Università Italiana

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Soukrates,
che ci siano oasi nel deserto è sicuro. Ma un mio compagno di scuola dalla intelligenza, modestia e dirittura straordinaria che fece l'universita a Roma ad una facoltà scientifica molto difficile prendendo tutti 30 e 30 lode, quando si candidò per il concorso da ricercatore si vide porre l'aut aut della raccomandazione.

Essendo una persona con principi morali, la rifiuto' e venne escluso, anche se all'interno della piccola facoltà in cui aveva studiato tutti lo consideravano come una persona di doti non comuni e senza eguali.

Dovette aspettare un anno per riuscire ad entrare (sempre senza raccomandazione)e adesso anche se vanta articoli e ricerche su importanti riviste internazionali prende 1500 euro al mese.

Questo ragazzo, era ed è un talento, e questo è il trattamento che il sistema educativo che tenti di difendere un po' gli sta dando. Purtroppo non è il solo caso

Detto questo, vorrei sapere se presso la università in cui lavori, i professori contemplano la possibilità di essere valutati dai propri studenti (sia come preparazione che come metodo di insegnamento), raccolgono tali valutazioni e le utilizzano per migliorare il proprio corso e il proprio metodo, e se il voto dell'esame finale dipende almeno al 50% da valutazioni su esami intermedi o lavori presentati durante il corso

se a tutte le domandi mi rispondi no, mi dovresti spiegare

a) quale stimolo hanno i professori a migliorarsi se i destinatari del servizio che loro erogano non possono influenzare il loro lavoro con una valutazione: come si fa a definire bravo un professore in questi casi? è facile fare il professore in contesti del genere...dici la tua predica come un prete in chiesa e aspetti che suoni la campanella...ma ci rendiamo conto che tutto questo è pazzesco e vergognoso? Cosa sono i professori per non essere giudicati e valutati anche dai loro studenti (che sono i loro clienti) per il lavoro che fanno?

b) come si fa a dire che una persona è preparata sulla base di un esame di 30 minuti che verte su 4 o 5 domande?


E questo me lo chiami un sistema serio?
 

soukrates

Utente
3 Aprile 2006
420
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Dovette aspettare un anno per riuscire ad entrare (sempre senza raccomandazione)e adesso anche se vanta articoli e ricerche su importanti riviste internazionali prende 1500 euro al mese.

Relativamente al tuo amico, uno dei due professori con cui lavoro ha una cattedra (nn è ancora associato cmq) lavora come un maledetto e prende circa quanto prende il tuo amico (forse meno). Mi sembra, per quanto posso conoscere la disciplina che studio e cerco di apprendere, una persona intelligente e preparata. Ha dovuto sgobbare come un matto almeno una quindicina d'anni prima di avere la cattedra: purtroppo se l'Università italiana nn ha soldi nn ha soldi (vedi il recente caso legato alla finanziaria con le proteste della Levi Montalcini) e quindi gli stpendi sono bassi, e i ricercatori sono tutti precari. Ma qui entriamo in un discorso infinito: la sperequazione delle risorse è ed è stata enorme a tutti i livelli nel nostro paese, e quando effettivamente si sarebbe potuto fare qualcosa per riformare e rinforzare davvero il sistema universitario (quando cioè i soldi c'erano e non si era in un periodo di crisi come adesso: leggi anni '80 per esempio).
Inutile piangere sul latte versato: a mio avviso una buona soluzione sarebbe tentare di stabilire un sistema misto, ossia finanziamenti statali alle Università, ma anche (in maniera controllata e articolata) dai privati, progressività maggiore delle rette (chi ha soldi paghi in proporzione, chi ne ha meno paghi meno: è già così, ma si mantiene un orientamento che sfavorisce, come del resto la finanziaria odierna, il VERO ceto medio e medio-basso del nostro paese. Basta avere un tot di introiti in più e subito uno finisce nelle fasce alte...)e infine (e qui nn posso che dirmi d'accordo con te) istituire commissioni di controllo VERE sia per quanto riguarda l'amministrazione delle risorse (i consigli di amministrazione attuali delle università sono organi quasi solo rappresentativi) che per la valutazione del rendimento degli insegnanti..

