Bel Paese il nostro, coi provvedimenti Treu (Ulivo) e Biagi (CdL) abbiamo precarizzato - e condannato alla tragedia della miseria - una intera generazione di giovani, secondo le C.D.Lavoro della CGIL dell'Emilia Romagna il 92% dei nuovi contratti di lavoro degli infra35enni sono PRECARI! Complimenti ai nostri padroni del vapore che si garantiscono la pensione dopo 36 mesi di lavoro e pigliano 17mila euro al mese per non fare un tubo tutto il giorno...
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I SALARI ITALIANO SONO FRA I PIU' BASSI DEL MONDO OCCIDENTALE
Un operaio in Francia guadagna due volte e mezzo quello che piglia un omologo in Italia.
BUSTE PAGA LEGGERE, QUASI ULTIMI IN EUROPA
Crescono poco i salari in Italia e comunque molto meno degli altri paesi europei. Se in Gran Bretagna la busta paga dal 2000 al 2005 è cresciuta del 27,8%, in Italia la crescita è stata solo del 13,7% (la media europea é del 18%). Solo la Germania e la Svezia, paesi dove comunque i livelli retributivi sono mediamente superiori rispetto all'Italia, segnalano un crescita inferiore.
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Lo rileva uno studio dell'Eurispes. Se si guarda poi al potere di acquisto dei salari, emerge che l'Italia è davanti solo al Portogallo. Ha pesato, secondo l'istituto, l'inflazione che di fatto ha prosciugato i salari. Sotto il profilo della competitività, invece, il basso costo del lavoro risulta un vantaggio perché la modesta dinamica salariale - evidenzia l'Eurispes -, se confrontata con quella dei nostri partner europei, ci assicura un discreto vantaggio in termini di costi. In Italia il costo medio in euro per ora di lavoro è inferiore a quello di tutti paesi europei ad eccezione della Spagna, della Grecia e del Portogallo.
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La posizione del nostro Paese non cambia all'interno della classifica europea, se passiamo a considerare il livello dei salari lordi (l'Italia è al quartultimo posto). Il cosiddetto cuneo fiscale è molto diverso da paese a paese e va dal 51% della Germania per un lavoratore senza famiglia a carico al 22,3% del lavoratore con moglie e due figli a carico in Irlanda, che è il paese con il minor peso del cuneo fiscale comunque lo si calcoli. In questa classifica l'Italia - evidenzia Eurispes - non si trova più agli ultimi posti: balza al quarto posto, preceduta solo dal Belgio, dalla Svezia e dalla Germania e dunque il cuneo fiscale appare particolarmente gravoso nel nostro Paese.
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Il nostro cuneo fiscale già nel 2004 pesava infatti per oltre il 45% (45,8%
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I SALARI ITALIANO SONO FRA I PIU' BASSI DEL MONDO OCCIDENTALE
Un operaio in Francia guadagna due volte e mezzo quello che piglia un omologo in Italia.
BUSTE PAGA LEGGERE, QUASI ULTIMI IN EUROPA
Crescono poco i salari in Italia e comunque molto meno degli altri paesi europei. Se in Gran Bretagna la busta paga dal 2000 al 2005 è cresciuta del 27,8%, in Italia la crescita è stata solo del 13,7% (la media europea é del 18%). Solo la Germania e la Svezia, paesi dove comunque i livelli retributivi sono mediamente superiori rispetto all'Italia, segnalano un crescita inferiore.
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Lo rileva uno studio dell'Eurispes. Se si guarda poi al potere di acquisto dei salari, emerge che l'Italia è davanti solo al Portogallo. Ha pesato, secondo l'istituto, l'inflazione che di fatto ha prosciugato i salari. Sotto il profilo della competitività, invece, il basso costo del lavoro risulta un vantaggio perché la modesta dinamica salariale - evidenzia l'Eurispes -, se confrontata con quella dei nostri partner europei, ci assicura un discreto vantaggio in termini di costi. In Italia il costo medio in euro per ora di lavoro è inferiore a quello di tutti paesi europei ad eccezione della Spagna, della Grecia e del Portogallo.
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La posizione del nostro Paese non cambia all'interno della classifica europea, se passiamo a considerare il livello dei salari lordi (l'Italia è al quartultimo posto). Il cosiddetto cuneo fiscale è molto diverso da paese a paese e va dal 51% della Germania per un lavoratore senza famiglia a carico al 22,3% del lavoratore con moglie e due figli a carico in Irlanda, che è il paese con il minor peso del cuneo fiscale comunque lo si calcoli. In questa classifica l'Italia - evidenzia Eurispes - non si trova più agli ultimi posti: balza al quarto posto, preceduta solo dal Belgio, dalla Svezia e dalla Germania e dunque il cuneo fiscale appare particolarmente gravoso nel nostro Paese.
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Il nostro cuneo fiscale già nel 2004 pesava infatti per oltre il 45% (45,8%