Citazione:Messaggio inserito da ivobernardini
No. Sono stati proprio i giuslavoristi a creare delle fattispecie contrattuali ASSURDE che non esistono in alcuna nazione al mondo (job-on-call, job-sharing, co-co-co, co-co-pro) una selva assurda i cui anche ragazzi di 40 anni - ingegneri o magari plurilaureati - si debbono barcamenare. E la colpa è precisamente di quei pacchetti di legge perchè il paese negli anni '60 era ricchissimo e sviluppato e il contratto di lavoro era uno e uno solo. Ora tu vai in una fabbrica a fare l'integrativo e, su 30 dipendenti, ce ne sono 25 con contratti atipici o diversi o parasubordinati. Tutti con pochi contributi previdenziali e non avranno un cavolo di pensione. E' una VERGOGNA.
E anche il Papa ne ha parlato ieri del precariato diffuso.
[|)]
Il punto è questo.
Secondo me non di giustifica, ad esempio, anche giuridicamente, la fattispecie della cd. collaborazione coordinata e continuativa a progetto: un rapporto di lavoro o è autonomo, cioè caratterizzato da mancanza di vincoli o è subordinato, caratterizzato dalla cd. eterodirezione, cioè ordini e direttive nonchè soggezione a potere disciplinare del datore di lavoro.
Tertium non datur.
Biosgnerebbe operare una scelta, anche a livello legislativo.
Si dà, infatti, per scontata, la necessità di maggiore flessibilità.
Beh, questa necessità essenziale è tutta da dimostrare.
Resto convinto, infatti, che garantendo un minimo di tutela tutta l'economia ne risenti positivamente.
Riguardo ai privilegi di certo pubblico impiego, posso dare ragione a khil: ci sono situazioni, anche in Tribunale, qui a Roma, francamente imbarazzanti.
Il problema è che non funzionano i controlli.
Anche i dirigenti, deputati per legge ad esercitare il potere di vigilanza nonchè quello disciplinare sui sottoposti, sono, spesso, conniventi.
Bisognerebbe operare delle scelte decise a livello legislativo, ritornare a pensare anche legislativamente il contratto a tempo indeterminato come forma davvero normale di rapporto di lavoro, e considerare i contratti nuovi delle vere eccezioni, strettamente limitate e vincolate al rispetto di requisiti strettissimi.[X]
No. Sono stati proprio i giuslavoristi a creare delle fattispecie contrattuali ASSURDE che non esistono in alcuna nazione al mondo (job-on-call, job-sharing, co-co-co, co-co-pro) una selva assurda i cui anche ragazzi di 40 anni - ingegneri o magari plurilaureati - si debbono barcamenare. E la colpa è precisamente di quei pacchetti di legge perchè il paese negli anni '60 era ricchissimo e sviluppato e il contratto di lavoro era uno e uno solo. Ora tu vai in una fabbrica a fare l'integrativo e, su 30 dipendenti, ce ne sono 25 con contratti atipici o diversi o parasubordinati. Tutti con pochi contributi previdenziali e non avranno un cavolo di pensione. E' una VERGOGNA.
E anche il Papa ne ha parlato ieri del precariato diffuso.
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Il punto è questo.
Secondo me non di giustifica, ad esempio, anche giuridicamente, la fattispecie della cd. collaborazione coordinata e continuativa a progetto: un rapporto di lavoro o è autonomo, cioè caratterizzato da mancanza di vincoli o è subordinato, caratterizzato dalla cd. eterodirezione, cioè ordini e direttive nonchè soggezione a potere disciplinare del datore di lavoro.
Tertium non datur.
Biosgnerebbe operare una scelta, anche a livello legislativo.
Si dà, infatti, per scontata, la necessità di maggiore flessibilità.
Beh, questa necessità essenziale è tutta da dimostrare.
Resto convinto, infatti, che garantendo un minimo di tutela tutta l'economia ne risenti positivamente.
Riguardo ai privilegi di certo pubblico impiego, posso dare ragione a khil: ci sono situazioni, anche in Tribunale, qui a Roma, francamente imbarazzanti.
Il problema è che non funzionano i controlli.
Anche i dirigenti, deputati per legge ad esercitare il potere di vigilanza nonchè quello disciplinare sui sottoposti, sono, spesso, conniventi.
Bisognerebbe operare delle scelte decise a livello legislativo, ritornare a pensare anche legislativamente il contratto a tempo indeterminato come forma davvero normale di rapporto di lavoro, e considerare i contratti nuovi delle vere eccezioni, strettamente limitate e vincolate al rispetto di requisiti strettissimi.[X]