Su questo secondo punto, occorrerebbe fare chiarezza: mi sembra giusto evitare un controllo esageratamente pressante, mentre auspicabile sarebbe una collaborazione fattiva tra docenti e studenti, nell'ottica di un miglioramento della qualità dell'offerta formativa che porti un vantaggio per i discenti stessi in primo luogo, e poi per l'Istituto, che a questo punto si avvarebbe di una migliore didattica e conseguentemente di un maggior numero di iscritti, riuscendo quindi ad aumentare ancor di più le proprie risorse..

Ciò nn toglie, a mio avviso, che la maggior parte (e sono sincero) dei docenti (ripeto che mi riferisco precipuamente all'ambito dellem discipline umanistiche) che ho avuto occasione di ascoltare durante seminari o lezioni, mi è parso davvero esauriente e capace: ovviamente, il dono di saper interessare alla propria materia gli studenti è assai raro, ma ho notato che uno sforzo in questa prospettiva c'è...e spesso. Su questo punto nn sono quindi d'accordo con te, almeno come impressione generale.

Infine, c'è modo e modo di fare un esame, e questo varia di molto: se ci sono diverse persone, per forza un prof deve andar veloce ad esaminarle...e questo si verifica spesso nelle facoltà (come Psicologia e SCienze della Formazione a Firenze) dove esiste un prof ogni 50-60 alunni (e questo sempre in contrasto con quanto sostenuto da altri supra). In ogni caso, mi è capitato in diverse occasioni di essere stato esaminato per almeno 40 minuti..r nn solo a me. NN si può valutare, a mio avviso, una cosa simile a livello generale (parlo smpre di esmai e lezioni): per forza occorre entrare nello specifico, perchè si ha a che fare con persone diverse, e quindi con approcci e comportamenti diversi e nn numericamente valutabili se nn con approssimazione elevatissima (che quindi rende una statistica o una stima a grandi linee a mio avviso irrilevante)..







 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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265
il discorso sarebbe lungo, ma se mi dici che un professore ha tante persone all'appello e che queste devono essere per forza esaminate velocemente...beh, mi stai praticamente dicendo che l'interesse del professore a finire la giornata e ad andare a cena è superiore al diritto di un esaminando a ricevere una valutazione accurata della sua preparazione.

Io non voglio buttare il bambino con l'acqua spo*ca, ma se l'unica protesta arriva quando si toccano i portafogli e non si riesce a vedere molto piu in là di questo, capisci che c'è una importante stortura nel sistema e di questa stortura sono responsabili i professori e il corpo accademico.

Il controllo che tu definisci pressante è pressante per chi è cresciuto (parlo dei professori in generale, non di te) con la mentalità di essere sopra un piedistallo, anche magari essendo preparato, disponibile, dedicato e rispettoso.

Non capisco però perchè gente che insegna al mio MBA (ma è solo il primo esempio che mi viene in mente, non voglio essere autoreferenziale) che in certi casi ha anche piu di 70 anni (il mio professore di Statistica ne aveva 82!) con , per esempio, PhD al MIT e trentennale esperienza di insegnamento nelle migliori Università USA, con incarichi prestigiosi, accetta di essere sottoposto a valutazione senza fiatare da parte di studentelli come me ed altri sotto i 40 anni, mentre il professorini italiano lo ritiene un affronto alla sua rispettabilità.
Senza polemica, spiegami perchè questo accade, e se lo ritieni giusto, cercando di estraniarci per un attimo dalle consuetidini dei nostri ambienti accademici.
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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un'altra cosa che vorrei aggiungere: hai mai sentito parlare nel sistema educativo italiano di una procedura di ricorso contro un voto assegnato da un professore e ritenuto non giusto dallo studente fatta dallo studente stesso?

Negli USA (ma non solo) è la norma averla, e le Università informano in modo accurato su come esercitare questo che è considerato un diritto dello studente

Tu sapresti dirmi la procedura di ricorso per esami della facoltà umanistica di cui parli a Firenze? Qualcuno per la sua facoltà mi potrebbe illuminare? Io non ho MAI dico MAI sentito una cosa del genere quando ero all'Università. Khil, anche tu hai avuto la mia stessa esperienza?

E allora possiamo dire che il re è nudo oppure ci dobbiamo ancora pensare su?

 

zooey

Utente
11 Luglio 2006
642
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Sarebbe lungo rispondere per punti a tutte le questioni sollevate finora.
Riassumendo, penso sia vero che ci sia una sorta di vizio di forma (e spesso anche di sostanza) nel sistema universitario (e non solo) italiano, ma come ha detto Soukrates bisogna esaminare la faccenda più attentamente perché la causa non sono solo i professori.
La causa è, oltre che di alcune componenti del corpo docente, maggiormente politica e anche degli studenti.

