Mi reputo una persona tollerante, con un approccio culturale distante dal razzismo e dalla xenofobia.
La realtà metropolitana nella quale vivo (Milano) in questi ultimi anni ha visto crescere considerevolmente la presenza di extracomunitari e la cosa non mi disturba. Anzi, provo soddisfazione nel constatare che la mia città ha saputo lanciare un salvagente a persone meno fortunate provevnienti da zone disagiate del mondo, offrendo loro una casa, un lavoro, una assistenza sanitaria accettabile, un livello minimo di istruzione per i figli ed una vita nel complesso dignitosa.
La mia considerazione vale, ovviamente, per gli immigrati regolari, per quelli che entrano in Italia legalmente e scelgono di condurre una vita onesta.
Le comunità etniche presenti nel nostro paese non dovrebbero consentire al trascorrere del tempo di cancellare le proprie tradizioni culturali e religiose.
Al contrario dovrebbero sforzarsi di tenerle vive grazie anche all'aiuto delle istituzioni locali....ma in ogni caso questa gente non deve mai dimenticare alcuni prìncipi fondamentali : l'osservanza delle leggi in vigore in Italia, il rispetto per il nostro paese, la consapevolezza della necessità di doversi adeguatamante integrare nel contesto che li ospita evitando atteggiamenti riluttanti che potrebbero generare pericolose conseguenze sotto il profilo della pacifica convivenza.
Dopo aver fatto questa lunga premessa....devo purtoppo ammettere la mia ostilità nei confronti di quelli che vengono comunemente definiti zingari.
Non stà a noi giudicare i comportamenti e gli stili di vita altrui, come qualche utente ha giustamente ribadito in post precedenti. Tuttavia stà a noi tutelare e garantire la nostra sicurezza, quella delle persone che ci circondano e delle nostre proprietà.
Gli zingari vivono di furti, rapine, accattonaggio, sfruttamento dei minori, ricettazione ed il retaggio che si portano appresso impone loro di non stabilirsi sul territorio in maniera permanente e di non accettare lavori continuativi. Il fenomeno delinquenziale e di degrado riconducibile agli zingari è ormai noto (soprattutto alle forze dell'ordine) e facendo tali affermazioni non si corre il rischio di cadere in falsi luoghi comuni.
Il fatto che uno zingaro possa dimostrarsi leale ed amichevole nei rapporti interpersonali con noi non esclude i problemi che la condotta esistenziale di questi individui (intesi come gruppo sociale) implica in termini di ordine pubblico e microcriminalità.
La presenza di comunità zingare sul nostro territorio è incompatibile con il concetto di civiltà e rispetto reciproco al quale tutti noi (mi auguro) tendiamo e cerchiamo di preservare, pertanto tale presenza andrebbe contrastata.
MI auguro che in futuro il tema in questione venga dibattuto in sede europarlamentare e che la comunità europea adotti misure efficaci per areginare un fenomeno divenuto ormai inammissibile negli anni 2000.
Racconto un piccolo, drammatico aneddoto. Non si tratta delle solite leggende metropolitane legate al mondo dei nomadi ma di un fatto di cronaca realmente accaduto qualche anno fà in un centro commerciale della mia zona :
Una mamma si distrae per qualche istante dal carrello della spesa dove siede il suo bambino per scegliere dei prodotti da uno scaffale. Quando si gira verso il carrello il bambino non c'è più. La mamma lo cerca disperata, il bambino non può essersi allontanato da solo perchè è troppo piccolo. Si rivolge al personale del centro commerciale il quale, prontamente, blocca tutte le porte impedendo a chiunque di uscire dalla struttura e chiama subito i carabinieri.
I carabinieri arrivano, compiono un giro di ispezione e nelle toilette trovano due donne insieme al bambino intente a rivestirlo di stracci per camuffarlo. Le due donne vengono arrestate e successivamente identificate come zingare appartenenti ad una carovana nomade che in quei giorni sostava in un campo della zona.
Concludo questo mio intervento con la frase con la quale avevo esordito all'inizio :
il mio approccio culturale è distante dalla xenofobia e dal razzismo.
altrettanto distante da quello di chi ruba i bambini.