Stefano io ero nella tua stessa identica situazione, coi capelli ero più bello e si vedeva, ma che possiamo farci?...
I complimenti estetici che mi facevano prima sono quasi svaniti...
da adolesneti è normale vedere solo le cose in superfice e affidarsi all'estetica quindi non è sbagliato il modo in cui ci comportavamo, solo che con gli anni dobbiamo evolverci: anche se non avessi perso i capelli ci sarebbe stato un periodo della tua vita in cui avresti dovuto accettarti: non si rimane belli o completi, che dir si voglia, per sempre.
La calvizie è uno dei tanti problemi che portano la persona a dover crescere prima per accettarsi e accettare gli altri, questa è la differenza sostansiale.
Cmq durante il periodo in cui non mi accettavo ho notato una cosa importante che tutti nel vostro percorso di accettazione noterete sicuramente: una volta che superi l'insicurezza e ti accetti non badi più tanto ai capelli, e ottieni più di quando li avevi, questo l'ho provato sulla mia pelle.
Quando li avevo, e io calcola che li portavo lunghi, quindi il trauma è anche maggiore, ero comunque insicuro mi ricordo bene. Già il fatto di cagarmi sotto solo perchè ero un pò diradato lo dimostra. Perdendoli si era accentuata la mia insicurezza: evitare posti illuminati, evitare di stare al sole, evitare di abbassarmi, non sentirmi all'altezza degli altri, delle donne, ecc. ecc. insomma una tortura.
Ora stò lavorando per superare la mia insicurezza e ai capelli non ci penso neanche più perchè stò notando sempre di più che i fondamentali di una persona più importanti sono ben altri. Non solo ma ottengo di più perchè le persone, comprese le donne mi vedono una persona sicura di me stessa, che alla fine è la cosa più importante. Avere o non avere i capelli se sei un uomo non ti crea molti problemi. Alla fine il più lo facciamo sempre noi, soprattutto quando ci creiamo i problemi senza prima aver visto se effettivamente è un problema reale o se ci siamo creati solo castelli in aria per sentito dire, o solo perchè gli altri non hanno le palle di affrontare le cose.
Ma noi non siamo gli altri.