Non sono molto d'accordo. Ovvio che se non si mettono regole ferree l'esito è scontato. Partendo dal presupposto che lo sci da solo è molto sicuro poiché è sport individuale svolto all'aria aperta, andrebbe normato tutto ciò che ci sta attorno. Si potrebbe partire da un numero di skipass contingentati (tra l'altro non so quanta gente quest'anno sia così propenso a spendere), sarebbero da regolare le file che si creano per prendere gli impianti (si potrebbero fare dei canali da seguire per non avere persone a destra e sinistra, considerando che l'ingombro degli sci aiuta a non avere gente troppo vicina davanti e dietro), da regolare gli accessi alle biglietterie (ad esempio forte incentivo agli acquisti on line e ritiro presso casse automatiche), da regolare tutto ciò che riguarda i negozi di affitto attrezzatura (non molto diverso da un negozio di abbigliamento), da fare attenzione nelle baite per quanto riguarda il consumo all'interno. Per gli hotel il discorso è equivalente agli hotel di ogni altra area. Io penso che una chiusura totale sia deleteria e ingiusta.Eppure c'è poco da fare perché con il turismo sciistico è inevitabile provocare affollamenti in luoghi chiusi e si replicherebbe in inverno quanto visto questa estate che però è una stagione meno propizia di quella fredda per i virus.
Va detto che a Marzo, ossia a fine stagione scorsa si erano tutti buttati in montagna prima del lockdown e avevano fatto una stagione eccezionale, anche da quel movimento è nata la prima ondata e comunque se si tiene chiuso tutta la stagione che alle porte il danno sarebbe notevole.per tutti.
Ciao
MA - r l i n
Credo che la scorsa ondata sia marginalmente frutto della montagna. Il virus ha circolato un mese nelle grandi città e non a caso proprio lì ha fatto i maggiori danni