bassi I e II gli indici UV di riferimento vanno da 2 a massimo 4 e prevedono 10 minuti (davanti e dietro) per i fototipi I e 20 minuti per i fototipi II, mentre per i fototipi III e IV gli indici UV di riferimento vanno da 3 a 5 e abbiamo rispettivamente 20 e 30 minuti, ogni esposizione in costume con il doppio lato (e protezione solare solo a viso e mani) fa salire la vitamina D di un punto sulle analisi, a fine estate per affrontare bene il periodo invernale bisognerebbe stare da analisi a 50 ng/ml, se per esempio le analisi di primavera danno come risultato 15 ng/ml sappiamo che serviranno 35 esposizioni solari totali per arrivare a 50 ng/ml, nell'arco della giornata si possono fare massimo 2 esposizioni, una la mattina e l'altra il pomeriggio
Un andamento normale della vitamina D dovrebbe prevedere per le analisi di primavera un valore di 30 ng/ml considerata la punta minima e a fine estate un valore di 50 ng/ml considerata la punta massima, l'integrazione di vitamina D andrebbe soltanto utilizzata se si sta in forte carenza e comunque almeno sotto i 20 ng/ml, infatti l'integrazione va bene fino a raggiungere i 20 ng/ml, oltre serve l'esposizione solare, attualmente di regola il medico curante dovrebbe prescrivere vitamina D solo in presenza di analisi inferiori a 20 ng/ml, esclusi casi particolari di patologie.
Una delle poche app funzionali per verificare gli indici UV è la UVLens, sempre in mancanza di un rilevatore di indici UV che sarebbe la scelta migliore, ma ovviamente ha un costo.