Riporto l'esempio della mia facoltà, o meglio, del mio corso di laurea.
Frequento Disegno industriale a Roma.
Cominciamo col fatto che non abbiamo una segreteria autonoma e dipendiamo da Architettura, con tutti i disagi che vi lascio immaginare. Ci sono varie scuole di pensiero a proposito dei rapporti tra i due campi, ma a prescindere da ognuna di esse qui si parla di snellire la burocrazia di una università enorme come la Sapienza.

Il nostro dipartimento non è a portata di studente, cioè c'è uno scambio quasi nullo tra chi ricerca e chi desidera imparare; la biblioteca non è accessibile agli studenti prima del 3° anno. Questo comporta una spesa abbastanza alta per reperire materiale e per fare ricerche approfondite oltre ad internet. Compensano un po' la biblioteca di Valle Giulia (la 2° facoltà di Architettura), le agevolazioni per l'accesso ai musei nazionali e comunali e ad alcune mostre e la comodità di avere tante biblioteche pubbliche in città.

Non è necessario possedere un pc, ma è fondamentale usarlo. I pc delle aule computer anche quando funzionano tutti (raro) sono insufficienti, inoltre sono corredati principalmente dei programmi per architettura o al massimo modellazione 3D, ma per grafica poco o niente.
Quindi: comprati il portatile, anche con le agevolazioni, poi riempilo con i vari programmi necessari. Se non puoi pagare centinaia e centinaia di euro per le licenze (eccetto che per un paio di programmi), cercali crackati così grazie al vecchio governo hai anche il brivido di finire al gabbio o sborsare fino a 9000 euro.
Ho avuto l'esperienza di studiare solo con il pc fisso. Ora avrei fatto il 50% degli esami in meno se non avessi avuto la fortuna di permettermi un portatile sufficientemente potente. (Questo sulle brochure del corso non lo scrivono.)

Passiamo ai professori. Ovviamente sono tutte persone che per forza di cose hanno un mestiere che li impegna. Questo è un vantaggio, ma che può avere conseguenze negative pesanti: orari di lezione allucinanti, ritardi o assenze non comunicate, il terzo appello d'esame regolarmente soppresso, ecc. Per non parlare del fatto che qualcuno di loro, anche se di corsi secondari, ha soltanto la laurea triennale alle spalle.
Di prof me ne sono capitati di tutti i tipi: gente incompetente e umanamente affatto valida, così come persone che mi hanno trasmesso qualcosa, sia a livello didattico sia umano, che per me resta importante.
Comportamenti scorretti non derivano quindi dal fatto di essere professori su un piedistallo, ma di essere mediocri e maleducati, al di là della professione. I più bravi che ho avuto non ci hanno mai rinfacciato il basso stipendio, ma evidentemente continuano a prenderlo con dignità. Dei professori che insegnano allo IED contemporaneamente, la maggior parte si lamenta della paga, ma pochi lasciano il posto. Un conto è dire insegno allo IED, un altro insegno alla Sapienza, anche se allo IED escono i talenti e da noi non s'impara niente.
Mi sono accorto che coloro con i quali ho avuto solo brutte esperienze non li chiamo Professori, ma semplicemente per cognome... senza pensarci, mi viene automatico. Ragionerò un po' alla vecchia maniera, ma sono convinto che essere professore, o maestro, abbia un certo valore, e che il titolo venga dal basso, cioè dagli studenti e dagli alunni.

Per quanto uno se la possa prendere (talvolta giustamente) coi professori e dare la colpa al sistema (ipocrisia, gira e rigira siamo noi), parte della responsabilità ce l'hanno gli studenti.
Nel mio corso di laurea ci sono fior fiori di buoni a nulla parcheggiati il cui unico pensiero è rollare dalle 8 del mattino o elemosinare il 23. Spesso non c'è il minimo interesse ad imparare, ma solo ad arrangiarsi. Questo lo trovo inaccettabile, sia che si parli del livello di responsabilità che devono dimostrare futuri chirurghi, sia di quello di futuri sociologi che anche se scrivono un libro idiota non muore nessuno.
 

soukrates

Utente
3 Aprile 2006
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Citazione:Messaggio inserito da brasileiro
il discorso sarebbe lungo, ma se mi dici che un professore ha tante persone all'appello e che queste devono essere per forza esaminate velocemente...beh, mi stai praticamente dicendo che l'interesse del professore a finire la giornata e ad andare a cena è superiore al diritto di un esaminando a ricevere una valutazione accurata della sua preparazione.


