Apro questo thread, dopo un po di letture, ragionamenti e qualche test pratico.
Il mio interesse nasce dalla lettura dei due studi su dutasteride somministrata a basso dosaggio in decremento di frequenza di applicazione, con microneedling e mesoterapia. Risultati non particolarmente brillanti, schedule di trattamento cervellotico (come sapevano che potevano abbassare la frequenza senza un feedback almeno da misure di dht ematico durante il trial?), ma non trascurabile che sia stato riscontrato un effetto.
Parto da questo punto, perché entrambi gli studi, oltre l'utilizzo di un dosaggio molto basso e decrementato in frequenza, utilizzano il "peggior" veicolo che si possa scegliere per dutasteride, ovvero una soluzione acquosa "mesohair", la cui unica componente lipofila sembrerebbe essere una quantità di silicone.
Da li ho incominciato a leggere ovunque tra articoli e canali vari su Dutasteride e finasteride topica per capire meglio.
Gli studi che ho trovato più interessanti ed in qualche modo per me approcciabili, sono sull'utilizzo di etosomi, nati dopo i liposomi, ma non una recente scoperta.
Gli etosomi sono liposomi generati in idro/glicoalcolica, partendo da una soluzione di fosfolipidi in etanolo/glicole e la molecola che si vuole intrapolare all'interno che viene poi idratata aggiungendo acqua in condizionidi agitazione. Con l'aggiunta dell'acqua, i fosfolipidi la inglobano formando vescicole che conterranno la idro/glicoalcolica all'Interno del cosiddetto "core" del etosoma. Applicando dopo ultrasuoni di una certa intensità e per un tempo definito, le vesicles vengono ridotte di dimensioni, formando etosomi grosso modi sferici e di dimensioni tra gli 8 nm e 500 nm, tipicamente intorno ai 200 nm (o 0.2 micron).
Rispetto ad i più noti liposomi, trovandosi in idro/glico alcolica, questi hanno dimensioni inferiori e maggiore flessibilità/fluidità della membrana che li circonda, pertanto hanno caratteristiche di penetrazione e spreading, superiori ai liposomi e ritengo più appropriate per l'intresse di questo forum, nonché più versatili per gestire attivi lipofili, come fina e duta.
Letti 3 studi chiave su etosomi finasteride (su dutasteride non c'è niente):
-etosomi in lecitina di soia, fosfatidil colina 40% PC 40). formula finale ottimale 3% PC 40, etanolo 30%, glicole 15%. Aumentando etanolo sopra 30% decresce di molto l'entrapping di finasteride. Il sistema è meno sensibile al decremento della % di etanolo , ottima efficienza di "entrapping " di finasteride 85%.Dimensioni: inaffidabili, perche le foto mostrano oggetti da 400 nm circa, mentre il grafico ed il testo parla di 8 nm. Gli autori usano colesterolo: stabilizzatore delle membrane degli etosomi, indicano la quantità utilizzata, ma dimenticano di annotare il batch size. Presumo circa 0.1%. Stesso problema per la concentrazione fina che riporta la stessa quantità. Lo studio prepara anche un gel da questi utilizzando carbomer concludendo che al 1.5% il gel mostra la migliore applicabilità. Gli autori però omettono come di fatto hanno realizzato 1.5% mescolando il gel acquoso, perché questo va a modificare la % finale di tutto. Bottom line: lo studio è pensato bene, ma manca di affidabilità dei dati. Lo ritengo di rilievo, più che altro perché usa una lecitina acquistabile da consumer.
-etosomi finasteride in fosfatidilcolina pura. Lo studio fa uno screening di formulazione lavorando a concentrazioni non superiori al 3% di fosfatidilcolina e gioca anche meno con la concentrazione di etanolo. Raggiunge entrapment 85% come studio precedente, ma è interessante notare che con solo 1% di fosfolipidi (non testati in studio sopra), ottiene lo stesso valore di entrapment. Non viene fatto uso di colesterolo. Leggendo in giro, l'uso del colesterolo, a percentuali in massa dei fosfolipidi piuttosto rilevante, è background dei liposomi che a quanto pare non sono stabili se non coo parecchio colesterolo. Gli etosomi sono invece stabili anche senza. Tuttavia il colesterolo tende ad aumentare un po le dimensioni delle vesicles e pare possa modulare la diffusione della molecola caricata all'interno. Di fatto gli steroli , in natura si trovano esattamente sulle membrane fosfolipidiche, inseriti nel bilayer lipidico nella regione interna idrofobica e essendo molecole planari, riducono la fluidità del bilayer rendendolo più rigido e stabile. Se non vi siete addormentati, memorizzate questo passaggio, perché importante più avanti per il carico e rilascio di molecole come dutasteride.
