Marlin ha scritto:
E' un tassello che mancava, però se c'è di mezzo la dermoabrasione, la vedo lunga per un'applicazione sull'uomo. Più che altro per i test da fare per garantire sicurezza e dei protocolli ottimali. Una speranza di accorciare i tempi potrebbe venire se agisse contro l'aga, ossia sui miniaturizzati, che non sono capelli da creare ex-novo, ma già esistenti (anche se piccoli). Qualche possibilità c'è perché nell'articolo si parla di sostanze che stimolerebbero la produzione di FGF9 e WNT, ora proprio di recente Cotsarelis era uscito con la stella alpina che stimola il WNT...mentre le cellule T gamma/delta hanno già dei farmaci agonisti (che si usano peraltro contro l'osteoporosi...), quindi potrebbero esserci delle sperimentazioni immediate.
Ciao
MA - r l i n
ma si parla di DMARDS?
copioincollo questo estratto da un testo di una ricercatrice specialista di reumatologia
Disease modifying antirheumatic drugs, la cui traduzione è Farmaci antireumatici che modificano la malattia. Con questa sigla ci si riferisce a più classi di farmaci associati dal comune
utilizzo nel trattamento delle patologie reumatiche che agiscono sui meccanismi patogenetici (meccanismi dello sviluppo) delle
malattie infiammatorie al fine di rallentare o, meno frequentemente, di interrompere la progressione della malattia. Sono definiti
“farmaci di fondo” perché, a differenza di analgesici ed antinfiammatori non steroidei, non sono semplicemente sintomatici ma
agiscono sui meccanismi che sono alla base delle malattie infiammatorie croniche. La loro azione fondamentale viene svolta a
livello di alcune cellule del sistema immunitario. All’interno della categoria dei DMARDS, come sopra accennato, vi sono diverse
classi farmacologiche, ed in particolar modo possiamo riscontrare farmaci con azione prevalentemente immunomodulatrice e farmaci con azione immunosoppressiva. Alla categoria degli immunomodulatori appartengono la Clorochina e l’Idrossiclorochina (nota con il nome commerciale “Plaquenil”), della famiglia degli antimalarici di sintesi, e un antibatterico quale la Sulfasalazina (il cui nome commerciale è “Salazopyrin En”). I primi due agiscono a livello cellulare attraverso una serie di meccanismi e di tappe che vanno a modulare e ridurre la stimolazione dei Linfociti T, con conseguente riduzione del rilascio di molecole infiammatorie
da parte degli stessi