Credo che gli ultimi fatti di cronaca, con i focolai che rispuntano ovunque riportino la ragione dalla parte degli esperti che volevano iniziare ad aprire una quindicina di giorni dopo quanto ha fatto il governo (3 Maggio). Si temeva un ritorno, i vari Joe minimizzavano ed ecco qui i focolai che rispuntano dappertutto
MA - r l i n
Al contrario. I grafici mostrano che dopo le riaperture tutte le curve sono andate a scendere in maniera costante, con l'unica eccezione per la curva delle guarigioni, che ha continuato a salire.
Lo spauracchio di questo virus non è la mortalità, paragonabile ad altre patologie e non certo fulminante, bensì l'intasamento ospedaliero che provoca, specie nelle Terapie intensive.
Ora, a dispetto delle previsioni fatte dai cosiddetti esperti, che prevedevano 150mila T.I. occupate, ieri siamo scesi a un misero 71 e in ben 13 regioni siamo arrivati a zero posti occupati.
I focolai? Erano ampiamente previsti e comunque, se provocano contagiati ma non malati, di cosa dovremmo preoccuparci? Questo conferma semplicemente le tesi dei vari Zangrillo, Remuzzi, Gattinoni eccetera che, ben lungi dall'essere "ignoranti", rappresentano invece il top scientifico del Paese ( a differenza dei vari Burioni, Pregliasco e tutti i componenti del comitato (pseudo)scientifico).
Il Paese andava riperto prima, non dopo. Tutta la storia del post-lockdown sta lì a confermare questa tesi. Si chiama realtà dei fatti. E non basta certo un dirigente che va a infettarsi all'estero e poi rifiuta il ricovero, con relativa crisi isterica di Zaia, a ribaltare una realtà così macroscopica ed evidente - tant'è che poi lo stesso Zaia ha dovuto correggersi.
Il paragone con altri paesi è necessariamente ancorato al quotidiano, non potendo prevedere il futuro (chi ci ha provato, con i famosi 150mila posti in T.I. non ha avuto grosa fortuna). Dunque, dire che oggi il Brasile, bersaglio primario del terrorismo mediatico, pur senza lockdown ha più o meno la stessa evoluzione dei Paesi limitrofi con lockdown e, sempre al momento, ha comunque la metà dei nostri decessi in percentuale non è affatto una forzatura: è una fotografia.
Per i decessi vale lo stesso discorso. saranno pure morti alcuni giovani o non anziani, tuttavia i numeri ufficiali dell'Iss ci dicono che l'eta media dei deceduti è 80 anni per gli uomini e 85 per le donne, pari più o meno all'aspettativa di vita. E' un dato di fatto, non un'opinione. Significa che valgono meno? Non di certo! Però è così. E questo dato, da solo, fa crollare tutta la congettura complottistica che sta dietro la colpevolizzazione degli industriali delal bergamasca.
Se poi vogliamo ignoare i dati ufficiali e riconcorrere i titoli giornalistici vabbè, allora voliamo pure con la fantasia e ognuno dica quel che vuole