-invasomes finasteride. Lo studio parte con un presupposto lontano dal nostro interesse, perché si propone di ottenere transdermal delivery di finasteride, quindi punta all'immissione sistemica attraverso somministrazione topica. Allo scopo, inventa questi "invasomes ", che sono degli etosomi molto piccoli da 8 nm e la base veicolante contiene una piccola % di olii essenziali. Gli oli essenziali probabilmente aumentano fluidità di membrana, causando a formazione di strutture stabili, ma con dimensioni molto più ridottr. Gli autori usano 10% di fosfolipidi, quindi considerata la maggior concentrazione e le dimensioni molto ridotte, il numero di vesicles è...mostruoso! Notevole che lo studio su modello animale, misura accumulo di finasteride negli strati profondi della cute e minore quantità negli strati superficiali. Quando la preparazione viene applicata topicamente,centrano il loro obiettivo, perché ottengono diffusione sistemica, registrando un valore di finasteride ematico un po più basso rispetto a orale, ma piu sostenuto nel tempo. La cute satura di finasteride, sembra comportarsi da punto di stoccaggio e di rilascio nel tempo.
Test di preparazione
Procurati:
- lecitina soia PC40 da UK come integratore in polvere sfusa
-fitisteroli 95% (45% betasitosterolo) in capsule, prive di eccipienti
-agitatore magnetico
-bagnetto a ultrasuoni riscaldabile
-gel polvere Pemulen TR-2
La lecitina PC 40 è si raffinata, non paragonabile a lecitina da supermercato che ha trigliceridi resudui e granuli più grossi, ma non è comunque facile da dissolvere in etanolo/glicole. Di fatto la fosfatidilcolina è solubile in etanolo, ma il fosfatatidilinositolo che è il 15% della massa non lo è. Ho usato 1.5% di PC40 in maniera da avere circa la stessa quantità di fosfolipidi solubili nel sistema. Ho dissolto prima 0.1% di fitosteroli nei solventi (è servito un po di riscaldamento e ultrasuoni) e dutasteride allo 0.06%.Come atteso la soluzione non era chiara perché il fosfstidil inositolo non va in soluzione. Dopo ho aggiunto acqua sotto agitazione fino a volume finale per ottenere 30% etanolo, 10% PG. Dopo ho applicato ultrasuoni in 2 cicli da 5 minuti, stimati dalle potenze e tempi degli studi. La torbidita non cambia in maniera visibile tra un ciclo e l'altro. Da test di un amico, che ha rimosso il sedimento della parte insolubile ancora in solventi, rimossa questa la miscela chiarifica anche con soli 5 minuti e non chiarifica ulteriormente cointnuando a sonicare. Gli insolubili non vanno via, perché in etanolo 30% non solubilizzano.
Ho preparato la parte gel in pemulen tr-2 0.1% finale in buffer tris pH 8.0 che è un idrogel acrilico (blandamente acido), dotato di catene laterali idrofobiche C10-C30, ovvero ha capacità di adsorbire molecole lipofile. Ho scelto questo in luogo del carbomer, con l'idea di "bloccare" la quota di dutasteride non intrappolata negli etosomi, per rallentare il rilascio anche di questa parte di dutasteride.
Il gel l'ho preparato allo 0.2% dissolvendo a calore e ho aggiunto in 5 min il gel acquoso alla sospensione di etosomi , sotto agitazione. Tutte le concentrazioni si sono così dimezzate (duta 0.03%). Ho avuto il dubbio se preparare il gel in 30% etanolo e 15% PG, in maniera da mantenere costanti le concentrazioni ed avere un gel microbiologicamente più stabile, ma come prima prova ho preferito fare cosi.
