Università Italiana

khil

Utente
6 Febbraio 2004
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http://www.lavoce.info/news/view.php?id=29&cms_pk=1351&from=index

Per contestualizzare la dimensione e i canali del dibattito sull'università italiana.....questo contributo di Perotti è del 2004 e prende in esame il Ddl Moratti sull'università, rimasto praticamente inalterato.

questo invece è di Giavazzi ed è di pochi giorni fa.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/11_Novembre/14/giavazzi.shtml

questo è uno studio sul rapporto tra costi e produttività dei docenti italiani rapportati a quelli di altri paesi.

http://www.lavoce.info/news/view.php?id=9&cms_pk=1608&from=index

mi pare che il quadro sia completo.
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
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No.

Non lo è se non posto questo articolo dello splendido Ichinohttp://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/11_Novembre/21/ichino.shtml.


Le fonti citate sono tutte caratterizzate da fama di alta imparzialità ed ineludibile valore scientifico.

Citazione:per esempio: pensiamo a un sistema universitario nel quale sia abolito il valore legale della laurea (dove cioè siano abrogate tutte le norme che richiedono quel titolo di studio per accedere a qualsivoglia posto, funzione o beneficio) e nel quale lo Stato non finanzi direttamente gli atenei, ma dia a ogni diciottenne l'80% del necessario per l'iscrizione a una facoltà universitaria liberamente scelta, a suo rischio. A quel punto potremmo lasciare altrettanto libera ogni facoltà di assumere il personale docente e amministrativo secondo le procedure che essa preferisce: se sceglierà male, gli studenti andranno altrove ed essa dovrà chiudere. Forse, paradossalmente, sarà la prima volta che vedremo dei concorsi veri: magari con minor dispendio di verbali e ceralacca, ma con un impegno sostanziale assai maggiore a selezionare le persone più capaci e più adatte, rispetto alle specifiche esigenze effettive.
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
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Come direbbe il geniale Ares,non si può cambiare molto la mentalità di un paese dove il vecchio impedisce il nuovo di crescere. Dove il nuovo viene confuso con rischio o con pericolo. Le nuove generazioni più che imparare dalle vecchie e camminare avanti svolgendo un nuovo modus operandis di vivere e fare, si vedono costrette ad essere posti a margine nei loro confronti, come una sorta di irresponsabili che, in nome di un falso 'sviluppo,' vogliono cambiare il modello vigente senza rendersi conto che gli anziani detengono tutta la saggezza per condurre la situazione di modo ottimale. Cosí essendo, le strutture mummificate ed obsolete vogliono immortalarsi nel potere sia questo a livello di educazione che ad altri livelli socio-culturali, distruggendo nel loro seno qualsiasi forma di innovazione.
Un vero peccato per una nazione che è stata una volta, il centro del mondo!!!
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
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E soprattutto che tutto questo prenda il nome di progressismo!!E che in molti (troppi) ci credano.