Si può vederla così, ma se si devono far aspettare un centinaio di studenti per tre giorni (a volte accade) allora è meglio fargli aspettare il meno possibile...anche solo per la tensione che sentono, e che diviene estrema quando un appello si prolunga veramente a dismisura...nn so come sia per gli altri, ma l'attesa per un esame la trovo snervante e stancante; attendere per tre giorni in sospeso (o ancora di più) mi sembra parossistico...

Per il resto, mi limito a spiegare meglio quanto intendevo: il criterio di valutazione del rendimento insegnanti è stato introdotto, almeno in via sperimentale, nella mia Università diversi anni or sono (nn ricordo francamente dove altro sia stato sperimentato); nn credo sia andato a buon fine, perchè mi sembra sparito..

Il voto di esame può essere rifiutato, non è obbligatorio accettarlo: una procedura di ricorso per il voto riportato in una prova francamente mi sembra abbastanza inutile: si rischia così di avere una valanga di ricorsi da parte di gente insoddisfatta, ma solo, ad esempio, perchè ha preso 29-28 invece di 30 (e di persone così ce ne sono a bizzeffe) . Occorre poi ricordare che i criteri di valutazione sono elastici e variabili, e che un voto può essere espressione di un giudizio alquanto soggettivo..ed è giusto quindi che un voto sia a sua volta valutato per ciò che è..ossia un indicatore generico della preparazione generica in un dato momento di una persona tale. Se considerato da persone intelligenti, un simile criterio sarà solo ciò che in effetti rappresenta: nn si può valutare la preparazione di una persona in campo professionale o culturale in base al voto della tesi..sarebbe assurdo.
Quindi nn sono d'accordo sul ricorso per il voto (che non è UNA SENTENZA, ma una mera indicazione circa il grado di preparazione acquisito da uno studente)ma sono piuttosto favorevole a commisioni di controllo e garanti, composte da docenti e discenti, che valutino caso per caso, quando richiesto da PIU' di uno studente (un gruppo, diciamo 5?) le irregolarità commesse da un prof..sia a lezione che all'esame, per intendersi...vedi un caso estremo, qualora si arrivasse alle molestie o alle vessazioni psicologiche da parte di chi insegna.

 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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Citazione:
Il voto di esame può essere rifiutato, non è obbligatorio accettarlo: una procedura di ricorso per il voto riportato in una prova francamente mi sembra abbastanza inutile: si rischia così di avere una valanga di ricorsi da parte di gente insoddisfatta, ma solo, ad esempio, perchè ha preso 29-28 invece di 30 (e di persone così ce ne sono a bizzeffe) . Occorre poi ricordare che i criteri di valutazione sono elastici e variabili, e che un voto può essere espressione di un giudizio alquanto soggettivo..ed è giusto quindi che un voto sia a sua volta valutato per ciò che è..ossia un indicatore generico della preparazione generica in un dato momento di una persona tale. Se considerato da persone intelligenti, un simile criterio sarà solo ciò che in effetti rappresenta: nn si può valutare la preparazione di una persona in campo professionale o culturale in base al voto della tesi..sarebbe assurdo.
Quindi nn sono d'accordo sul ricorso per il voto (che non è UNA SENTENZA, ma una mera indicazione circa il grado di preparazione acquisito da uno studente)ma sono piuttosto favorevole a commisioni di controllo e garanti, composte da docenti e discenti, che valutino caso per caso, quando richiesto da PIU' di uno studente (un gruppo, diciamo 5?) le irregolarità commesse da un prof..sia a lezione che all'esame, per intendersi...vedi un caso estremo, qualora si arrivasse alle molestie o alle vessazioni psicologiche da parte di chi insegna.


per quanto riguarda il discorso di attendere tre giorni... un bell'esame scritto rimedia chiaramente al problema, come dice Modigliani sopra. Cosi tutti fanno l'esame allo stesso tempo.


Riguardo il commento sulla valutazione, caro mio, chi sei tu o i professori per porrsi aprioristicamente al di fuori di una valutazione terza? Uno puo' fare teoricamente ricorso al TAR per un esame di maturità non valutato in modo obiettivo, e tu mi dici che negare a priori un diritto di questo tipo ha una importanza inferiore al potenziale numero di ricorsi che ci sarebbero?