Ho preso accordi con un amico per misurare la distribuzione dimensionale degli etosomi, ma non sono convinto che verranno fuori numeri ben leggibili, perché so per certo che ci sono anche altre particelle insolubili che se di dimensioni simili potrebbero disturbare lettura allo strumento. Con un po di fortuna, dato che la torbidita è visibile , le dimensioni degli insolubili sono sopra i 400 nm, mentre da prova del mio amico che ha rimosso il sedimento ed ha ottenuto totale chiarificazione, gli etosomi dovrebbero dare una curva di distribuzione spostata su un range di dimensioni più piccole.
Non ho ancora usato il gel e per mia fortuna, mi regalano 100 g di fosfatidilcolina pura pharma grade, con la quale fare altre prove e capire che impatto ha la purezza in fosfolipidi solubili sulle dimensioni delle vesicles.
La misura di entrapment è basata su un metodo molto semplice che ho modo di testare.
Altra idea che mi frulla e di fare 2 preparati diversi, integrabili: un giornaliero di invasomes a dosaggio ultra basso, basato sul concetto di prendere poca sistemica da via topica, ma essere sicuri di andare a target ed un settimanale mirato a rilascio lento, modulando con gel assorbente e carico di steroli. Considerato che gli steroli somigliano per idrofobicita e forma a dutasteride, questi competeranno per diffusione, inoltre ci scommetterei che dutasteride, sempre per queste caratteristiche, in un sistema a basso disaggio, viene caricata più che altro sul bilayer come gli steroli. Non vedo problemi di capacità di entrapment a bassa % di steroli, perché la % dutasteride è infima e ben al di sotto quella degli studi, quindi credo ci sia abbastanza spazio per caricare e comunque ho modo di misurare quanto.
Altro "tool" di sistema è l'uso di un amina alifatica che ho procurato (stearlyamine): questa a bassa % attribuisce carica positiva agli etosomi, quindi si potrebbe usare per favorire incollaggio alle cellule e promuovere la fusione su cellule target. Un etosoma fatto così, non va bene per andare sistemico, ma potrebbe frenare sugli strati superiori e non raggiungere concentrazione duta all'altezza giusta. Etosomi molto piccoli e carichi positivamente, potrebbero però andare abbastanza avanti comunque e centrare il target, diffondendo meno, proprio perché andrebbero a incollare/fondere sul loro cammino.
Il mio interesse nasce dalla lettura dei due studi su dutasteride somministrata a basso dosaggio in decremento di frequenza di applicazione, con microneedling e mesoterapia. Risultati non particolarmente brillanti, schedule di trattamento cervellotico (come sapevano che potevano abbassare la frequenza senza un feedback almeno da misure di dht ematico durante il trial?), ma non trascurabile che sia stato riscontrato un effetto.
Parto da questo punto, perché entrambi gli studi, oltre l'utilizzo di un dosaggio molto basso e decrementato in frequenza, utilizzano il "peggior" veicolo che si possa scegliere per dutasteride, ovvero una soluzione acquosa "mesohair", la cui unica componente lipofila sembrerebbe essere una quantità di silicone.
Da li ho incominciato a leggere ovunque tra articoli e canali vari su Dutasteride e finasteride topica per capire meglio.
Gli studi che ho trovato più interessanti ed in qualche modo per me approcciabili, sono sull'utilizzo di etosomi, nati dopo i liposomi, ma non una recente scoperta.
Gli etosomi sono liposomi generati in idro/glicoalcolica, partendo da una soluzione di fosfolipidi in etanolo/glicole e la molecola che si vuole intrapolare all'interno che viene poi idratata aggiungendo acqua in condizionidi agitazione. Con l'aggiunta dell'acqua, i fosfolipidi la inglobano formando vescicole che conterranno la idro/glicoalcolica all'Interno del cosiddetto "core" del etosoma. Applicando dopo ultrasuoni di una certa intensità e per un tempo definito, le vesicles vengono ridotte di dimensioni, formando etosomi grosso modi sferici e di dimensioni tra gli 8 nm e 500 nm, tipicamente intorno ai 200 nm (o 0.2 micron).
Rispetto ad i più noti liposomi, trovandosi in idro/glico alcolica, questi hanno dimensioni inferiori e maggiore flessibilità/fluidità della membrana che li circonda, pertanto hanno caratteristiche di penetrazione e spreading, superiori ai liposomi e ritengo più appropriate per l'intresse di questo forum, nonché più versatili per gestire attivi lipofili, come fina e duta.
