Sto leggendo questo libro e devo dire che è davvero fantastico. Non è necessario essere appassionati di tennis (io non lo sono) per poterlo apprezzare. È la sua storia, dell odio che ha sempre prpvato per il tennis, amori, amicizie, vittorie sconfitte e... Ovviamente della sua calvizie. È davvero un tema molto importante all'interno del libro e per un AgAto è davvero interessante scoprire come lui ha affrontato la cosa. Riporto un pezzo dove rivela a Brooke Shields che porta un parrucchino:
Il mio terzo appuntamento con Brooke è alla vigilia del suo intervento ai piedi. Siamo a Manhattan, nel soggiorno al pianterreno della sua villa in arenaria rossa. Ci stiamo baciando, o meglio, stiamo per farlo, ma prima le devo dire la verità sui miei capelli. Lei intuisce che ho qualcosa in mente. Cosa c’è che non va? mi domanda. Niente. Puoi dirmelo. È solo che non sono stato completamente sincero con te. Siamo allungati sul divano. Mi metto a sedere, do un pugno a un cuscino e faccio un bel respiro. Ancora alla ricerca delle parole giuste, guardo le pareti. Sono decorate di maschere africane senza occhi e senza capelli. Sono strane, e vagamente familiari. Andre, che c’è? Non è facile ammetterlo, Brooke. Ma, senti, è da un pezzo che perdo i capelli e porto un parrucchino per mascherare questo fatto. Allungo una mano, prendo la sua e l’appoggio sul mio parrucchino. Lei sorride. Lo sospettavo, dice. Davvero? Non ha importanza. Non lo dici così per dire? Sono i tuoi occhi che trovo attraenti. E il tuo cuore. Non i tuoi capelli. Fisso le facce senza occhi e senza capelli e mi chiedo se mi sto innamorando
Il mio terzo appuntamento con Brooke è alla vigilia del suo intervento ai piedi. Siamo a Manhattan, nel soggiorno al pianterreno della sua villa in arenaria rossa. Ci stiamo baciando, o meglio, stiamo per farlo, ma prima le devo dire la verità sui miei capelli. Lei intuisce che ho qualcosa in mente. Cosa c’è che non va? mi domanda. Niente. Puoi dirmelo. È solo che non sono stato completamente sincero con te. Siamo allungati sul divano. Mi metto a sedere, do un pugno a un cuscino e faccio un bel respiro. Ancora alla ricerca delle parole giuste, guardo le pareti. Sono decorate di maschere africane senza occhi e senza capelli. Sono strane, e vagamente familiari. Andre, che c’è? Non è facile ammetterlo, Brooke. Ma, senti, è da un pezzo che perdo i capelli e porto un parrucchino per mascherare questo fatto. Allungo una mano, prendo la sua e l’appoggio sul mio parrucchino. Lei sorride. Lo sospettavo, dice. Davvero? Non ha importanza. Non lo dici così per dire? Sono i tuoi occhi che trovo attraenti. E il tuo cuore. Non i tuoi capelli. Fisso le facce senza occhi e senza capelli e mi chiedo se mi sto innamorando