Se La valutazione è fatta con criteri obiettivi con esami prevalentemente scritti (e come dice Modigliani l'esame orale spesso non è garanzia di obiettività) il ricorso lo studente non lo fa perchè non ci sono le basi. Tu sei sicuramente in buona fede quando dici i criteri di valutazione sono elastici e variabili ma è proprio questo una garanzia sicura di non ricevere una valutazione accurata e obiettiva ma piuttoso di sottoporsi ad un terno al lotto!

Però tu dici che la noia di dover esaminare molti ricorsi, potenzialmente frutto della arbitrarietà dei professori che si alzano con la luna storta è un diritto che supera quello di difendersi dalla luna storta o arroganza di certi professori.

Beh sei sai l'inglese ti riporto uno stralcio di una università americana che spiega la procedura di ricorso.Credo che se ce la fanno loro ce la possiamo fare anche noi. Altrimenti non lamentiamoci che il governo taglia soldi che non producono altro che nepotismo e inefficienza.


Am I eligible to appeal my grade?
The grade appeal system is one that can require much time from the
student, so the decision to appeal a grade should be made thoughtfully.
Any student at may utilize the grade appeal system if he or she can demonstrate that “an inappropriate grade was assigned as a result of prejudice, caprice, or other improper conditions such as mechanical error, or assignment of a grade inconsistent with those assigned other students.(ricordati dei tuoi criteri elastici e variabili!) Additionally, a student may challenge the reduction of a grade for alleged scholastic dishonesty.”1 It is important to remember that the burden of proof is on the student, except in cases of academic dishonesty, where the burden of proof is on the instructor.
The grade appeal process is not appropriate for students who believe
that the course was poorly designed or the student received poor instruction.
These may be legitimate concerns, but they are more appropriately
addressed by the department head. A claim that the instructor
graded too severely is also not reason to appeal a grade, provided that all students in the class were graded in the same fashion
(sempre riferito ai tuoi criteri elastici e variabili.
Appeals regarding the decision of a graduate examination committee,
acceptance of graduate theses, or the application of professional standards relating to graduate student retention should be directed to the Graduate Council (Young Hall, Room 170).

Did you try to resolve your grade informally?

Students are strongly encouraged to attempt to resolve their concerns
at the lowest level possible. This should first be through the course instructor
or course coordinator, then through the department head. It is
suggested that you keep a record of these attempts to resolve your
grade.

Who is on the Grade Appeal Committee?

Each college/school establishes a committee consisting of two students (undergraduate or graduate depending on the classification of the student submitting the appeal), three faculty members, and a non-votingchairperson. The chairperson of the committee is appointed by the dean of the college/school, and is an assistant or associate dean in the college/school. This chairperson has the authority to grant time extensions at any point during the appeal process, should the chairperson determine that it is warranted. Voting members of the committee will be selected from a pool of at least eight students and eight instructional faculty. The pool is selected according to college/school procedures, and no member shall serve more than two consecutive terms.
 

gordon

Utente
4 Marzo 2004
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915
volevo dire a sokrates che le aziende estere ricercano i migliori cervelli italiani (ne abbiamo anche noi dopotutto), quelli usciti col massimo e provenienti da facolta' attestate (ce ne sono, anche se non molte) e questo e' normale.
Il problema e' che la stragrande maggioranza delle universita' italiane e' un guazzabuglio medioevale! sopratutto quelle umanistiche di cui ho esperienza diretta.

qui in america lo studente paga l'iscrizione all'universita' -----> l'universita' E' AL SERVIZIO dello studente. Tutto quello che costruiscono, tutti gli edifici, le strutture etc. sono PER lo studente. Qua lo studente e' considerato una persona importante, paghi ed hai diritto ad usufruire pienamente di tutto cio' che c'e' a disposizione senza alcuna limitazione. Lo studente e' il CENTRO FOCALE attorno a cui gira tutto il sistema universitario!
In italia, al contrario, mi sono sempre sentito un impiccio per il sistema, un problema da scaricare. Ora mancheranno i soldi e va bene.. pero' e' un casino, e lo studente per conto suo deve imparare a barcamenarsi nel casino.. una volta che ha imparato pero' (almeno cosi' e' successo nel mio caso) diventa tutto assai piu' facile perche' il caos presuppone anche un minor controllo e quindi lo studente gode di una maggiore liberta' (sempre che la sappia sfruttare).
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
1
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La (mia) esperienza e soprattutto i dati sull'università in generale e sulle scienze umanistiche fiorentine (sono di Firenze) sono esplicitamente negativi senza necessità di operare pelosi distinguo.La valutazione media della qualità degli atenei italiani è un dato facilmente estrinsecabile dal rapporto numero di iscritti su numero di laureati, così come dall'altro numero che esprime l'età media in cui ci si laurea.

