Attualmente sto assumendo i seguenti integratori: Pigenil (a base di pigeum africanum), Flogmev (curcuma, ananas e quercetina),entrambi prescrittimi dall'urologo come terapia per la prostatite. Dato che essi hanno anche una blanda azione anti dht (il pigeum contiene infatti beta sitosterolo), per prendere due piccioni con una fava, approfitto degli effetti di queste sostanze anche a fini tricologici associando ad esse 1 cps. di Prostafactors (rigorosamente durante i pasti) e 2 - 3 cucchiaini di olio di cocco al giorno. Come prodotti ad uso topico utilizzo il Folligen e un Minoxidil galenico al 5%.
Le mie impressioni sui risultati conseguenti all'assunzione di questo pacchetto di integratori naturali, con particolare riguardo agli effetti collaterali (sul piano dell'efficacia anti calvizie è un po' presto per pronunciarmi), sono più che buone. Non accuso sides a livello dell'apparato uro-genitale (grazie all'azione anti infiammatoria dei primi due integratori), riscontrando, con mio grande sollievo, un sensibile aumento del desiderio sessuale e, dunque, il recupero della piena efficienza sotto questo profilo. Aggiungo che l'olio di cocco mi procura un effetto benefico a livello della massa muscolare.
Mi sorge un solo sospetto (considerata la mia lunga esperienza pregressa con la serenoa repens): non sarà che l'assenza di effetti collaterali (cioé quelli, sia pur in scala di gran lunga ridotta, propri di tutti gli anti dht ufficiali) sia dovuta soltanto al BASSO DOSAGGIO della serenoa? E non sarà che tale assenza sia d'altra parte sintomatica di una scarsa efficacia di tali sostanze sul piano antiandrogenico (e dunque, in definitiva, altresì anticalvizie)?
Difatti, pur assumendo l'olio di cocco in quantità industriali (per due giorni di seguito ne avrò ingurgitato l'equivalente di 5 - 6 cucchiai normali), non mi capita di avvertire alcuno di quei sintomi caratteristici delle sostanze ufficialmente riconosciute come anti dht (serenoa e finasteride). Di contro, 2 - 3 cps di Prostafactors mi procurano (cioé, mi procuravano) quelle inconfutabili sensazioni fisiche tipiche delle sostanze anti dht (ritenzione idrica, stanchezza, disfunzioni sessuali ecc.:sia pur, ripeto, in scala molto ridotta rispetto alla finasteride).
Tutto questo per arrivare alla seguente conclusione (personalmente, pure corroborata da una premessa implicita, non so se sbagliata: e cioé che gli effetti collaterali di una sostanza sono anche indicativi della sua efficacia antidht,e, dunque, della sua appurata funzione anticalvizie): non sarà che la scienza tricologica attribuisce una qualche efficacia terapica ad un solo antidht naturale, la Serenoa appunto, per ragioni che prescindono dalla presenza degli acidi grassi, ed in parte ancora non chiare e spiegabili (un po' come accade per il minoxidil)?
Insomma: è ragionevole o meno sospettare che altri integratori, pur contenenti acidi grassi ed altre sostanze sicuramente valide sulla carta siano in realtà, per usare un' espressione tranchant e che qui va di moda, acqua fresca o poco più?