Riporto una intervista di alcuni anni fa di Modigliani, e sarei interessato a sapere dagli studenti italiani piu giovani quanto c'è di vero.
ciao
Modigliani: Servono numero chiuso e competizione tra gli atenei
La ricetta del Premio Nobel per rilanciare l'università italiana e attrarre i cervelli.
L'università americana è un luogo straordinario di ricerca e innovazione, mentre quella italiana è bloccata da nepotismo e burocrazia.
Con queste parole, e il suo ben noto tocco diplomatico, il professor Modigliani aveva commentato le ragioni della fuga dei cervelli italiani all'estero, intervenendo a New York alla prima Riunione Annuale di Nova (l'associazione di Studenti ed ex alunni italiani di Mba negli Usa).
Un giudizio duro, che abbiamo cercato di comprendere meglio andando a trovare il professore nel suo ufficio all'MIT di Boston , che da più di trent'anni rappresenta il suo laboratorio di ricerca e il suo personale osservatorio della realtà italiana ed internazionale.
Un approccio didattico pragmatico e una forte interazione intellettuale. Il primo elemento di straordinarietà del sistema USA, a detta di Modigliani, è l'ambiente che si crea all'interno degli atenei, un ambiente vivo e stimolante, in cui l'apprendimento e lo scambio d'idee rappresenta un obiettivo reale, perseguito con coerenza. Attraverso quali strumenti? Innanzi tutto l'approccio didattico. Un approccio - dice il Professore - basato sulla combinazione di strumenti di base (statistica, matematica, lingue, e metodi di ricerca operativa a carattere quantitativo) con un senso coltivato della rilevanza dei problemi correnti.
Elemento chiave è l'importanza attribuita alle lezioni, che non sono la noiosa ripetizione delle cose scritte sui libri. Sono estremamente importanti e gli studenti ci vanno perché capiscono di imparare veramente, perché c'è una grande enfasi sull'interazione tra studenti e professori.
La tipica classe di un corso universitario e post-universitario negli Usa è di poche decine di persone. La partecipazione è, quindi, non solo possibile, ma diviene un'abitudine radicata ed è attivamente stimolata dagli insegnanti, fino a costituire una parte determinante del voto finale. Su queste basi, nelle università Usa è possibile impiegare il metodo un po' socratico di imparare attraverso la discussione.
A ciò si aggiunge una collaborazione molto stretta tra gli studenti. Questa collaborazione è incentivata dai docenti che assegnano compi
ciao
Modigliani: Servono numero chiuso e competizione tra gli atenei
La ricetta del Premio Nobel per rilanciare l'università italiana e attrarre i cervelli.
L'università americana è un luogo straordinario di ricerca e innovazione, mentre quella italiana è bloccata da nepotismo e burocrazia.
Con queste parole, e il suo ben noto tocco diplomatico, il professor Modigliani aveva commentato le ragioni della fuga dei cervelli italiani all'estero, intervenendo a New York alla prima Riunione Annuale di Nova (l'associazione di Studenti ed ex alunni italiani di Mba negli Usa).
Un giudizio duro, che abbiamo cercato di comprendere meglio andando a trovare il professore nel suo ufficio all'MIT di Boston , che da più di trent'anni rappresenta il suo laboratorio di ricerca e il suo personale osservatorio della realtà italiana ed internazionale.
Un approccio didattico pragmatico e una forte interazione intellettuale. Il primo elemento di straordinarietà del sistema USA, a detta di Modigliani, è l'ambiente che si crea all'interno degli atenei, un ambiente vivo e stimolante, in cui l'apprendimento e lo scambio d'idee rappresenta un obiettivo reale, perseguito con coerenza. Attraverso quali strumenti? Innanzi tutto l'approccio didattico. Un approccio - dice il Professore - basato sulla combinazione di strumenti di base (statistica, matematica, lingue, e metodi di ricerca operativa a carattere quantitativo) con un senso coltivato della rilevanza dei problemi correnti.
Elemento chiave è l'importanza attribuita alle lezioni, che non sono la noiosa ripetizione delle cose scritte sui libri. Sono estremamente importanti e gli studenti ci vanno perché capiscono di imparare veramente, perché c'è una grande enfasi sull'interazione tra studenti e professori.
La tipica classe di un corso universitario e post-universitario negli Usa è di poche decine di persone. La partecipazione è, quindi, non solo possibile, ma diviene un'abitudine radicata ed è attivamente stimolata dagli insegnanti, fino a costituire una parte determinante del voto finale. Su queste basi, nelle università Usa è possibile impiegare il metodo un po' socratico di imparare attraverso la discussione.
A ciò si aggiunge una collaborazione molto stretta tra gli studenti. Questa collaborazione è incentivata dai docenti che assegnano compi