Così che affermare che stilare giudizi sintetici sull'università non serva a renderne l'idea è sbagliato e infondato.

Perchè o si postula che lo studente italiano sia costituzionalmente peggiore degli altri o si ammette una peggiore qualità del luogo ove egli studia rispetto ad altrove confinanti.

nel merito, ho persone molto vicine laureate in lettere a Firenze in modo impeccabile ed esemplare per velocità (relativa all'ateneo..) e votazioni.Anche in questi casi
il corso degli studi rimaneva e rimane una corsa ad ostacoli senza motivo e senza senso, il rapporto con i docenti dispari anche ove condotto-sempre- con rispetto ma con maturità e consapevolezza delle proprie possibilità e dei propri diritti.Ore di lezione cancellate, spostate, appelli rimandati quando non negati, orari di ricevimento
mai presentati alle segreterie di dipartimento.Questa lungi dall'essere l'eccezione è
la normalità di molte facoltà italiane, nel senso che succede anche di molto peggio:verbali di esami persi, studenti costretti a ripetere gli appelli, docenti che se ne vanno in anno sabbatico prima di terminare la sessione già definita mesi prima, lassità e degrado organizzativo spiegabili solo con il fatto che nessuno deve rendere conto agli studenti di nulla.

ora come si capisce bene i docenti in tutto questo non sono esattamente parte neutra!!
Io non ne conosco che lavorano 14 ore al giorno e non credo assolutamente che ne esistano, a meno che non si abbia un concetto delle 14 ore ampiamente interpretabile.

ma è intuitivo che se la regola, anche solo relativamente generalizzabile, fosse questa
tutto quello che ho scritto prima non sarebbe la realtà che abbiamo vissuto tutti e che ascoltiamo da un pò tutti e soprattutto i due parametri numerici citati all'inizio sarebbero molto diversi.
 

zooey

Utente
11 Luglio 2006
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Ecco, allora non solo il luogo dove studia, ma secondo me anche lo studente italiano è mediamente peggiore degli altri.

Ci si lamenta tanto dei rifiuti, delle aziende ambientali e dell'immondizia che sta ovunque, ma quanti sono quelli che separano correttamente (diciamo che separano) i rifiuti? Però è colpa SOLO del comune se la discarica è arrivata sotto casa tua.

Anche altri servizi pubblici come i trasporti, le poste e l'istruzione dovrebbero essere al servizio del cittadino, ma il cittadino spesso oltre alla polemica se ne strafrega largamente: gli insegnati di mio figlio che fa le elementari o le medie gli hanno sequestrato le figurine? Vado lì e gliene dico quattro: le figurine a mio figlio gliele compro io e lui ci gioca quando gli pare (è veramente successo al mio maestro di recente).
L'università è una bolgia, e questo è super appurato. Nella mia facoltà (e in altre di Roma che ho visto) quasi nessuno risolve o propone alternative costruttive per cercare di limitare i problemi.
Si aspetta l'arrivo del Messia Universitario che ci mette una pezza?

Pochi giri di parole, il sistema e la società siamo noi, mica stiamo nel matrix, ed è troppo comodo lamentarsi e basta. Non si risolvono con uno schiocco di dita i problemi, e proprio perché in fondo siamo coscienti del fatto che potremmo non fare in tempo a godere dei benefici del cambiamento non muoviamo una paglia.
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
1
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No.

il sistema siamo noi dove abbiamo la possibilità di intervenire almeno per legge.Ovvero dove abbiamo strumenti legali e pratici per modificare la situazione, dove quindi non c'è subalternità costituzionale come nel rapporto tra discenti e docenti.

il paragone tra la negligenza di chi non opera la raccolta differenziata e chi subisce
il caos e lo scempio delle università italiane non calza.

soprattutto in quella che rimane a tutti gli effetti l'età formativa per eccellenza ricevere l'imprinting negativo dato da determinati modelli comportamentali e organizzativi non può non rendere assurdamente difficoltoso il cammino verso la laurea.
Che da tutto questo escano studenti peggiori mi sembra davvero solo l'effetto e non mai una concausa del sistema in oggetto.
 

danu

Utente
28 Ottobre 2004
1,868
0
615
Premessa: parlo per me stesso e per ciò che per ora ho avuto modo di vedere nella facoltà in cui studio, ovvero medicina a Cagliari.

-Io non sono molto d'accordo con quello che dice Modigliani, in particolare quando si parla dei compiti sritti: non è sempre vero che sono il metodo migliore di valutazione, ma anzi, secondo me l'orale permette maggiore libertà e possibilità di espressione, e di certo non dipende dall'umore del professore.
-Io poi alla favoletta USA in cui tutto vada bene nelle università e che non ci sia clientelismo non la bevo proprio, sarebbe troppo bello per essere vero.
-Lavori di gruppo?Quando studio non voglio nessuno in mezzo alle scatole, che tanto poi alla fine ci sono due persone che fanno tutto e le altre si grattano, come capitava quando questi lavori li facevo alle superiori.
-Le università americane attraggono molte menti perché mettono a disposizioni i fondi per poter avviare ricerca, non per altro.E poi, che bisogno avrebbero di accettare tutti questi immigranti della cultura?Forse loro non hanno persone con una preparazione profonda come quella degli immigranti stessi?
-Ogni professore ora viene valutato anche qua
-Almeno qua da me, per quanto riguarda medicina e neurobiologia, non mancano certo i fondi e le menti per portare avanti ricerche.

Ma dall'altro lato della medaglia, ci sono gravi problemi:

-Dopo la riforma, certi corsi sono stati compressi, e ciò caua un impoverimento didattico inevitabile, anche se spesso si fa il massimo affinché ciò non avvenga(sempre per ciò che concerne la mia realtà, si tudia e tanto)
-Bisogna mettere il numero chiuso nelle facoltà umanistiche, in tutti i corsi di laurea: è impensabile che si continui in questa maniera.
-Il peggiore: la varie manfrine e clientelismi che, inutile negarlo, affliggono e anzi, flagellano non solo l'università, ma anche l'Italia intera, perché c'è troppa gente che alla fine non fa altro che pensare alle proprie tasche.
-Il futuro lavorativo: spesso anni di sacrificio, è terribilment vero, non vengono riconosciute o non vengono forniti gli strumenti per poter cogliere i frutti stessi della propria preparazione, cosa che fanno eprò negli USA.

Come avrete notato, non è cosa molto facile generalizzare.

 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
1
615
Citazione:Messaggio inserito da Danu
Premessa: parlo per me stesso e per ciò che per ora ho avuto modo di vedere nella facoltà in cui studio, ovvero medicina a Cagliari.

-Io non sono molto d'accordo con quello che dice Modigliani, in particolare quando si parla dei compiti sritti: non è sempre vero che sono il metodo migliore di valutazione, ma anzi, secondo me l'orale permette maggiore libertà e possibilità di espressione, e di certo non dipende dall'umore del professore.


questo non ha il minimo senso, come si può affermare che l'esito dell'esame orale di certo non dipende dall'umore del professore?Ci saranno casi in cui ciò è vero, ma appare ovvio come un rapporto dialogale e de visu si presti molto di più di un esame scritto ad essere condizionato dalle reciproche simpatie o antipatie, dall'umore del giorno e da tutto quanto interferisce in tutte le valutazioni fatte all'impronta.
 

xxenergyxx

Utente
14 Marzo 2004
1,641
3
615
quoto in pieno khil,ci sono professori che se hanno la luna storta sono anche in grado di bocciare tutti i presenti all'orale,nonostante le prove scritte siano state superate egregiamente.
In particolare mi ricordo che ad un esame orale di un mese fa un professore è stato molto innervosito dall'atteggiamento strafottente di una mia collega di studi e dopo essersene lamentato ha iniziato a fare domande ad hoc,come se volesse scandagliare i punti deboli di ogni interrogato...certo che se uno è onniscente qualsiasi prova può risultare facilmente superabile.
 

zooey

Utente
11 Luglio 2006
642
0
265
Nessuno nega che ci sia gente del genere, ho conosciuto io stesso professori così, e nemmeno pochi.

Voglio fare un ragionamento ancora più semplice...
Frequento l'università e mi trovo in una bolgia, i problemi iniziano subito e continuano fino alla laurea: burocrazia scoraggiante, programmi inadeguati, comunicazione inesistente tra istituzione e studente, ecc.

Non servono pelosi distinguo, ne bastano pochi: da un lato il comportamento di certi professori, e ok; poi, dato che anche loro si lamentano dell'università, mi accorgo che c'è un ulteriore problema che colpisce sia me sia loro, a livello diciamo gestionale, di organizzazione.

Mi incavolo come una biscia: paese di m**da, governo ladro, magna a uffa, eccetera eccetera...
Passata l'arrabbiatura al 99% accetto momentaneamente la cosa, mi dico che alla fin fine la cosa che più mi conviene fare è sbrigarmi ad uscire da questo schifo e guadagnarmi da vivere, perché chi me lo fa fare investirci energie...

Però voglio pensare a quelle persone una ad una: il professore che mentre mi esamina risponde al cellulare senza nemmeno scusarsi, la bidella che chiude la sede mezz'ora prima perché vuole tornare a casa, la segretaria che non sa mai niente di quello che decidono al piano di sopra, la signora della presidenza che se vado a dirle guardi che il prof. XY non si è presentato all'appello d'esame mi dice questo è il numero, chiamalo te, e tutti gli altri... fino al politico che guarda storto qualche incartamento con scritto RISOLVERE I PROBLEMI DEL MONDO - CAPITOLO I - L'UNIVERSITA' E LA RICERCA e non gli va nemmeno di iniziare a pensarci...

Non sono stati fabbricati, non sono nati nel loro ruolo, ma avranno studiato... facendo il nostro stesso percorso.
Da come dici tu, anche noi siamo destinati ineluttabilmente a diventare dei burocrati irrispettosi e su un piedistallo, perché questa è l'educazione che ci hanno impartito.
Non possiamo in nessun modo modificare leggermente un sistema che non ci piace. Inoltre dobbiamo credere che qui in Italia sia stato sempre così, e che in altri Paesi per un dono o un caso le cose funzionino bene.
Io non lo penso, e voler arrendersi di fronte a qualcosa che sembra chiuso ma non lo è mi pare un po' da paraventi...
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
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No.(!!)

Nessuno ha parlato di resa di fronte all'insormontabile.Nemmeno del caso che avrebbe scelto per noi questo stato di cose mentre per altri paesi corsi diversi.Si tratta solo di un'analisi, credo realistica.Dopodichè, di fronte all'inaccettabilità ulteriore di questa università si tratta quantomeno di convergere sulla tesi da proporre per la risoluzione dei suoi problemi:la soluzione è che si riscrivano le leggi che regolano il rappporto tra docente e studente, che si stralci la difesa ad oltranza della categoria
professori, che si introducano norme di valutazione ciclica di questi ultimi.Nella quale valutazione entri in gioco anche il parere del 'corpo' discente.Tutto qua.

dopodichè è ovvio che all'interno di quel mondo ognuno fa il suo meglio, e bravo chi lo fa anche bene, ma bisogna fissare una volta per tutte cosa sia imprescindibile e improcrastinabile cambiare.L'università è i suoi docenti.Cambiamo quelli o il loro modo di approcciare l'insegnamento e avremo laureati migliori, più preparati e in numero maggiore.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Citazione:Messaggio inserito da xxenergyxx
quoto in pieno khil,ci sono professori che se hanno la luna storta sono anche in grado di bocciare tutti i presenti all'orale,nonostante le prove scritte siano state superate egregiamente.
In particolare mi ricordo che ad un esame orale di un mese fa un professore è stato molto innervosito dall'atteggiamento strafottente di una mia collega di studi e dopo essersene lamentato ha iniziato a fare domande ad hoc,come se volesse scandagliare i punti deboli di ogni interrogato...certo che se uno è onniscente qualsiasi prova può risultare facilmente superabile.


Se la tua collega di studi gli avesse prima fatto un pompino avrebbe preso trenta e lode; e ve ne sareste giovati tutti.
L'Università italiana va avanti con parentele, politica, cordate massoniche e sesso (ma tanto)...
Produzione scientifica = zero. Mooolte chiacchiere. Docenti imboscati, che insegnano 25 ore l'anno.
Ricercatori - con mania di protagonismo - che vi chiedono la minima riga per esorcizzare la loro frustrazione e bocciano tutti.
[X][X][X]