Letti 3 studi chiave su etosomi finasteride (su dutasteride non c'è niente):
-etosomi in lecitina di soia, fosfatidil colina 40% PC 40). formula finale ottimale 3% PC 40, etanolo 30%, glicole 15%. Aumentando etanolo sopra 30% decresce di molto l'entrapping di finasteride. Il sistema è meno sensibile al decremento della % di etanolo , ottima efficienza di "entrapping " di finasteride 85%.Dimensioni: inaffidabili, perche le foto mostrano oggetti da 400 nm circa, mentre il grafico ed il testo parla di 8 nm. Gli autori usano colesterolo: stabilizzatore delle membrane degli etosomi, indicano la quantità utilizzata, ma dimenticano di annotare il batch size. Presumo circa 0.1%. Stesso problema per la concentrazione fina che riporta la stessa quantità. Lo studio prepara anche un gel da questi utilizzando carbomer concludendo che al 1.5% il gel mostra la migliore applicabilità. Gli autori però omettono come di fatto hanno realizzato 1.5% mescolando il gel acquoso, perché questo va a modificare la % finale di tutto. Bottom line: lo studio è pensato bene, ma manca di affidabilità dei dati. Lo ritengo di rilievo, più che altro perché usa una lecitina acquistabile da consumer.
-etosomi finasteride in fosfatidilcolina pura. Lo studio fa uno screening di formulazione lavorando a concentrazioni non superiori al 3% di fosfatidilcolina e gioca anche meno con la concentrazione di etanolo. Raggiunge entrapment 85% come studio precedente, ma è interessante notare che con solo 1% di fosfolipidi (non testati in studio sopra), ottiene lo stesso valore di entrapment. Non viene fatto uso di colesterolo. Leggendo in giro, l'uso del colesterolo, a percentuali in massa dei fosfolipidi piuttosto rilevante, è background dei liposomi che a quanto pare non sono stabili se non coo parecchio colesterolo. Gli etosomi sono invece stabili anche senza. Tuttavia il colesterolo tende ad aumentare un po le dimensioni delle vesicles e pare possa modulare la diffusione della molecola caricata all'interno. Di fatto gli steroli , in natura si trovano esattamente sulle membrane fosfolipidiche, inseriti nel bilayer lipidico nella regione interna idrofobica e essendo molecole planari, riducono la fluidità del bilayer rendendolo più rigido e stabile. Se non vi siete addormentati, memorizzate questo passaggio, perché importante più avanti per il carico e rilascio di molecole come dutasteride.
-invasomes finasteride. Lo studio parte con un presupposto lontano dal nostro interesse, perché si propone di ottenere transdermal delivery di finasteride, quindi punta all'immissione sistemica attraverso somministrazione topica. Allo scopo, inventa questi "invasomes ", che sono degli etosomi molto piccoli da 8 nm e la base veicolante contiene una piccola % di olii essenziali. Gli oli essenziali probabilmente aumentano fluidità di membrana, causando a formazione di strutture stabili, ma con dimensioni molto più ridottr. Gli autori usano 10% di fosfolipidi, quindi considerata la maggior concentrazione e le dimensioni molto ridotte, il numero di vesicles è...mostruoso! Notevole che lo studio su modello animale, misura accumulo di finasteride negli strati profondi della cute e minore quantità negli strati superficiali. Quando la preparazione viene applicata topicamente,centrano il loro obiettivo, perché ottengono diffusione sistemica, registrando un valore di finasteride ematico un po più basso rispetto a orale, ma piu sostenuto nel tempo. La cute satura di finasteride, sembra comportarsi da punto di stoccaggio e di rilascio nel tempo.
Test di preparazione
Procurati:
- lecitina soia PC40 da UK come integratore in polvere sfusa
-fitisteroli 95% (45% betasitosterolo) in capsule, prive di eccipienti
-agitatore magnetico
-bagnetto a ultrasuoni riscaldabile
-gel polvere Pemulen TR-2
La lecitina PC 40 è si raffinata, non paragonabile a lecitina da supermercato che ha trigliceridi resudui e granuli più grossi, ma non è comunque facile da dissolvere in etanolo/glicole. Di fatto la fosfatidilcolina è solubile in etanolo, ma il fosfatatidilinositolo che è il 15% della massa non lo è. Ho usato 1.5% di PC40 in maniera da avere circa la stessa quantità di fosfolipidi solubili nel sistema. Ho dissolto prima 0.1% di fitosteroli nei solventi (è servito un po di riscaldamento e ultrasuoni) e dutasteride allo 0.06%.Come atteso la soluzione non era chiara perché il fosfstidil inositolo non va in soluzione. Dopo ho aggiunto acqua sotto agitazione fino a volume finale per ottenere 30% etanolo, 10% PG. Dopo ho applicato ultrasuoni in 2 cicli da 5 minuti, stimati dalle potenze e tempi degli studi. La torbidita non cambia in maniera visibile tra un ciclo e l'altro. Da test di un amico, che ha rimosso il sedimento della parte insolubile ancora in solventi, rimossa questa la miscela chiarifica anche con soli 5 minuti e non chiarifica ulteriormente cointnuando a sonicare. Gli insolubili non vanno via, perché in etanolo 30% non solubilizzano.
Ho preparato la parte gel in pemulen tr-2 0.1% finale in buffer tris pH 8.0 che è un idrogel acrilico (blandamente acido), dotato di catene laterali idrofobiche C10-C30, ovvero ha capacità di adsorbire molecole lipofile. Ho scelto questo in luogo del carbomer, con l'idea di "bloccare" la quota di dutasteride non intrappolata negli etosomi, per rallentare il rilascio anche di questa parte di dutasteride.
Il gel l'ho preparato allo 0.2% dissolvendo a calore e ho aggiunto in 5 min il gel acquoso alla sospensione di etosomi , sotto agitazione. Tutte le concentrazioni si sono così dimezzate (duta 0.03%). Ho avuto il dubbio se preparare il gel in 30% etanolo e 15% PG, in maniera da mantenere costanti le concentrazioni ed avere un gel microbiologicamente più stabile, ma come prima prova ho preferito fare cosi.
Ho preso accordi con un amico per misurare la distribuzione dimensionale degli etosomi, ma non sono convinto che verranno fuori numeri ben leggibili, perché so per certo che ci sono anche altre particelle insolubili che se di dimensioni simili potrebbero disturbare lettura allo strumento. Con un po di fortuna, dato che la torbidita è visibile , le dimensioni degli insolubili sono sopra i 400 nm, mentre da prova del mio amico che ha rimosso il sedimento ed ha ottenuto totale chiarificazione, gli etosomi dovrebbero dare una curva di distribuzione spostata su un range di dimensioni più piccole.
Non ho ancora usato il gel e per mia fortuna, mi regalano 100 g di fosfatidilcolina pura pharma grade, con la quale fare altre prove e capire che impatto ha la purezza in fosfolipidi solubili sulle dimensioni delle vesicles.
La misura di entrapment è basata su un metodo molto semplice che ho modo di testare.
Altra idea che mi frulla e di fare 2 preparati diversi, integrabili: un giornaliero di invasomes a dosaggio ultra basso, basato sul concetto di prendere poca sistemica da via topica, ma essere sicuri di andare a target ed un settimanale mirato a rilascio lento, modulando con gel assorbente e carico di steroli. Considerato che gli steroli somigliano per idrofobicita e forma a dutasteride, questi competeranno per diffusione, inoltre ci scommetterei che dutasteride, sempre per queste caratteristiche, in un sistema a basso disaggio, viene caricata più che altro sul bilayer come gli steroli. Non vedo problemi di capacità di entrapment a bassa % di steroli, perché la % dutasteride è infima e ben al di sotto quella degli studi, quindi credo ci sia abbastanza spazio per caricare e comunque ho modo di misurare quanto.
Altro "tool" di sistema è l'uso di un amina alifatica che ho procurato (stearlyamine): questa a bassa % attribuisce carica positiva agli etosomi, quindi si potrebbe usare per favorire incollaggio alle cellule e promuovere la fusione su cellule target. Un etosoma fatto così, non va bene per andare sistemico, ma potrebbe frenare sugli strati superiori e non raggiungere concentrazione duta all'altezza giusta. Etosomi molto piccoli e carichi positivamente, potrebbero però andare abbastanza avanti comunque e centrare il target, diffondendo meno, proprio perché andrebbero a incollare/fondere sul loro cammino.
Ultima modifica: